Un massiccio attacco hacker è stato sferrato in diversi paesi del mondo tra cui l’Italia, con diverse decine di sistemi informatici compromessi, e ciò è avvenuto nello stesso giorno in cui la rete Tim ha avuto un blackout con milioni di utenti senza internet e con disservizi anche ai bancomat. Tuttavia, la polizia postale e l’azienda dichiarano per ora che il malfunzionamento non sarebbe legato all’attacco, ma alcuni esperti di cybersicurezza sostengono che si sia verificato un problema sui router di Sparkle, la società di Tim che gestisce tra l’altro cavi in fibra ottica, che potrebbe essere collegato all’evento.
È stato anche convocato un apposito vertice del governo con l’obiettivo di fare un primo bilancio dei danni e mettere in campo le necessarie contromisure. All’incontro saranno presenti anche Elisabetta Belloni, direttrice del Dipartimento informazioni e sicurezza, e Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Quest’ultima si occupa di monitorare incidenti e attacchi informatici ed è stata il primo ente che ha lanciato l’allarme sull’attacco avvertendo diversi soggetti, istituzioni, aziende pubbliche e private, i cui sistemi risultavano esposti e vulnerabili.
Per quanto riferito dall’Agenzia, i server presi di mira sarebbero stati i “VMware ESXi”, sfruttando una vulnerabilità già individuata e risolta nel febbraio 2021, ma poiché non tutti avevano applicato la correzione indicata dall’azienda sono rimasti esposti. I sistemi sono stati cifrati e resi inutilizzabili fino al pagamento di un riscatto per ricevere la chiave di decifrazione.
I primi ad accorgersene sono stati i francesi, forse per via dell’ampio numero di infezioni registrato da alcuni provider del paese, poi dopo si è spostata in altri stati tra cui l’Italia, ma anche Finlandia, Canada, Stati Uniti…
Ma chi avrebbe sferrato tale attacco? Si tratta di un reale attacco cibernetico perpetrato da gruppi criminali o da paesi nemici? oppure di un false flag organizzato dalla stessa élite occidentale per poi incolpare paesi nemici come la Russia, la Cina e l’Iran?
Nel luglio 2021 si era svolta al World Economic Forum una simulazione, Cyber Poligon, che inscenava un attacco informatico di proporzioni catastrofiche planetarie definito come una vera e propria pandemia digitale, che potrebbe mettere fuori uso sistemi informatici di tutto il mondo con danni economici incalcolabili e generare anche la rottura delle catene di approvvigionamento. L’emergenza si andrebbe ad aggiungere al cambiamento climatico e alla pandemia, anch’essa simulata più volte al Forum, per esempio nel 2019 con l’Evento201 e con una successiva simulazione di pandemia SPARS. Per prepararsi a tutto ciò bisogna trasformare profondamente il mondo attuando un Grande Reset, cioè un cambiamento profondo della società. Con lo spauracchio di tali emergenze l’élite impone decisioni autoritarie al popolo, come con gli obblighi vaccinali e le restrizioni per la pandemia, oppure con la transizione ecologica per i cambiamenti climatici che viene fatta pagare solo ai cittadini. Cosa potrebbe imporre l’élite con l’espediente di attacchi cibernetici? Possiamo ipotizzare che abbiano l’intento di attuare leggi più stringenti sul controllo di internet o magari sulla privacy dei cittadini? Per ora solo ipotesi, ma intanto si moltiplicano sempre più gli attacchi hacker mentre le agende dei governi globali si apprestano ad attivarsi per risolvere l’ennesima emergenza. Inoltre, anche le guerre tra paesi, si spostano sempre più oltre che sull’uso di armi biologiche, con creazione di virus, anche sull’uso di attacchi informatici.
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