Giuseppe Russo
Avanti.it
Da un mese a questa parte, la società italiana è scossa da quello che è stato chiamato “effetto Schlein”. Già nelle ore immediatamente successive alle primarie del 26 febbraio scorso, il Partito Democratico a guida “femminile e femminista” ha preso a volare nei sondaggi, superando di slancio il Movimento 5 Stelle del “progressista per finta” Giuseppe Conte e raggiungendo il 20% delle intenzioni (virtuali) di voto. Migliaia di disillusi militanti smarritisi nel corso degli anni avrebbero inoltre preso d’assalto il partito chiedendo di iscriversi, processo del quale si è smarrita ogni coerenza aritmetica. Fra biografie zuccherose, interviste compiaciute e rappresentazioni suggestive del “duello” fra lei e Giorgia Meloni (con quest’ultima vestita di nero ed Elly di bianco), questo “effetto Schlein” è dovuto al lavoro della megamacchina massmediatica, i cui funzionari si stanno prodigando nella causa con l’ardore che si riserva alle grandi battaglie di civiltà, come quella per salvare il mondo dal Covid o quella per salvare l’Ucraina dai russi assassini. E così, Elly è ovunque: domina le cronache politiche, detta l’agenda, fa capolino nelle riviste di gossip e di “lifestyle”. Le Elly sono tante, milioni di milioni: qui sotto ce ne sono appena dieci (in rigoroso ordine alfabetico).
Elly etrusca
Com’era lecito aspettarsi, guai a chi tocca Elly dal lato dell’ascendenza ebraica. Se può essere ancora tollerato che nelle biografie si scriva che suo padre è un ebreo ashkenazita,vige invece tolleranza zero su ogni analogia fra il suo naso vistoso e “l’ebraismo internazionale” o cose del genere. Il centro di documentazione ebraica di Milano, che s’è messo d’impegno a scandagliare i social alla ricerca di post antisemiti aventi Elly Schlein come bersaglio, ne ha già censiti un centinaio. Ad ogni modo, già ben prima delle primarie, versione femminile e postmoderna di Cyrano de Bergerac, Elly aveva così descritto la sua protuberanza olfattiva nel corso di un’intervista rilasciata a Luca Telese per Tpi.it: “Il naso è senza dubbio una parte importante del mio corpo. E da quando mi sono candidata è diventato due cose insieme: prima un simbolo. E subito dopo un bersaglio…. Si è attivato un vero e proprio esercito di odiatori che parte dal mio naso e dal mio cognome per esprimere ignobili sentimenti antisemiti. Ma vuoi sapere la cosa più bella?”. La cosa più bella è che Elly non è ebrea non essendolo sua madre (la trasmissione è tradizionalmente matrilineare); il suo naso “ebreo”, inoltre, sarebbe in realtà “etrusco” proprio come quello della sua mamma, che vanta radici toscane. Quando s’erano appena sguinzagliati i segugi milanesi alla ricerca di postacci antisemiti, la leader della comunità ebraica romana Ruth Dureghello ha bacchettato via twitter la futura segretaria, rilevando che aveva inconsapevolmente riproposto gli stessi stereotipi antisemiti che venivano usati dagli “odiatori” e rivelandosi più schleiniana di Schlein nel momento in cui ha scritto: “Non esistono nasi etruschi, ebraici o fenici, esistono caratteristiche che ci rendono unici e di cui non bisogna vergognarsi.” Mentre si portano avanti gli studi etnologici sul naso schleiniano, le luci della ribalta si accendono anche sul lato materno del suo complesso albero genealogico. Maria Paola Viviani, ex docente universitaria di diritto che conobbe il suo futuro marito Melvin Schlein ad un convegno sul federalismo negli anni ’70, è figlia di Agostino, prestigioso avvocato senese di origine e milanese di adozione venuto a mancare nel 2009. Agostino Viviani fu per due legislature senatore del Partito Socialista Italiano, dal 1972 al 1979, occupandosi prevalentemente di giustizia, ambito nel quale ebbe più volte a polemizzare con l’Associazione Nazionale Magistrati. Dopo essersi fatto una fama di “garantista” ed essersi avvicinato ai radicali negli anni ’80, l’avvocato Viviani entrò nell’orbita di Forza Italia, partito per il quale venne nominato membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura nel 1994. Rievocandone la figura, Fedele Confalonieri, uno dei tanti “bracci destri” di Berlusconi, lo ha descritto così: “un personaggio meraviglioso…quando nacque Forza Italia, Silvio lo volle con sé“. A proposito di Elly, invece: “Il solo fatto che sia la nipote di Agostino Viviani me la rende simpatica”. Agostino Viviani aveva per giunta un fratello minore, Arturo, a sua volta avvocato di rango, che fu deputato per la Democrazia Cristiana dal 1953 al 1963. Tutto questo per ribadire che Elly è un’outsider che si è fatta da sola partendo dal basso eccetera eccetera.
