Oggi inizia a Davos il primo appuntamento del 2023 con il Forum Economico Mondiale, uno degli appuntamenti periodici in cui chi muove i fili della storia contemporanea dà una revisione ai propri burattini, garantendo che stiano recitando bene la loro parte, e li fa sfilare davanti agli occhi del mondo per affermare con la tacita retorica delle immagini l’ineluttabilità del proprio potere. Sebbene non sia al livello dei veri centri decisionali come il Bilderberg e la Trilateral, il Forum di Davos è comunque una tappa importante, soprattutto per la manovalanza al soldo dei plutocrati globalisti, ovvero i più di 2500 leader mondiali che ivi si incontreranno fino a venerdì 20 gennaio, perché in occasione della kermesse ideata e patrocinata da Klaus Schwab i burattini si aggiornano sullo stato dell’avanzamento dell’agenda dei loro padroni, confrontano le applicazioni locali delle direttive calate dall’alto e vengono ragguagliati sulle nuove direttive da eseguire.
Se l’ultimo Forum di Davos era stato una triste passerella in cui i principali criminali organizzatori del genocidio sanitario dell’Operazione Covid si erano sviolinati a vicenda, concedendo perfino a Xi Jinping, considerato illo tempore un vero e proprio guru della gestione pandemica, un lungo discorso di apertura, adesso il copione è decisamente cambiato. Come già stabilito all’ultimo Bilderberg, il mondo deve essere diviso in due poli: occidente contro Russia e Cina, definite “autocrazie” dagli organizzatori, e questa polarità, già accentuata dalla guerra russo-americana d’Ucraina, ha come obiettivo la distruzione delle catene di approvvigionamento dell’economia mondiale e la fine della globalizzazione, infatti “de-globalizzazione”, termine cardine del Bilderberg, torna a fare capolino a Davos 2023. Una chiave interpretativa fondamentale per comprendere il linguaggio di questa cricca è quella della lettura al contrario: tutto ciò che dicono di voler scongiurare, è in realtà precipuo obiettivo della loro agenda. Vogliono evitare una “recessione globale indotta dalla guerra”, e per farlo armano fino ai denti l’Ucraina e isolano sempre più, economicamente e diplomaticamente, le due nazioni orientali su cui si basa l’approvvigionamento di materie prime. Vogliono scongiurare che la Cina attacchi Taiwan, e lo fanno provocando continuamente Pechino, armando il Giappone e alimentando la rivalità economica con l’India nel tentativo di creare una nuova catena di approvvigionamento sostitutiva alle Vie della Seta. La Cina ha inviato tra le montagne svizzere il vicepremier Liu He, che dovrà confrontarsi soprattutto con Katherine Tai, la rappresentante del commercio della delegazione statunitense, e Samantha Power, amministratrice della USAID.
Ci sarà anche il navigato John Kerry, inviato speciale della presidenza americana per il clima, e infatti la lotta al fantomatico riscaldamento globale di origine antropica sarà un punto focale del Forum, che dovrà dare una risposta a come si potrà coniugare il ritorno al fossile obbligato dal taglio delle forniture russe e la creazione di un mondo a zero emissioni entro il 2030. Un vero spettacolo: peccato che il caro zio Klaus, indisposto da una malattia, non possa goderselo.
Altro tema fondamentale sarà la “sicurezza digitale e l’inclusività”, ovvero come potenziare la transizione sul piano digitale di tutti gli aspetti fondamentali della cittadinanza e della vita economica dei cittadini, e come estendere il più possibile questa condizione a tutta la popolazione mondiale, mettendo nelle mani dei padroni dei Big Data la vita di strati sempre più ampi dell’umanità. Per questo, bisogna combattere l’insorgenza dei nazionalismi – grosso pericolo per la creazione di un’autocrazia mondiale gestita da coloro che si definiscono difensori della democrazia – già stigmatizzati dalle psy-ops di Capitol Hill e Brasilia, che hanno appioppato un bell’elmetto cornuto sulla testa di chi difende la propria sovranità, così come la carta stagnola sul capo di chi ha provato a difendere il proprio corpo dalla strage sanitaria delle pseudo-vaccinazioni Covid.
MDM
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