
Marco Di Mauro
Avanti.it
Il Bilderberg di quest’anno, secondo chi vi ha partecipato, è stato un disastro. Unico argomento di cui si è riusciti a parlare la guerra d’Ucraina, sostiene su Domani il direttore Stefano Feltri, tra i soli due italiani invitati al meeting che quest’anno si è «affacciato sul fiume Potomac» dal 2 al 5 giugno. Il lussuoso e blindato Mandarin Oriental di Washington sembrava un consiglio di guerra, per la presenza di numerosissimi consiglieri militari, come ha riportato Charlie Skelton per il Guardian: «l’agenda puzza di caos e crisi […] Il summit è pieno di esperti di Russia e Ucraina, tra cui l’assistente del segretario alla Difesa per gli affari di sicurezza internazionale, Celeste Wallander, e l’ex vice consigliere per la sicurezza nazionale Nadia Schadlow, che ha un posto nel comitato direttivo del Bilderberg» e assieme a loro l’ad di Naftogaz, compagnia statale ucraina di idrocarburi, l’ambasciatore ucraino negli Stati Uniti e si vocifera sia “apparso” come suo solito via schermo Zelens’kyj, che guarda caso pochi giorni prima ha stipulato un accordo per “supporto digitale” all’esercito ucraino con l’americano Alex Karp, rappresentante del Bilderberg e direttore di Palantir, società di sorveglianza e analisi dei dati finanziata dalla CIA e fondata dal miliardario, e assiduo del Bilderberg, Peter Thiel.
Un altro habitué del club è Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO e fautore della linea oltranzista del governo Biden e dei Neocon, che secondo Francesco Amodeo si sarebbe scontrato con la linea morbida del magnus senex Henry Kissinger. Presente all’incontro anche il presidente del consiglio europeo Charles Michel e il presidente finlandese Sanna Marin, una degli Young Global Leaders di Schwab, invitata certamente per discutere una partecipazione alla guerra contro la Russia, per far sì da rendere ancora più lunga e sanguinosa la guerra d’Ucraina. Tutti i cronisti nostrani concordano su un punto: si è parlato per lo più di Ucraina e si è in una fase di stallo, poiché non si è raggiunto un accordo su nulla. Questo almeno è ciò che Feltri vuole far credere, una facciata a cui purtroppo si è bloccata anche gran parte della libera informazione.
Lo stesso Kissinger, che già a Davos aveva fatto la pecora nera, sembra un elemento di disturbo se lo si considera dal punto di vista del conflitto russo-americano in Ucraina, ma tutto cambia cogliendo la prospettiva nella sua interezza, anche solo in un’occhiata alla lista degli “argomenti chiave” riportati nel comunicato stampa ufficiale. I primi nove paragrafi sono consequenziali, e rispecchiano la panoramica sui fronti aperti di un consiglio di guerra (1. Riallineamenti geopolitici 2. Sfide della NATO 3. Cina 4. Riallineamento nell’Indo-Pacifico 5. Competizione tech Cina-USA 6. Russia) ma sono i paragrafi centrali a dare il senso a tutti quelli precedenti e successivi: il paragrafo 7 “Continuità del governo e dell’economia” sta a significare come affrontare tutti gli scenari precedenti per salvaguardare l’asse atlantico dall’imminente “Distruzione del sistema finanziario globale” del paragrafo 8, in perfetta linea con il Grande Reset di Davos, e infatti tre fiduciari del Forum Economico Mondiale presenziavano alle riunioni. Quando Kissinger parla dello scenario ucraino, lo intende come tassello di un piano più ampio, ovvero la totale destabilizzazione geo-politica del mondo, che deve avvenire anche sul fronte indo-pacifico.
