Giorgia Audiello
Avanti.it
Una vicenda misteriosa circonda la figura di Raffaele Mattioli, banchiere – a lungo amministratore delegato della Banca Commerciale Italiana (Comit) – grande amico di Enrico Mattei, discepolo di Benedetto Croce e ricordato come il banchiere umanista per il suo impegno a favore della cultura. Morto nel 1973, il banchiere e economista di origine abruzzese ha scelto per la sua sepoltura l’abbazia di Chiaravalle milanese di cui era mecenate e nota, tra le altre cose, per essere stato il luogo di sepoltura di Guglielma di Milano, chiamata anche erroneamente Guglielma la Boema. Questa circostanza ha richiamato l’attenzione di diverse personalità, tra cui quella di Cesare Geronzi, storico presidente di Banca di Roma e vicino agli ambienti più conservatori del Vaticano, che si è vantato di «non essere mai stato alle commemorazioni di Mattioli a Chiaravalle», lasciando intendere che queste fossero riservate ai fratelli massoni. Emerge così fin da subito come il ramo della finanza “laica” abbia forti legami con la massoneria, confermati dallo stesso Geronzi. Proprio il luogo di sepoltura scelto da Mattioli, del resto, evoca scenari sinistri che richiamano proprio il legame con la massoneria per via dei messaggi eretici attribuiti a Guglielma, condannata per eresia dall’Inquisizione dopo la sua morte avvenuta nel 1281.
Giunta a Milano nel 1260 con il figlio, Guglielma fu un’oblata, ossia una laica che alloggiava in un luogo di chiesa: progressivamente, la sua fama di guaritrice crebbe fino a dare vita ad un movimento religioso detto dei guglielmiti – a cui presero parte molte donne e qualche membro dell’aristocrazia milanese – e, dopo la sua morte, divenne oggetto di culto, represso poi dall’Inquisizione nel 1300. In particolare, era diventata un modello di vita religiosa esemplare per i monaci dell’abbazia e per la domus umiliata di Biassono in Milano. Tra i suoi seguaci spiccavano in particolare Maifreda da Pirovano, una suora Umiliata di Biassono e il teologo Andrea Saramita, entrambi condannati al rogo dopo il processo dell’Inquisizione. Tra i punti principali della dottrina guglielmita, condannati dalla Chiesa cattolica, Guglielma sarebbe lo Spirito Santo fatto carne nel corpo femminile e, data la sua essenza divina, sarebbe superiore alla Vergine Maria e a tutti i santi. Tuttavia, con probabilità, gran parte della dottrina dei guglielmiti sarebbe stata ideata da Saramita dopo la morte della controversa figura femminile, considerata a metà tra una santa e un’eretica. La dottrina, inoltre, includerebbe, oltre alla reincarnazione dello Spirito Santo, il millenarismo, la celebrazione di uffici religiosi non conformi al canone e l’ordinazione di diaconi e diaconesse. Proprio per il ruolo primario attribuito alle donne, la figura di Guglielmina è ancora oggi tenuta in alta considerazione dalle femministe. Tuttavia, ciò che è più interessante della misteriosa figura medievale è il fatto che pare fosse promotrice di messaggi di pace e di unificazione tra le tre religioni monoteiste: si può considerare, dunque, una precorritrice dell’ecumenismo attuale sostenuto dalla massoneria per arrivare all’unica religione mondiale luciferina e neopagana. Era, di fatto, un’oppositrice della Chiesa cattolica, che sarebbe diventata acerrima nemica della massoneria fino a prima del Concilio Vaticano II.
È emblematico, dunque, che il banchiere della Comit abbia scelto proprio questo luogo per la sua sepoltura, specie se si considera che da molto tempo quel cimitero era riservato ai soli monaci dell’abbazia. Con Mattioli però fecero un’eccezione, in quanto era stato uno tra i maggiori sostenitori e contributori per il ripristino dell’abbazia dopo la spoliazione e lo scempio compiuti durante tutto l’Ottocento. Così, Mattioli, dopo un sopralluogo, dispose tutti i dettagli per la sua sepoltura, indicando il pezzo di terra che avrebbe accolto le sue spoglie: era proprio quello antistante l’edicola dove era sepolta la mistica eretica molti secoli fa, prima che le sue ossa fossero bruciate per volere dell’Inquisizione.
Interessante al riguardo il commento di Geronzi citato in apertura, che pare lanciare un messaggio in codice sulla connessione tra la massoneria e alcuni ambienti finanziari. Nello specifico, il banchiere di Mediobanca, nel libro “Confiteor, Massimo Mucchetti intervista Cesare Geronzi”, ha dichiarato di «non avere mai partecipato alla messa annuale in memoria di Raffaele Mattioli che Mediobanca organizza all’Abbazia di Chiaravalle alle porte di Milano. Quei riti a me romano sembrano un modo per definire e via via integrare con nuove leve una cerchia di seguaci che vuole essere esclusiva. A fare la selezione naturale è chi, spesso del tutto inadeguato al confronto, si auto elegge a custode dell’eredità di quel grande banchiere e se ne fa scudo». Un messaggio destinato a più personalità, tra cui Mario Monti che si è sposato a Chiaravalle. Ma Geronzi è ancora più esplicito quando afferma che «la massoneria conta davvero, molto di più di quanto si immagini. Nella finanza pullulano i fratelli. Chi fa il mestiere che ho fatto io riesce a spiegare tante cose soltanto come il risultato di solidarietà occulte e inconfessabili». Una testimonianza preziosa sul ruolo della massoneria nell’alta finanza e sul suo potere d’infuenza sulla società civile e sulla politica: è quella stessa massoneria che promuove il progetto di un nuovo ordine del mondo in cui i valori di bene e male sono invertiti, secondo la “dottrina” luciferina, e in cui prevale il potere del denaro, indispensabile per dominare il mondo e al vertice della piramide dei “valori” della società moderna secolarizzata. Non è un caso, dunque, la forte commistione esistente tra massoneria e alta finanza, testimoniata particolarmente bene dalla vicenda di Mattioli e dalla testimonianza di Geronzi.
Francesco dice
Sembra un articolo scritto da un complottista grillino. La storia della “dottrina” luciferina fa ridere. Ma dovete avete recuperato queste sciocchezze?
Redazione dice
Carissimo Francesco, ti suggeriamo la lettura de “Gli Adelphi della dissoluzione” di Maurizio Blondet. Potresti forse cambiare idea