Prevenire, è risaputo, è meglio che reprimere, soprattutto nel delicato ambito della lotta al terrorismo. Nel Regno Unito ci credono così tanto da aver messo in piedi il programma Prevent, che ha lo scopo di stanare i potenziali terroristi prima che commettano l’irreparabile. Nato nel 2003 per volere dell’allora premier Tony Blair nel quadro delle politiche post-11 settembre, Prevent è un’articolazione della strategia antiterrorismo denominata Contest, di cui costituisce una delle quattro “P” (le altre sarebbero “perseguire”, “proteggere” e “preparare”). Focalizzato inizialmente sulla minaccia terroristica di matrice islamista, che tanto andava di moda negli anni di Blair, con Bin Laden l’inafferrabile, le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e tutto il resto, Prevent ha poi concentrato le sue attenzioni, assecondando i mutamenti nella “narrazione”, sul “suprematismo bianco” e sul “radicalismo di destra”. In questo senso, il rapporto di recente pubblicazione della RICU, l’unità di ricerca, informazione e comunicazione attiva nell’ambito di Prevent, ha individuato una serie di opere letterarie, cinematografiche e televisive la cui fruizione rappresenterebbe un segnale di imminente “radicalizzazione”. Come ha rivelato il Daily Mail, nella lista di opere “sospette” rientrano i capolavori della letteratura inglese da sempre oggetto di studio nelle scuole e nelle università: il Beowulf, il più antico poema epico scritto in inglese antico, The Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, il Paradise Lost di John Milton e pure le opere complete (tanto per non sbagliarsi) di William Shakespeare. Restando sul piano letterario, puzzerebbero di terrorismo pure le saghe fantasy di Tolkien e i romanzi distopici di George Orwell e Aldous Huxley: la lettura di 1984 e di Brave New World potrebbe spingere qualcuno a “radicalizzarsi”. Persino The Secret Agent: A Simple Tale di Joseph Conrad, romanzo “antiterrorista” per eccellenza, rientra in questo nuovo indice dei libri proibiti, così come i best seller spionistici di John Le Carrè, che era stato a sua volta un agente dei servizi segreti britannici. Ancor più paradossale, se possibile, appare l’elenco delle produzioni televisive e cinematografiche segnalate dai solerti segugi di Prevent: oltre a parecchi film girati nelle decadi non “politicamente corrette” dei ’50 e dei ’60 del secolo scorso, sarebbero pericolose pure le serie televisive di satira politica Yes Minister e The Thick Of It (quest’ultima definita dal paludato The Times “la migliore opera televisiva di tutti i tempi”) e finanche Great British Railway Journeys, documentario sulle vecchie linee ferroviarie britanniche condotto dall’ex ministro Michael Portillo. La sicurezza costa: l’immane lavoro svolto da Prevent pesa sulle tasche dei contribuenti del Regno Unito per 49 milioni di sterline all’anno.e, guardando al recente passato, non previene granché, visto che erano stati attenzionati dall’agenzia gli autori dell’attacco al London Bridge del 2017, l’attentatore di Parsons Green dello stesso anno e pure l’assassino del deputato conservatore David Amess, ucciso a pugnalate nell’ottobre del 2021. Chiaramente, pensare che dietro queste vicende possano esserci le stesse agenzie di intelligence è già di per sé indice di “radicalismo”: sarà meglio disfarsi, nottetempo, delle opere complete di Shakespeare.
GR
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