Dopo i travolgenti successi del “bonus psicologo” introdotto dal governo Draghi per “curare il disagio mentale” prodotto dalle misure pandemiche (un esempio da manuale dello schema problema-reazione-soluzione), i più sensibili fra i nostri legislatori si sono spesi per rendere stabile quello che era stato presentato come un provvedimento straordinario, arruolando in pianta stabile gli psicologi nei ranghi dello stato etico-sanitario. Il nuovo governo, a dirla tutta, ha ridimensionato il generoso stanziamento che era stato predisposto dal Drago, assegnando al fondo cinque milioni per quest’anno ed otto per il prossimo a fronte dei venticinque milioni di euro erogati nel 2022. La procedura telematica per accedere al contributo, inoltre, sarà attiva solo a partire dal prossimo mese di giugno, quando si capirà quanti fra i milioni affetti da “stress, ansia, depressione e fragilità” avranno effettivamente diritto all’agognato bonus. Secondo gli psicologi italiani riuniti nel Cnop (Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi), questi finanziamenti avrebbero dovuto rappresentare solo l’antipasto di “interventi strutturali” tesi a diffondere presso la diffidente popolazione la buona pratica della psicologizzazione di massa: in base alle ricerche da loro citate, infatti, lo “stress” psicologico riguarderebbe un terzo degli adulti e più della metà dei minori. Con queste premesse, è la scuola l’ambito nel quale si avverte con maggiore urgenza la spinta ad affidarsi ai “professionisti della salute mentale”: secondo sondaggi commissionati dallo stesso Cnop i cui risultati sono stati pubblicizzatri in occasione della “giornata nazionale di psicologia” del 2021, infatti, otto italiani su dieci vorrebbero presidi psicologici fissi nelle scuole (nove su dieci fra gli studenti), mentre sette su dieci sarebbero favorevoli a saziare questo “bisogno di psicologia” con l’introduzione dello sportello psicologico in ogni azienda. E così, i più sensibili fra i legislatori sensibili si son già dati da fare, anche se a vuoto (per adesso): nella passata legislatura un disegno di legge sulla stabilizzazione degli psicologi scolastici era stata presentato da Emilio Carelli, telegiornalista eletto con il Movimento 5 Stelle, transitato presso i “centristi” di Coraggio Italia e poi inabissatosi assieme a Giggino Di Maio. In base alla proposta Carelli, che aveva suscitato il plauso di presidi e psicologi, i “professionisti della salute mentale” avrebbero avuto la funzione di “intercettare” le situazioni di disagio, individuando precocemente le “devianze” e predisponendo quindi percorsi personalizzati di “guarigione”. Il concetto di “devianza” è centrale in psicologia, ma i contorni di questo scarto dalla norma sono definiti di volta in volta in sede politica (anche se il tutto viene ammantato di “scientificità”): per fare un esempio banale, fino a pochi anni fa sarebbe risultato “deviante” (e dunque “da correggere”) il comportamento di un ragazzo che amasse indossare abiti femminili; oggi tale condotta appare buona e giusta, e “devianti” saranno tutti coloro che avranno da ridire in proposito. Dipinti come disinteressati “professionisti dell’altruismo”, narrazione in virtù della quale sarebbero in grado di fornire il loro aiuto assai meglio di insegnanti e genitori, gli psicologi scolastici sono già ora dei “poliziotti della mente” che lavorano in sinergia con i famigerati “servizi sociali” per individuare le situazioni di “fragilità”; fino a ieri, si alimentava meramente la macchina degli affidi e delle “case-famiglia”, nel meraviglioso mondo di domani questa incessante attività di “monitoraggio” non potrà che estendersi alle posizioni politiche “devianti”, come già capitato nel periodo pandemico. La medicalizzazione di ogni aspetto dell’esistenza procede spedita: neanche nelle profondità del proprio essere sarà consentito prescindere dalle “consulenze” di quei professionisti che conoscono la differenza (scientifica) fra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Naufragato il disegno di legge formulato da Carelli, a chiedere l’attivazione di “un presidio psicologico in ogni scuola e università” sono oggi gli stessi studenti, che hanno presentato attraverso le loro associazioni di riferimento una nuova proposta alla Camera con un incontro tenutosi la settimana scorsa. Il nuovo sondaggio commissionato dall’Uds (associazione vicina, ça va sans dire, al PD) e realizzato con il supporto dell’Ires, istituto di ricerca organico alla CGIL, attesta che il disagio psicologico è ormai un fenomeno di massa, e che tutti gli studenti invocano il diritto di essere psicologizzati. Millenni di letteratura sui turbamenti giovanili se ne vanno allegramente al macero. Essere giovani è solo una delle innumerevoli malattie della vita, e solo i professionisti patentati potranno indicare la strada della guarigione.
GR
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