Nel Grande Esperimento in cui abbiamo il privilegio di vivere, il Mondo Nuovo prende forma attraverso tante microrivoluzioni della quotidianità che hanno lo scopo di educare il gregge a seguire, senza titubanze, la via indicata dai Grandi Pastori. Questi ultimi hanno stabilito che adesso è giunto il momento di salvare il pianeta dal “cambiamento climatico”, i cui responsabili sono gli stessi cittadini, che ad ogni gesto si lasciano dietro una scia di carbonio e distruzione. Gli sciagurati vanno dunque riprogrammati, e per raggiungere questo nobile scopo nulla funziona meglio dei gingilli elettronici che gli sono stati messo in mano. Dopo aver persuaso queste pecorelle sempre smarrite della necessità di usare le pratiche e moderne “carte” in luogo dello scomodo e demodé denaro contante, il passo successivo è sbattere loro in faccia, attraverso gli opportuni numerini, quale danno infliggono al pianeta con il loro insensato belare. A questo pensa Cogo, una app che è in grado di calcolare, tramite un algoritmo intelligentissimo (un miliardo di volte più intelligente di noi pecoracce), qual è il quantitativo di carbonio che ci si lascia alle spalle dopo ogni singolo acquisto di beni o servizi. Cogo non si limita a misurare i chili di carbonio che si hanno sulla coscienza, ma ha una funzione apertamente pedagogica: ad ogni transazione rilascia infatti un carbon feedback, ovvero un consiglio su come ridurre e, se è il caso, compensare la propria scelleratezza climatica. Dopo aver fatto benzina, ad esempio, Cogo suggerisce di usare i mezzi pubblici o la bici (ma è sempre meglio se ce ne stiamo a casina nostra); dopo aver comprato una bistecca o un pollastro agli antibiotici, Cogo invita a preferire cavallette e vermetti per gli acquisti successivi. Per raggiungere il suo nobile scopo, la piattaforma ha bisogno di lavorare di concerto con le banche, ovvero con gli organismi che controllano i flussi di denaro elettronico. A questo scopo, sono stati stipulati negli ultimi tre anni accordi di cooperazione con istituti di credito particolarmente sensibili allo slogan Be on the Right Side of History (“Stai dalla parte giusta della Storia”) attraverso il quale Cogo si è lanciata alla conquista del Mondo Nuovo. La NatWest, ad esempio, banca commerciale britannica che, con tutte le sussidiarie, raggiunge una decina di milioni di clienti nel Regno Unito e in Irlanda, ha inaugurato la partnership con Cogo nel 2021, dopo aver appurato tramite un sondaggio che il 62% dei correntisti desiderava che l’istituto li aiutasse a ridurre l’impronta di carbonio lasciata nel mondo. E così (ma solo perché lo chiedevano i clienti che hanno sempre ragione), la NatWest ha messo a loro disposizione la piattaforma Cogo, alla quale hanno aderito nei primi mesi 300000 pecorelle coscienziose. Il calcolo dell’impronta di carbonio, infatti, viene fatto (per ora) solo a chi ne fa richiesta: pare che i seguaci di questo grillo parlante elettronico e transumanista crescano esponenzialmente di mese in mese. Per raggiungere questo risultato, determinante è stato il contributo del Behavioural Insights Team (se ne era già parlato qui), il “gruppo della spintarella” che ha suggerito di introdurre premi, incentivi, sconti, tessere esclusive, raccomandandosi di battere sulla gamification di tutto il processo, ovvero su come rendere il salvataggio del pianeta un gioco divertente in grado di rendere meno pecoreccia la vitaccia delle pecore. Cogo ha visto la luce nel 2016 grazie a Ben Gleisner, “attivista” neozelandese (già fondatore della ONG Conscious Consumers) che, a suo dire, si batte per “cambiare il mondo” attraverso “il potere della gente, della tecnologia e dei dati”. Nel biennio 2021-2022, l’azienda ha prodotto un’impronta di carbonio pari a 18,35 tonnellate di gas serra; plausibile che la app abbia suggerito agli “attivisti” che vi prestano servizio di lavorare ancora di più per compensare le emissioni prodotte per salvare il mondo e salvarlo così ancora di più. Cogo sta dalla parte giusta della Storia.
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