Lungi dal trovare soluzioni ai conflitti, il Bilderberg ne ha pianificati dei nuovi, in obbedienza al principio neoconservatore della “distruzione creativa”. Le “sfide” della NATO sono probabilmente quelle di scatenare altre lunghe ed estenuanti guerre, che vanno scatenate nei nodi focali del commercio mondiale, per arrivare al vero obiettivo di questa riunione: la pianificazione delle guerre necessarie a scatenare la crisi alimentare del 2023. Da questo punto di vista, la contrapposizione è mera facciata, perché la concessione di terre a Putin sbandierata da Kissinger non cambia nulla nel contesto di caos e destabilizzazione che il consiglio di guerra dei globalisti mirano a instaurare.
Dunque l’obiettivo della NATO è distruggere il sistema finanziario globale, stabilire gradualmente un’era di crisi per arrivare alla “Frammentazione delle società democratiche” (par.12) e alla deglobalizzazione, esibita in pompa magna anche a Davos. Diversamente dal multipolarismo, che mira all’instaurazione di nuovi equilibri pluralistici al posto del globalismo a stelle e strisce, la deglobalizzazione preconizzata dai tecnici neocon prevede una fase di caos causata da continui shock sul piano economico, militare e della salute, per evitare l’emergere di una delle potenze rivali dell’asse atlantico, depotenziare e frammentare le istituzioni a livello locale e internazionale.
Ma come si garantisce la continuità del governo, di fronte a una fase di crisi, fame e guerre? E soprattutto, di quale governo? A presiedere il club c’era il capo della CIA William Burns, ex membro del direttivo del Bilderberg, e con lui quattro papaveri dell’intelligence occidentale il capo del Government Communications Headquarters del Regno Unito, il direttore dell’agenzia di intelligence esterna francese, la DGSE, il capo della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency statunitense e il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan. Lo stesso Kissinger ha scritto di recente “The Age of Artificial Intelligence” insieme a un altro membro del direttivo Bilderberg ed ex capo di Google, Eric Schmidt, e «la conferenza di Washington di quest’anno è notevolmente affollata di luminari dell’intelligenza artificiale da Yann LeCun di Facebook a Demis Hassabis di DeepMind» riporta Skelton. Tutto fa presagire che la destabilizzazione del mondo qui pianificata debba essere risolta dalla “rivoluzione tecnologica globale” già pianificata in un documento del 2006 della RAND, ovvero l’instaurazione di strutture di governo sovrastatali completamente automatizzate, con l’accettazione di sempre più ampie parti della popolazione mondiale in piena crisi energetica e alimentare nel sistema di vantaggi offerti dal capitalismo della sorveglianza.
Quest’ultimo viene coltivato in tutti i suoi aspetti, soprattutto quello legato alla salute, unica chiave d’accesso all’impianto nel corpo umano delle periferiche tecnologiche necessarie al monitoraggio e al tracciamento totale, condizioni basilari del sistema di sorveglianza digitale, a discutere la “Salute Post-Pandemia” è stato invitato Albert Bourla, a conferma che la Pfizer è la compagnia di riferimento del progetto.
Una crisi cruciale già in atto è quella dell’approvvigionamento energetico, sia riguardo all’aumento dei prezzi per favorire l’inflazione, destabilizzare le economie, aumentare il divario tra ricchi e poveri, concentrare i risparmi privati nelle mani delle banche internazionali, sia sul piano geopolitico per rendere i sauditi più competitivi e mettere effettivamente in crisi l’approvvigionamento di idrocarburi russi. Il Bilderberg 2022 ha visto politici, economisti e militari dialogare con gli ad di British Petroleum, Shell e Total di questi argomenti e della sostenibilità, altro punto fondamentale per rendere il petrolio un bene di lusso sempre meno accessibile.
Anche quest’anno, insomma, il Bilderberg si è confermato un meeting di altissimo livello che ha visto la partecipazione dei più alti diplomatici dell’asse atlantico. Non è detto però che tutto vada secondo i loro piani: Cina e Russia sono avversari molto più coriacei di quanto si aspettavano.
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