Oggi, giovedì 19 gennaio 2023, si terrà alle ore 14:30 l’elezione del decimo componente laico del CSM che non si è riuscito ad indicare nella seduta di martedì.
Dei dieci candidati laici da mandare al Csm, il parlamento è riuscito ad eleggerne solo nove. La votazione aveva sollevato un polverone. A scatenare le polemiche era stata la candidatura di Giuseppe Valentino, penalista calabrese già sottosegretario alla Giustizia. Per giorni era stato indicato da Fratelli d’Italia per la vicepresidenza dell’organo di autogoverno dei magistrati, senza che nessuno avesse da ridire. Ma solo durante la votazione si è sollevato il polverone, poiché improvvisamente si è parlato del suo coinvolgimento in un processo per ‘ndrangheta. La notizia, riportata su alcuni siti e sottolineata soprattutto dai 5 stelle è legata ad alcune dichiarazioni di anni addietro di un pentito che lo aveva accusato di avere legami con la ‘ndrangheta. Fratelli d’Italia aveva per tanto cambiato il candidato a metà votazione, proponendo Felice Giuffrè, che però comunque non ha potuto raggiungere il quorum sufficiente alla sua elezione, poiché molti parlamentari avevano già dato il loro voto a Valentino.
Durante la chiusura della seduta, il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè aveva informato l’Aula che la riunione successiva si sarebbe tenuta martedì 24 gennaio, ma per accelerare i tempi opposizione e maggioranza, su sollecitazione del Quirinale, hanno chiesto di anticipare il voto a oggi. Infatti, per ora dovrebbe apparire scontato che sarà eletto Felice Giuffrè, per questo è stato ritenuto inutile far trascorrere un’altra settimana prima di formare il CSM.
All’indomani dell’arresto del boss Matteo Messina Denaro, con la premier Giorgia Meloni volata a Palermo dove ha dichiarato che avrebbe condotto una lotta senza quartiere alla criminalità organizzata, la notizia sul penalista calabrese rischiava di infangare tutto il centrodestra. Berlusconi parla di giustizialismo ingiustificato, mentre lo stesso Valentino si difende sostenendo che si tratti esclusivamente di falsità nei suoi confronti, ma nel frattempo si ritira spontaneamente dalla candidatura.
Considerando anche i precedenti scandali della magistratura, resta da chiedersi quanto possa essere garantita la trasparenza delle istituzioni giuridiche dello stato.
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