Continuano le proteste in Francia contro il provvedimento con cui il governo ha aumentato l’età pensionabile portandola a 64 anni senza il voto favorevole del parlamento. Nelle scorse settimane si erano già verificati scontri con la polizia nelle principali città, scontri che hanno comportato anche l’utilizzo di idranti e gas lacrimogeni sui manifestanti. Dopo Bordeaux, Marsiglia, Nantes e Compiegne, Parigi ha visto un intensificarsi delle proteste. Nella serata di venerdì si sono verificati scontri che hanno portato all’arresto di 61 persone, a cui si sono aggiunti altri 81 arresti nella giornata di sabato, quando l’autorità municipale ha proibito lo svolgersi di manifestazioni a Place de la Concorde e presso gli Champs-Elysees. Il numero totale degli arresti, compresi quelli delle manifestazioni di domenica, è comunque arrivato a circa 200 persone.
Il gruppo Liot (Libertà, indipendenti, oltremare e territori) aveva presentato infatti una mozione di sfiducia al governo, ma questa, pur essendo stata appoggiata dalla sinistra e da Marine Le Pen, è stata respinta dall’Assemblea nazionale, non ottenendo i voti necessari per essere approvata. Stessa sorte per la mozione di sfiducia del Rassemblement nationale di Le Pen, la quale ha dichiarato che la premier Borne deve dimettersi. Per contro il governo ha dichiarato che il provvedimento è necessario per evitare che il sistema collassi e che seguirà la linea dura contro le manifestazioni, alle quali, secondo Le Figaro, si sono uniti anche alcuni parlamentari. Se gli scioperi che si sono verificati presso le raffinerie della Total Energies e le ferrovie non sono stati accompagnati da significativi episodi di violenza, gli ultimi eventi di Parigi hanno mostrato analogie con la forte repressione delle proteste no green pass degli ultimi due anni.
Al momento in molte città della Francia sono attivi dei blocchi delle stazioni di benzina (circa 1200), oltre ai blocchi stradali attivi a Rennes e a quello di Beauvais, organizzato per incitare la popolazione a partecipare alla giornata di mobilitazione generale prevista per il 23 marzo.
Francesca Luchini
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