Elly femminista
Insediandosi come segretaria del PD a beneficio di taccuini e telecamere, Elly s’era prodotta in una citazione che i suoi esegeti avevano subito decifrato. “Ancora una volta non ci hanno visto arrivare”: allusione al saggio They didn’t see us coming di Lisa Levenstein, profetessa del neofemminismo americano anni ’90. Elly è infatti, prima di ogni altra cosa, femminista, al contrario di quell’altra là, quella che è solo femmina ma che già sconta l’egemonia schleiniana riproponendo, chissà con che livello di consapevolezza, la stessa citazione in occasione della giornata della donna. “Essere sottovalutate è un vantaggio”, ha detto Giorgia Meloni l’otto marzo scorso. “Non ci vedono arrivare”. Chiarito chi è che padroneggia il discorso e chi no, ecco un campionario della retorica femminista schleiniana: “Le amministratrici e gli amministratori… le bambine e i bambini…le elettrici e gli elettori…le italiane e gli italiani…le lavoratrici e i lavoratori…le militanti e i militanti… le studentesse e gli studenti…”. È tutto così: non sgarra mai.
Elly fidanzata
Dopo il colpaccio del “coming out” da Daria Bignardi nel 2020, circostanza nella quale aveva rivelato di essere fidanzata con una ragazza dopo aver amato “molte donne e molti uomini”, la questione era rimasta riservata. All’indomani della promozione a segretaria, tuttavia, il “riserbo” non può più essere mantenuto. E così, grazie ad uno scoop della rivista Diva e Donna (della scuderia di Urbano Cairo come la Bignardi), ecco Paola, ventottenne “amica del cuore” di Elly di origine sarda fotografata mentre condivide con lei un taxi e mentre porta a spasso Pila, la cagnetta di Elly che sarà a sua volta protagonista di tante intriganti sottotrame. Per ora di Paola si sa solo che è bellissima e intelligentissima, poi si vedrà.
Elly musicista
Nella seconda serata di martedì 21 marzo è andato in onda su Rai2 un Elly-show che resta, sino a questo momento, il vertice della “operazione simpatia” (per usare un eufemismo) di cui è oggetto. Ospite di Stasera c’è Cattelan, Elly Schlein ha dato vita con il conduttore ad una serie di siparietti ammiccanti accolti con ovazioni dal pubblico in studio (e con tripudio da quello a casa). Essendo pianista con una formazione classica, oltre che chitarrista “indie rock”, Elly si è cimentata pure nell’esecuzione di un brano in diretta. Con l’originalità che la contraddistingue, ha scelto Imagine di John Lennon. A cantarne le parole, però, è stato Cattelan spaparanzato sul pianoforte. Già adesso, Elly Schlein (feat. Cattelan) Live at Stasera c’è Cattelan è uno dei dischi più importanti del XXI secolo. Eclettica musicista ed onnivora musicofila, l’autrice ama il rock anni ’90 e la canzone d’autore italiana, segue misconosciute band canadesi e mette in piedi gruppi d’ascolto sul festival di Sanremo, si rilassa suonando i Green Day e si fa le foto con I Cugini di Campagna (che manco la riconoscono). Elly segue lo spartito del destino per suonare la colonna sonora della nostra vita.
Elly nerd
Visto che, come ha avuto modo di dire Alessandro Cattelan nell’intervista-tributo di cui sopra, “giocare ai videogiochi ti avvicina alla gente”, Elly Schlein ha sempre rivendicato di essere una appassionata videogiocatrice, amante di giochi “da nerd” come Monkey Island e The Last of Us, saga nella quale ci sono un personaggio di nome “Ellie”, una pandemia assassina e tresche LGBTQ. Per spiegare la parabola politico-esistenziale di Elly e della “generazione Y” che rappresenterebbe, il Corriere usa queste parole: “Una mano gliel’ha data anche il fattore N, come Nerd. Un tempo si sarebbe usato l’ormai politicamente scorretto “secchioni”, un po’ primi della classe un po’ outsider con la passione per videogame, giochi di ruolo, cineforum. Ai tempi dei social hanno avuto la loro rivincita e sono diventati di moda. Fanno tendenza, a volte sono veri e propri influencer.”. Essere una nerd, ad ogni modo, presenta anche dei lati oscuri: da smanettona compulsiva qual è e qual è stata, Elly ha commesso dei passi falsi a forza di postare invettive quand’era ancora una giovane rivoluzionaria. Qualche nerd che non ce l’ha fatta è andato a ripescare i suoi interventi del 2013: oltre a parole di fuoco contro l’allora premier Enrico Letta e altri esponenti del PD, Elly si permise pure un commento al vetriolo sul “sorrisetto del cazzo di Travaglio”, associato in un tweet a “uno stronzo che ha altri due passaporti nella tasca interna della giacca”. A detta di Elly, i due si sono presto chiariti finendo col farsi due risate. All’epoca, infatti, Elly faceva satira per conto della “Lega Nerd”. Per inciso, di passaporti in tasca lei ne ha tre.
