Giorgia Audiello
Avanti.it
Un progetto di giornalismo investigativo denominato Insurge Intelligence ha svelato la vera storia della nascita e delle finalità del motore di ricerca più celebre al mondo – Google – portando alla luce come in realtà esso fosse fin dalle origini un progetto della rete di intelligence americana per controllare l’informazione e gestire enormi quantità di dati. «Finanziato in avviamento dalla NSA (National Security Agency) e dalla CIA, Google è stato semplicemente il primo tra una pletora di start-up del settore privato cooptate dall’intelligence statunitense per mantenere la “superiorità dell’informazione”», si legge nel rapporto investigativo. La strategia per finanziare Google e altre operazioni si deve ad una rete privata, conosciuta come “Highlands Forum”, che ha operato come ponte tra il Pentagono e le potenti élite americane al di fuori dell’esercito sin dalla metà degli anni Novanta. Questa rete privata ha ispirato In-Q-Tel, la società d’investimento in capitale di rischio della CIA pensata per finanziare promettenti start-up utili per creare tecnologie per le agenzie di intelligence.
Nello stesso anno in cui fu fondato l’Highlands Forum, nel 1994, sotto la guida dell’Ufficio del Segretario alla Difesa, dell’ONA e della DARPA, due giovani dottorandi della Stanford University, Sergey Brin e Larry Page, crearono il primo programma di web crawling e posizionamento delle pagine che costituisce il nucleo d’incubazione di quello che alla fine è diventato il servizio di ricerca di Google. Brin e Page avevano potuto svolgere il loro lavoro grazie al finanziamento della Digital Library Initiative, un programma multi-agenzia della National Science Foundation (NSF), della NASA e della DARPA. La cosa più rilevante però è che, durante lo sviluppo del motore di ricerca, sono stati mantenuti regolarmente contatti con il dottor Bhavani Thuraisingham e il dottor Rick Steinheiser: il primo aveva lavorato per MITRE Corp., uno dei principali appaltatori della difesa degli Stati Uniti, e il secondo era il principale collegamento della CIA con gli sviluppatori del futuro Google. Thuraisingham al MITRE aveva gestito l’iniziativa Massive Digital Data Systems, un progetto sponsorizzato dalla NSA, dalla CIA e dal Direttore della Central Intelligence, per promuovere la ricerca innovativa in tecnologie dell’informazione.
In un documento reperibile sul sito web dell’Università del Texas, Thuraisingham racconta che dal 1993 al 1999 «l’Intelligence Community [IC] ha avviato un programma chiamato Massive Digital Data Systems (MDDS) che stavo gestendo per l’Intelligence Community quando ero alla MITRE Corporation. Il programma ha finanziato 15 sforzi di ricerca in varie università, tra cui Stanford. Il suo obiettivo era sviluppare “tecnologie di gestione dei dati per gestire da diversi terabyte a petabyte di dati”, inclusi “l’elaborazione delle query, la gestione delle transazioni, la gestione dei metadati, la gestione dell’archiviazione e l’integrazione dei dati». Nell’articolo è allegata anche la copia di un abstract del programma MDDS che rivela che i principali sponsor del programma MDDS erano tre agenzie: l’NSA, l’Ufficio di ricerca e sviluppo della CIA e il Community Management Staff (CMS) della comunità dell’intelligence che opera sotto il Direttore della Central Intelligence. Thuraisingham nell’articolo specifica anche che la sovvenzione a Stanford è stata gestita dal supervisore di Brin, il prof. Jeffrey D. Ullman.
Se la fase iniziale di sviluppo del motore di ricerca fu sovvenzionata dall’intelligence, i rapporti con quest’ultima si intensificarono ulteriormente negli anni 2000: nel 2003, infatti, Google ha iniziato a personalizzare il suo motore di ricerca con un contratto speciale con la CIA per il suo Intellink Management Office, supervisionando intranet top-secret, segrete e sensibili ma non classificate per la CIA e altre agenzie. L’anno successivo, Google ha acquistato la società Keyhole , originariamente finanziata da In-Q-Tel. Utilizzando Keyhole, Google ha iniziato a sviluppare il software avanzato di mappatura satellitare alla base di Google Earth. L’interesse dell’intelligence nell’utilizzo di Google fa parte di un progetto di sorveglianza di massa a sua volta parte integrante del progetto di trasformazione del Dipartimento della Difesa americano: a questo proposito, un appaltatore IT ha dichiarato durante una conferenza a porte chiuse di professionisti dell’intelligence di Washington DC che almeno un’agenzia di intelligence statunitense stava lavorando per «sfruttare il monitoraggio dei dati degli utenti di Google», come parte di uno sforzo per acquisire dati di «interesse dell’intelligence per la sicurezza nazionale».
Per tutti gli anni novanta, i finanziamenti dell’intelligence a Stanford, inclusa Google, riguardavano esplicitamente lo sviluppo di tecnologie che potessero aumentare le operazioni di intelligence militare del Pentagono nei teatri di guerra. Ciò si è accentuato ulteriormente dopo l’11 settembre 2001 con la cosiddetta “guerra al terrore” promossa da George Bush che ha portato gli Stati Uniti ad aprire diversi fronti di guerra in Medioriente. Il motivo principale per cui le maggiori agenzie di intelligence americane, tra cui la CIA, la NSA e lo stesso Pentagono hanno finanziato lo sviluppo di Google è quello di mettere in piedi un sistema di sorveglianza di massa per ottenere informazioni dettagliate su gruppi politici, violenti o meno, percepiti come potenzialmente minacciosi per gli interessi degli Stati Uniti, agevolando così le operazioni “riservate” del governo americano. In questo modo, la potenza a stelle e strisce ha anche potuto gestire le sue guerre segrete e le guerre d’informazione in modo estremamente efficiente. Negli ultimi decenni, motori di ricerca come Google sono diventati il principale strumento del capitalismo della sorveglianza, confermando dunque il loro ruolo di mezzo di sorveglianza di massa, non solo militare, ma anche civile e commerciale.
Aureliano71 dice
Non esiste pena immaginabile per chi lavora consapevolmente alla creazione di strumenti di controllo, anche come semplice programmatore. Non c’è giustificazione che tenga.
Alessandro dice
Concordo pienamente: ciò vale per ogni settore Stem, ricordando che circa il 70% degli articoli scientifici pubblicati, sottoposti a peer review, non è replicabile, pertanto da ritenersi falso. Questa è la scienza del pensiero unico e del dogma in cui bisogna “credere”, anziché la Scienza del pensiero critico e del dubbio in cui ci si confronta e si verifica.