Jens Stoltenberg lancia l’allarme sulle armi all’Ucraina, “Gli alleati della Nato e i membri dell’UE hanno esaurito le loro riserve di armi da fornire all’Ucraina, ma questa è stata la cosa giusta da fare perché riguarda anche la nostra sicurezza” ha affermato il segretario generale della Nato. “Tra soddisfare le esigenze sulle linee guida sulle scorte e sostenere l’Ucraina, è più importante la seconda, ma naturalmente l’unica soluzione a lungo termine è aumentare la produzione” ha continuato durante la conferenza stampa con la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo la firma della terza dichiarazione sulla cooperazione Nato-Ue.
La dichiarazione integrale evidenzia alcuni punti fondamentali. Innanzitutto, dichiara che il partenariato strategico Ue-Nato si fonda su valori condivisi e sulla determinazione a garantire la stabilità dell’area euro-atlantica. Nel secondo punto si considera la situazione attuale come la più grave minaccia alla sicurezza euro-atlantica degli ultimi decenni e la guerra della Russia contro l’Ucraina è considerata come una violazione del diritto internazionale. Infine, si condanna con la massima fermezza l’aggressione della Russia, che dovrebbe immediatamente fermare il conflitto e ritirarsi, e si esprime la massima solidarietà all’Ucraina ribadendo l’impegno e il sostegno alla sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale.
“Ritengo che l’Ucraina debba ricevere tutti gli equipaggiamenti militari di cui ha bisogno per difendere la propria terra. Inoltre, continueremo con le sanzioni alla Russia e le estenderemo anche a Bielorussia e Iran che l’hanno sostenuta militarmente”, ha dichiarato Von Der Leyen durante la conferenza.
Dunque, nonostante la grave crisi economica che l’Europa sta attraversando, la priorità per i governi pare essere la corsa agli armamenti per continuare a finanziare la guerra per procura in Ucraina e usare i cittadini del paese come carne da macello da equipaggiare e mandare a morire in guerra per i propri interessi imperialistici.
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