Continua l’ottovolante dei prezzi di luce e gas sul mercato di Amsterdam.
Ieri le quotazioni del gas naturale sono “crollate” a 48,9 euro al megawattora, dopo il picco toccato ad agosto di 340 euro.
Questo calo avrà lievissimi effetti benefici sul costo di luce e gas per le bollette di milioni di italiani. Infatti il calo a partire dal 1 febbraio rispetto al 1 gennaio sarà del 25% per le bollette della luce e del 17% per le bollette del gas; un calo complessivo del 32% rispetto ad un anno fa quando cominciò la crisi dei prezzi dovuti alla speculazione finanziaria sui mercati internazionali di Amsterdam.
“Gli effetti maggiori in bolletta” dice il presidente di Nomisma Energia Davide Tambarelli “si materializzeranno già a marzo per il gas, mentre per le bollette della luce bisogna aspettare aprile”. Se il prezzo dovesse mantenersi sotto i 50 euro al megawattora per i prossimi mesi “il risparmio delle famiglie si attesterebbe intorno ai 600 euro su basi semestrale” continua Tambarelli.
Comunque il risparmio non potrebbe interessare tutte le famiglie e potrebbero esserci differenze fra chi ha sottoscritto un contratto luce e gas col mercato tutelato – e ha già in qualche modo tamponato gli aumenti dei mesi scorsi – e chi invece ha sottoscritto un contratto di “libero mercato”. In questo ultimo caso, ad influire sul costo della bolletta non è soltanto il prezzo di mercato della materia prima, ma anche le clausole contrattuali che sono di due tipi: prezzo fisso e prezzo indicizzato. Nel caso del prezzo fisso, sulla base dei consumi, il calo del costo dell’energia non si materializzerà nelle bollette di chi ha sottoscritto questo tipo di contratto; nel caso di prezzo indicizzato, cioè nel caso di bollette che seguono la fluttuazione del prezzo della materia prima sul mercato, il costo della bolletta potrebbe adesso subire un calo più o meno significativo.
Al di là degli aspetti tecnici e dell’entità del risparmio in bolletta, ancora una volta sul problema del costo dell’energia si fa molto propaganda. Infatti, quando ci furono gli aumenti, i nostri media di propaganda (ed agitazione) individuavano nella guerra in ucraina la causa prima dell’aumento dell’energia – peccato però che gli aumenti si ebbero già alla fine dell’estate 2021, prima dell’inizio delle ostilità fra Russia ed Ucraina; ora si “festeggia” per un calo quasi irrisorio senza spiegare il motivo del “crollo dei prezzi”. Si guardano bene dal dire che queste fluttuazioni sono figlie della speculazione del dio mercato che decide sulla base dell’avidità di pochi falchi quanto dobbiamo spendere ogni giorno per cucinare, lavarci e, in sintesi, sopravvivere.
Ma non illudiamoci, dopo questo calo è lecito – ed anche prudente – attendersi una nuova impennata dei prezzi.
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