
“I servizi della Carta di identità elettronica sono momentaneamente indisponibili a causa di un problema tecnico nella fornitura della connettività Internet, seguito all’incendio divampato nella giornata di ieri nei pressi della stazione Tiburtina, che ha coinvolto cavi della fibra ottica” questa la motivazione ufficiale con cui il Viminale ha motivato i disservizi sul sito della carta d’identità elettronica (uno dei tanti servizi di gestione statale dei nostri dati sensibili).
Già questa dichiarazione lascia ben sperare su quanto sicuri siano i sistemi informatici della Repubblica italiana. Ad ogni modo poco dopo, sul proprio canale Telegram, una crew di hacker, NoName, che si definisce “filorussa” ha invece rivendicato il fatto come un attacco informatico alle istituzioni italiane. Lo hanno fatto postando un messaggio sotto la foto di un orso con sullo sfondo il tricolore italiano ed una carta d’identità: “L’Italia è pronta a fornire supporto materiale all’Ucraina, ma attende passi decisivi dagli alleati … siamo andati nel segmento russofobo italiano di internet e abbiamo colpito un sito web di carte d’identità elettroniche”.
Il tipo di attacco portato avanti non sembra particolarmente sofisticato. Già negli scorsi attacchi condotti dallo stesso gruppo il disservizio causato non ha superato le poche ore di tempo per riattivare siti e portali colpiti. Al di là della natura di questi attacchi, infatti, colpisce il clima di emergenza costruito attorno a questo fatto dai media di regime. Cosa che come al solito fa pensare a un tentativo di false flag. Siamo sotto “attacco degli hacker russi”, dobbiamo sventare “i sabotaggi di Putin” e fare fronte al “terrorismo informatico di Mosca” sono parole e musica del Pentagono e della Cia che i media di regime ripetono a pappagallo.
Parole e musica pronunciate proprio da quelle forze e gruppi d’interesse che sul monopolio dei dati sta conducendo una vera e propria guerra. Per questo la canea mediatica non è altro che l’ennesimo tentativo di alzare una cortina fumogena volta a nascondere la montagna di informazioni che autorità ufficiali, private e multinazionali ogni giorno maneggiano, usano e vendono sulle nostre teste. Un sistema di strumenti e dispositivi funzionali all’esercizio del controllo sociale, di cui la pandemia da Covid-19 e il Green Pass (che oggi puntano ad estendere) sono stati una prima grande palestra da cui ancora tanto c’è da imparare…
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