Il 10 Febbraio scorso, la petroliera israeliana “Campo Square” appartenente alla società “Zodiac Maritime Company” di proprietà del magnate israeliano Eyal Ofer, sarebbe stata colpita da un drone iraniano mentre transitava nel Golfo Persico. A riportare l’accaduto è stata “BBC Persian”, rendendo pubbliche le dichiarazioni di un alto esponente del Dipartimento della Difesa americano.
Secondo quanto riportato dalla versione in lingua farsi della BBC, la Campo Square sarebbe stata attaccata da droni e motovedette della marina militare iraniana.
Ofer, proprietario della Zodiac, non ha confermato la notizia e si è limitato a dire che al momento la petroliera sarebbe nelle disponibilità di una compagnia greca, la Eletson. Quest’ultima, rompendo il riserbo di Ofer, ha confermato che la nave è stata colpita da un drone iraniano; ma per fortuna non ci sono stati feriti o danni gravi – a quanto pare non c’era alcun carico a bordo – e la petroliera ha potuto continuare il suo viaggio di ritorno.
Gli analisti militari sentiti dalla BBC, ipotizzano che la petroliera sia stata colpita dal drone “kamikaze” Shaed 136, largamente utilizzato dalle forze russe nella guerra in Ucraina. Al Dipartimento della Difesa USA sono convinti, sempre secondo quanto riportato dalla fonte anonima, che questo attacco sia una risposta iraniana al recente bombardamento dell’impianto militare di Isfahan ed attribuito ad Israele. Tuttavia non ci sono alcuni elementi per stabilire da quale base iraniana sia partito il drone.
Questo attacco iraniano spaventa e non poco USA ed Israele poiché dimostra la capacità di Teheran di colpire con i droni obiettivi sensibili con grande precisione, e quindi sorge il timore se sia capace di colpire persino Israele stessa. Ormai l’industria bellica iraniana sta divenendo leader nella produzione mondiale di droni, come dimostrano gli accordi di fornitura con la Russia e con la Cina che, secondo il ministero della difesa iraniano, avrebbe stipulato un accordo per l’acquisto di 15 mila droni – accordo smentito al momento dal governo cinese.
Tutto questo è fonte di grosse preoccupazioni per il Pentagono e l’amministrazione Biden che, all’inizio della settimana, ha incontrato i Paesi del Consiglio per la Cooperazione del Golfo persico a Riyad per discutere della minaccia iraniana.
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