Elly occhialuta
Lo “stile di Elly” fa già scuola fra assenza di trucco, giacche celestine, nu jeans e na maglietta (e c’è chi ha osato darle della sciattona). Sottovalutati nelle analisi appaiono però gli occhiali da sole che porta sempre in testa, anche di notte. Pur nella consapevolezza che dietro quest’abitudine ci sarà con ogni probabilità la Social Changes, resta la sensazione che Elly sia rimasta imprigionata nel loop del più carisma e sintomatico mistero.
Elly pallonara
Per obbedire alla consegna di “avvicinarsi alla gente”, a Elly è toccato pure il tributo al gioco nazionalpopolare per eccellenza. Sempre a Stasera c’è Cattelan, la neosegretaria ha detto di essere un’ex calciatrice e di aver giocato anche nella nazionale femminile delle parlamentari (E poi? presenze? reti? assist, cartellini, sostituzioni…vogliamo sapere tutto, tutto!). A livello di tifo, è stata fluida come in altre cose della vita, simpatizzando prima per il Milan (mollato quando ha scoperto il cattivone che c’era dietro…), poi per la Juventus e infine per il Bologna, squadra della sua città d’adozione. Elly ha tuttavia confessato di non seguire molto il campionato: non sapere chi è Kvaratskhelia potrebbe creare un insanabile gap fra lei e le plebi meridionali. Quando ha vestito la maglia azzurra, l’ha fatto per una buona causa, ovvero quella di “sensibilizzare sulle discriminazioni che le sportive professioniste ancora vivono nel mondo dello sport”. Chi ha avuto il privilegio di vederla giocare ha detto che è fortissima.
Elly povera (o, almeno, non così ricca)
Nell’intervista a Tpi.it citata all’inizio, Elly ha detto che la sua ricchezza “…è un’altra fake news di provenienza antisemita”, descrivendo la sua come “una normalissima famiglia borghese”. Quando venne candidata alle europee nel 2014, infatti, era del tutto squattrinata. Alla domanda su come fosse riuscita a farsi eleggere a suon di preferenze, ha risposto così: “Immodestamente sono una macchina. Ho fatto viaggi a tappeto in giro per il Paese”. Ciascuno di questi viaggi, evidentemente, partiva da una colletta alla stazione centrale di Bologna (“crowdfunding” direbbe Elly), quella stessa stazione nei pressi della quale pare che Elly viva assieme a Paola. Questo aspetto della biografia schleiniana appare tuttora irrisolto: da un lato andò a prendersi la tessera del PD al circolo della Bolognina, quartiere già “rosso” noto per la svolta di Occhetto ed oggi un po’ cinesizzato, un po’ africanizzato e un po’ gentrificato (insomma, il posto dove è plausibile che Elly avesse scelto di vivere); dall’altro, il seggio a lei assegnato per il voto delle primarie era in via Mentana, in un’area centralissima dove le case costano oltre 3000 euro al metro quadro. A Roma, dopo aver “divorziato” dalla sua precedente coinquilina, l’altra deputata piddina Chiara Gribaudo, Elly sta cercando casa per lei e la sua Paola in zona Monteverde Vecchio. Orsù, parta il crowdfunding dei compagni.
