Si è aperta ieri con nuove azioni di protesta la nona e forse più violenta giornata di scioperi in Francia contro la riforma delle pensioni che ha portato l’età pensionabile a 64 anni fra lo sdegno di milioni di lavoratori.
In mattinata alcuni manifestanti parigini hanno infatti bloccato la circolazione dei treni alla Gare de Lyon invadendo i binari mentre altri hanno occupato l’aeroporto Roissy-Charles De Gaulle. Ma dietro le proteste non è difficile intravedere lo zampino del governo Macron. Oltre infatti alla naturale esasperazione dei francesi, le manifestazioni hanno visto la presenza di gruppi di infiltrati al soldo delle questure che come spesso accade hanno fatto degenerare le proteste facendo assumere loro un carattere ancora più violento ed assaltando anche supermercati banche e negozi al fine di provocare la reazione delle forze dell’ordine. Per il corteo partito da piazza della Bastiglia, al quale hanno fatto seguito i principali scontri con la polizia, erano inizialmente previsti 70mila partecipanti, mentre fonti locali riferiscono di circa 800mila manifestanti in tutta Parigi. Alcuni di essi secondo le autorità locali avrebbero appiccato circa 903 incendi ad elementi di arredo urbano. I fermi nella sola capitale sono stati 457 e i feriti fra le forze dell’ordine ammontano a 441 secondo quanto riferito dal ministro dell’interno Gérald Darmanin a Cnews. Le azioni di protesta sono state così ingenti da richiedere la chiusura ai vistatori dell’arco di trionfo, della torre Eiffel e del castello di Versailles.
Per il governo francese i manifestanti erano circa un milione mentre per i sindacati erano 3,5 milioni. Oggi l’agenzia Ansa da la notizia che anche la visita di re Carlo III d’Inghilterra prevista per domani è stata rimandata a causa delle manifestazioni. Stando a quanto comunicato dall’Eliseo il presidente Macron ha rimandato la visita del sovrano a data da destinarsi. Per Macron le attuali condizioni della capitale francese non consentirebbero lo svolgimento della visita “in condizioni che corrispondono alla nostra relazione di amicizia”, come ha fatto sapere oggi in un comunicato stampa.
Vista la situazione drammatica nuove manifestazioni sono attese per i prossimi giorni e i disordini verosimilmente continueranno fino all’abolizione della legge. La riforma era stata introdotta senza l’approvazione del parlamento, fatto che aveva causato ulteriore malcontento portando a giornate di sciopero e manifestazioni da più di un mese.
Francesca Luchini
Max dice
eh certo, quando si pone la questione della violenza diventa sempre “opera d’infiltrati” fortunatamente i francesi non sono avvezzi a questa infamia di vecchio stampo PCI…bravi! con questa siete entrati nel lurido fiume del riformismo parastatale