Domenica scorsa la Lega Araba ha riammesso la Siria a distanza di oltre un decennio dalla sua sospensione, dando così continuità al tentativo di normalizzare i rapporti con il presidente siriano Bashar al-Assad, anche grazie agli accordi raggiunti tra Iran e Arabia Saudita con la mediazione cinese.
La decisione ha chiaramente incontrato il disappunto degli Stati Uniti, espresso dal portavoce del Dipartimento di Stato americano Vedant Patel in una dichiarazione: “Non crediamo che la Siria meriti la riammissione nella Lega Araba in questo momento, ed è un punto che abbiamo chiarito con tutti i nostri partner. Continuiamo a credere che non normalizzeremo le nostre relazioni col il regime di Assad e non sosteniamo nemmeno i nostri alleati e partner nel farlo”. Patel ha però aggiunto che gli Stati Uniti condividono obiettivi comuni con i loro alleati arabi in Siria, compresa la risoluzione politica della crisi siriana, il rafforzamento degli aiuti umanitari ai siriani, il depotenziamento dell’influenza iraniana sulla regione e una maggiore stabilità che impedisca all’ISIS di tornare in attività. Al contrario, la Russia – da sempre alleata di Assad – ha accettato di buon grado l’esito della votazione che ha sancito il ritorno della Siria nella Lega. Maria Zakharova ha dichiarato che Mosca “accoglie con favore questo passo tanto atteso, logico risultato del processo che ha preso slancio di restituire la Siria alla famiglia araba”.
Alcuni stati arabi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, hanno fortemente voluto la fine dell’isolamento di Assad e hanno definito la riammissione della Siria un “passo positivo” per la prosperità e la stabilità regionali. Il Qatar, pur essendosi precedentemente opposto al rientro della Siria e pur considerando la risoluzione politica del conflitto siriano una condicio sine qua non per poter cominciare a parlare di normalizzazione dei rapporti col governo siriano, ha dichiarato che non sarà d’ostacolo al consenso arabo e che ne rispetta la sovranità. Anche la Giordania chiede alla Siria una dimostrazione concreta della volontà di raggiungere una soluzione politica, senza la quale sarebbe difficile sperare in una revoca delle sanzioni occidentali necessaria al finanziamento della ricostruzione in Siria. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani si è congratulato via Twitter con la Siria per aver riconquistato il suo posto nella Lega Araba, mentre l’Arabia Saudita ha deciso di ammorbidire le relazioni col governo siriano dopo aver precedentemente sostenuto i gruppi antigovernativi (e l’Isis) nei primi anni del conflitto siriano.
Senza dubbio, la normalizzazione dei rapporti fra i paesi arabi e la Siria è un’ottima notizia per tutto il Medio Oriente che, dopo decenni di forte instabilità, comincia a vedere la possibilità di una stabilizzazione generale della regione, compresa anche la possibilità di porre fine al sanguinoso conflitto in Yemen. Tutto questo, inoltre, potrebbe portare ad una crescita dell’influenza cinese grazie, non solo alla mediazione fra Iran e Arabia Saudita, ma anche agli accordi commerciali con i singoli paesi, fra commercio del petrolio, quotazioni in borsa e dedollarizzazione dei commerci fra Cina e gli altri stati.
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