Elly ribelle
Per segnare una svolta elettrizzante rispetto alla sonnacchiosa gestione lettiana del partito, Elly ha partecipato a tre manifestazioni di piazza nell’arco di pochi giorni: prima quella “antifascista” di Firenze, poi quella per “i diritti delle famiglie omogenitoriali” di Milano (circostanza nella quale ha ricevuto il decisivo endorsement dell’ex compagna di Berlusconi oggi icona lesbo-glamour Francesca Pascale: altro che casalinghe di Voghera) e infine quella di commemorazione delle vittime delle mafie tenutasi sempre nel capoluogo lombardo. Accolta ovunque da folle ebbre di entusiasmo, Elly si è ricavata nel malleabile immaginario piddino lo spazio che si riserva agli eroi ribelli; donna di lotta e di governo, di marciapiede e di palazzo, di barricata e di vertice internazionale, la nuova segretaria è una che si sporca le mani in piazza e dice quello che pensa senza asfissianti tatticismi. Per suffragare tale narrazione, i giornali hanno preso a corredare gli articoli di foto d’archivio in cui Elly imbraccia un megafono in una posa che fa tanto anni ’70. “Elly è la ribelle che siamo stati tutti, e che tutti ancora siamo in fondo al nostro cuor”, pensano all’unisono gli imbolsiti piddini. Elly è una nuova, inaspettata giovinezza che accarezza una vecchiaia .che pareva irredimibile.
Elly: una donna sola al comando
Pur ostentando un plurale che presuppone l’esistenza di un agguerrito movimento alle sue spalle (“le nostre battaglie”, “prendiamoci il nostro spazio”, “abbiamo vinto il congresso”), Elly si percepisce come una donna sola al comando. D’ora in avanti, nel PD si farà la sua volontà e nessun’altra. Quelli che l’hanno capito si sono già riposizionati: diversi “bonacciniani” hanno dato vita alla microcorrente dei “neoulivisti”, avvicinandosi alla segretaria nel momento in cui si è consumato il braccio di ferro sui nuovi capigruppo, cariche nelle quali sono stati poi promossi i candidati di marca schleiniana, ovvero Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia al Senato. Ormai, che l’abbia conquistata, ereditata o vinta al gioco, “la Ditta” è sua (o meglio, di chi ce l’ha messa). Il plurale “movimentista” di sopra è in realtà un plurale maiestatis.
Fra i prossimi possibili spunti di questa Schleineide che è solo all’inizio, “la Bologna di Elly” (“viaggio nella città cara ad Elly, fra una puntata al monumento che commemora le vittime omosessuali del nazismo in Porta Saragozza ed una al baretto alternativo in cui fa mattina parlando dei cambiamenti climatici”), “tutti gli amori di Elly” (“inchiesta a puntate sulle donne e sugli uomini di Elly, fra Shakespeare e Cinquanta sfumature di grigio“), “Pila transgender” (“documentario sul percorso di consapevolezza non-binaria di Pila, l* cagnett* di Elly e Paola”).
Ricapitolando: Elly Schlein, figlia di un politologo americano che era venuto in Italia per combattere la “guerra fredda culturale“, viene “recuperata”, dopo aver abbandonato il PD appresso a quel debosciato di Civati, in occasione delle regionali emiliano-romagnole del 2020, evento che, col senno di poi, rappresenta il primo decisivo passo di una scalata che era stata accuratamente pianificata; alle politiche 2022 ottiene un posto in prima fila nelle liste piddine nonostante rappresentasse un “movimento” che aveva il 3% in Emilia-Romagna e nulla più; le regole del partito vengono cambiate in corsa per permetterle di partecipare alle primarie; nel primo turno delle primarie, riservato agli iscritti, il suo rivale Bonaccini ottiene la maggioranza assoluta; nel secondo turno, come non era mai accaduto prima, ribalta la partita in circostanze che è riduttivo definire opache; si prende il partito e i vari Emiliano e De Luca se ne stanno zitti e buoni. Qui non stanno costruendo un semplice personaggio: si lavora per dare forma a un mito postmoderno di fuffa e storytelling. Nel caso, si farà sempre in tempo a sbaraccare tutto. Intanto, il futuro appartiene a Elly.
Silvia dice
Senza parole. O meglio senza parole pubblicabili. Tanto rumore per nulla..
Peccato non si sia laureata all’ Economia school of London…….., Avrebbe raggiunto la perfezione e questo non è da tutti, e nemmeno per lei. Forse.
Silvia dice
Nel senso che dovrei farmela piacere per forza?
Silvia dice
Ma non si era in democrazia con Diritto di esprimere la propria opinione? E i diritti umani a cui pare tanto tenere?
Il Contadino dice
Puntuale ed esaustivo il Russo, come d’abitudine, scova tutto, anche le perle più piccole che nemmeno il miglior cane da tartufo. Chissà come fa, dove trova la forza ed il coraggio di indagare su certi personaggi?! Probabilmente, prima si sottopone a profilassi e poi a cura disintossicante.
Per quanto mi piaccia, a me riesce difficile soltanto leggerlo questo articolo, figuriamoci realizzarlo;-))
Giuseppe dice
Concordo con Silvia: senza parole pubblicabili, data la generosa libertà di parola e stampa di cui godiamo.