Venerdì una commissione giudiziaria canadese ha dichiarato che l’utilizzo dell’Emergencies Act con cui il governo di Trudeau ha represso le proteste dei camionisti contro le restrizioni e gli obblighi vaccinali, è stata una decisione “appropriata” e “rispettosa dei principi costituzionali”.
La decisione ha creato scalpore in Canada, poiché la commissione, istituita il 25 aprile 2022, era presidiata dal giudice della Corte d’appello dell’Ontario Paul Rouleau, fratello di Pierre Rouleau, a sua volta marito della zia paterna di Justin Trudeau. Ma il giudice è addirittura anche un militante del partito del premier, il Liberal Party. Inoltre, il paradosso di questa decisione è costituito anche dal fatto che nella relazione finale, costituita da cinque volumi per un totale di duemila pagine, il giudice addossa le colpe dei tumulti al governo, salvo poi assolvere il parente e compagno di partito Trudeau da qualsiasi responsabilità.
“Sono profondamente deluso, ma non sorpreso: questa commissione non è indipendente. Sono liberal che indagano su altri liberal. Sono sconcertato che il giudice Rouleau abbia definito le proteste ‘una minaccia alla sicurezza nazionale’, quando in realtà è stata un’iniziativa assolutamente pacifica” ha dichiarato Maxime Bernier, leader del Partito Popolare.
La repressione brutale del Freedom Convoy, la protesta pacifica dei camionisti contro gli obblighi vaccinali, le restrizioni del covid, e i pass vaccinali, iniziata il 22 gennaio 2022 con il blocco di Ottawa durato tre settimane, ha suscitato sdegno anche all’estero, dove politici e imprenditori, come Marine Lepen e Donald Trump, hanno espresso solidarietà ai manifestanti, ma anche Elon Musk che aveva pubblicato su Twitter un meme in cui Hitler si lamentava di essere paragonato a Trudeau.
Il governo aveva infatti reagito con arresti, cariche di polizia ed espropri arbitrari di proprietà mai visti in uno stato di diritto in un paese occidentale, il tutto accompagnato con parole violente e minacciose sia da parte di Trudeau, che aveva dichiarato che la protesta riguardava una “minoranza marginale ed estremista” costituita da “nazisti, fascisti e razzisti”, quando in realtà si trattava di normali famiglie di lavoratori, e sia da parte del ministro delle finanze Chrystia Freeland, tra l’altro anche membro del consiglio direttivo del World Economic Forum, che aveva dichiarato con toni minacciosi “Se avete protestato i vostri conti correnti saranno congelati e l’assicurazione del vostro veicolo sospesa. Le pene che abbiamo deciso faranno male”.
È stata la prima volta nella storia in cui il Canada ha applicato l’Emergencies Act, emanato nel 1988. Un atto simile era il War Measures Act usato solo tre volte: nelle due guerre mondiali e durante la Rivoluzione tranquilla del Quebec, quando a capo del governo c’era proprio Pierre Trudeau, il padre di Justin.
Intanto il giornale Globe & Mail ha riportato documenti del CSIS, servizi segreti canadesi, secondo cui i diplomatici cinesi e i loro procuratori hanno sostenuto la rielezione dei liberali di Justin Trudeau, e ora parlamentari dell’opposizione vorrebbero sollevare la questione.
Insomma, bisognerebbe chiedersi quanti soldi ha ricevuto Trudeau e da chi per trasformare il ‘democratico’ e ‘libero’ Canada in una dittatura brutale e autoritaria, e soprattutto come si presume che il popolo debba fidarsi delle istituzioni quando a giudicare il primo ministro è in realtà un suo stesso parente e compagno di partito.
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