Finalmente ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e, dalle pagine di Repubblica, ha annunciato la sua candidatura alla segreteria del PD. Gianni Cuperlo, storico dirigente del partito, già presidente nella segreteria Bersani, ci riprova, dopo il tentativo del 2013 che lo vide largamente battuto da Matteo Renzi. “Con umiltà ci sarò perché in discussione questa volta è l’esistenza del Pd“, queste le parole usate per annunciare la candidatura. Un PD che, negli ultimi 15 anni, è riuscito a perdere più di sei milioni di voti, fino all’attuale caduta nei sondaggi che lo vedono sotto il 15%. Con la candidatura di Cuperlo salgono a quattro i potenziali segretari. Stefano Bonaccini, Paola De Micheli, Elly Schlein e il nuovo candidato. Non ci tocca che aspettare febbraio per vedere chi la spunterà. E, soprattutto, per vedere quanti altri voti sarà riuscito a perdere nel frattempo.
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Guido Bulgarelli dice
Cuperlo me l’ero proprio dimenticato, inspiegabilmente
Andrea dice
“Umiltà” e “poveri” sono da proporre alla redazione dello Zingarelli per significati aggiuntivi ai già presenti nell’opera. “Umiltà”: figura retorica di chi si propone con forza all’attenzione di un partito politico o di altre organizzazioni della società civile per dirigerlo. “Poveri”: coloro che sono all’attenzione verbale di chi usa l’umiltà nella definizione precedente. Lo Zingarelli accettò da me la parola “scottona”, manzo di diciotto mesi: qui sono tutti più stagionati, a parte “Elly”, che è “scottona”.
Andrea dice
La Schlein ha parlato di “poveri”, ho letto oggi da qualche parte. È ovvio che si porterà dietro una slavina, perché non solo non fa parte del linguaggio di sinistra, che già rifiutava la parola “popolo”, se non nella sua accezione stalinista di “nemico del… popolo” e nel suo prodotto-aggettivo “popolare”, ma, per l’ultima volta nel ’68/’69, aveva rimesso in uso la parola “classe”. Però, con lo stalino-togliattismo si inaugurarono le ritirate strategiche, cioè il percorso circolare attorno all’oggetto del desiderio: il governo del Paese come nuova classe dirigente. Quando Togliatti, nel 1956, stabilirà un bilancio, dopo nove anni di opposizione parlamentare, dovrà partire dalle classi sociologiche più basse – le donne, la gente della montagna, per dimostrare l’azione democratica svolta dal Pci. (Traggo dall’opera di Danilo Montaldi sulla politica comunista in Italia). È una vecchia storia al ribasso che la Schlein, con “umiltà” ravviva. Quando un mese fa circa, prese la tessera del PD, voglio ricordare che disse proprio che entrava “con umiltà”. Non ricordo nessun leader socialista e comunista che abbia mai usato questa parola.
Andrea dice
Dove è andato a finire il bell’articolo su Panzeri, che avevo anche commentato largamente?
Andrea dice
Scusate, l’ho trovato ora. Il “volta pagina” del mese è piccolo e non avevo visto.
Andrea dice
La Castellina vuole un “Cln” contro le destre; Rossanda, dodici anni fa, voleva le “Brigate internazionali” contro Gheddafi. La rovina dello stalino-togliattismo, anche in versione “eretica”, cioè pura narrativa storicistica, non smette di infastidire. La caduta degli Dei è un piatto freddo e indigesto. Amadeo Bordiga aveva ragione: il peggior prodotto del fascismo sarebbe stato l’antifascismo. Peccato che fosse un dottrinario, che si dichiarò fieramente tale: meglio dottrinari che deficienti.
Andrea dice
Mattarella: “Non dare per scontate libertà e democrazia”. I democristiani, come gli ultimi scampoli anche eretici dello stalino-togliattismo-berlinguerismo, sono stati il cancro della nazione. Il craxismo è stato come la chemio. Il paziente è morto.
Andrea dice
In sostanza, in Italia, vi furono solo due partiti “rifugio”: il Psli poi Psdi, per chi non tollero lo stalinismo, nel 1947, che fu fondato anche dai giovani trotzkisti della corrente di “Iniziativa socialista” – gli unici che non avevano complessi di inferiorità verso i comunisti – e il secondo Psiup, che si collocò teoricamente fra “autonomia socialista” e “autonomia operaia”. Ma il dibattito fu stupidamente ideologico, non prendendo in esame, in un caso come nell’altro, i processi di finanziarizzazione del Capitale già in atto dagli anni ’20. La lezione del Partito Operaio Belga fu recepita, in parte, dalla CGIL, con il “Piano del Lavoro”. Era Henri De Man che doveva essere studiato, e fu tradotto in Italia da Alessandro Schiavi, socialdemocratico romagnolo. Il fatto che De Man, con ampie ragione, fosse poi evoluto nel fascismo, tolse ogni possibilità di essere studiato e discusso. Ora è troppo tardi. La partita è chiusa per sempre.
Andrea dice
Quello che voglio dire è che, malgrado le opinioni contrarie, vi una profonda continuità nel tormentone Pci/Pds/Ds/Pd. Leggete il saggio di Danilo Montaldi, ristampato da Colibrì editore, sulla politica comunista in Italia (1919-1970). È un’intera classe dirigente, che dal secondo dopoguerra in poi, con i propri figli e nipoti, ha fatto sì che il socialismo italiano divenisse culto democratico fine a sé stesso. Tanto valeva che la scissione di Livorno non fosse mai avvenuta e che tutto confluisse in una massonica “democrazia repubblicana”. La sinistra ufficiale è sempre stata questa roba qui.