L’Assemblea Regionale siciliana regala sempre forti emozioni, suscitando imprecazioni e scatenando la rabbia dei cittadini siciliani che – consapevoli di commettere ogni cinque anni lo stesso errore – finiscono per auto-maledirsi per aver votato siffatta classe politica.
Noi siciliani lamentiamo sempre disservizi, disagi e problematiche varie su ogni aspetto della vita quotidiana afferente ai trasporti, le infrastrutture, i servizi sanitari, scolastici, accesso ai diritti minimi quali sussidi etc..; e quando ci rivolgiamo ai nostri politicanti di riferimento, sentiamo sempre la stessa risposta: “vediamo, purtroppo soldi non ce ne sono” – un mistero antico quanto la stessa Sicilia, quello della sparizione improvvisa e costante di denaro pubblico.
Ma oggi abbiamo risolto l’arcano. I soldi, i nostri soldi, finiscono dritti dritti nelle tasche dei deputati regionali, ovviamente contro la volontà dei nostri onorevoli, è chiaro.
Ieri, infatti, con una schiacciante maggioranza, i deputati siciliani si sono aumentati lo stipendio di 900 euro in più al mese, portando in tal modo il totale del compenso mensile alla cifra di 11mila euro mensili.
Una decisione vergognosa resa ancor più infame dal ricorso al voto segreto, misura che consente a tutti quanti i politicanti siciliani di nascondersi e poter dire, a reti unificate di essere contrari a tale decisione per evitare di essere linciati per strada. Infatti tutti si dicono già indignati e a noi sorge il dubbio che questo aumento sia stato deliberato automaticamente dal sistema di voto elettronico dell’aula, visto che tutti si professano innocenti come Cristo.
Interrogato sulla vicenda, il Presidente della Regione siciliana Schifani risponde seraficamente che “l’aula ha votato in autonomia. E poi non si tratta di un aumento, ma di un adeguamento all’inflazione sulla base dei dati ISTAT”. Insomma, mentre tutti noi rinunciamo a qualcosa, come magari una visita dal dentista o una uscita con gli amici per fronteggiare l’inflazione, i deputati siciliani si aumentano…pardon, adeguano il proprio stipendio all’inflazione. La toppa, peggio del buco.
Siccome le opposizioni, sia in Sicilia sia al governo nazionale si sono rivoltate, la Premier Giorgia Meloni pare abbia fatto pressioni sui suoi luogotenenti di FDI in Sicilia, chiedendo un dietro-front per calmare gli animi ed evitare la figuraccia a livello nazionale. Ma sono soltanto chiacchiere, il danno è fatto, tuttavia in due giorni ce ne saremo dimenticati tutti, impegnati come siamo a raccattare qualche lavoretto per sfamarci.
Nel frattempo però c’è chi fa ironia, come Gianfranco Miccichè che dice “riduciamo gli stipendi a duemila euro mensili”. Poveraccio, più che rabbia fa tenerezza: mantenere il vizietto che lo accomuna con Zelensky richiede grosse somme di denaro e sicuramente non potrà fare a meno di questi 900 euro mensili in più, mentre molti siciliani a stento, oramai, riescono a mettere la pasta in tavola.
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