Il primo allarme lo ha dato Eurostat, agenzia di statistica ufficiale dell’UE con sede in Lussemburgo, che il 17 febbraio ha denunciato come nell’ultimo trimestre dell’anno scorso il livello di insolvenze tra le imprese dell’Unione ha toccato il punto più alto dal 2015, anno in cui sono iniziate le registrazioni da parte dell’istituto, e ha dato un fosco avvertimento: l’UE è sull’orlo della recessione, e se il trend non cambia è là che andremo a finire. Nel periodo tra ottobre a dicembre del 2022 le insolvenze sono aumentate significativamente anche rispetto al trimestre precedente (+26,8%) ma sin dall’inizio dell’anno non avevano fatto che aumentare: «il numero di dichiarazioni di fallimento è aumentato durante tutti e quattro i trimestri del 2022 […] Guardando specificamente ai fallimenti per attività, tutti i settori hanno registrato un aumento del numero di fallimenti nel quarto trimestre del 2022 rispetto al trimestre precedente» è scritto nel rapporto Eurostat. Nel dettaglio, il settore del trasporto e magazzinaggio hanno registrato un +72,2% – e siamo certi che Amazon non rientra nel novero – i servizi di alloggio e ristorazione +39,4% mentre istruzione, sanità e attività sociali +29,5%; se poi ci azzardiamo a paragonare i dati delle insolvenze rispetto all’ultimo trimestre del 2019, l’aumento nel 2022 è spaventoso, tanto che i soli servizi di alloggio e ristorazione che hanno smesso di poter far fronte alle spese sono praticamente raddoppiate (+97,7%).
Come non pensare, di fronte a questi dati, che non siano il frutto della chiusura forzata delle imprese dovuta agli arresti domiciliari imposti su base pseudo-sanitaria, cui è subito seguita l’economia di guerra e l’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità? che non si sia trattato della tempesta perfetta innescata dai grandi speculatori della mafia globalista, e che la combo Operazione Covid + interruzione dell’approvvigionamento di gas russo sia stata pianificata dai signorotti sionisti e messa in pratica dai loro valvassini in colletto bianco? L’intento è chiaro: va distrutta la classe media occidentale, quella abituata ai diritti e al benessere, affinché sia attuata una concentrazione di capitali senza precedenti nelle loro mani, così da ridurre tutti quelli che erano stati proprietari di beni immobili al rango di proletari, e poter imbastire un governo unico su scala transnazionale; la proprietà privata, il possesso di beni e risorse da cui poter fare impresa, sono il principale ostacolo alla creazione del sistema tecnocratico globale che i pochi plutocrati vogliono imporre sui molti. Quei settori che non vengono intaccati da questo sistema, ci pensano i governi stessi a distruggerli, come nel caso degli allevatori olandesi e degli agricoltori francesi. E non è tutto: quello che questi criminali vogliono innescare è una crisi alimentare su scala globale, per poter eliminare l’autoproduzione di cibo e sdoganare gli insetti e gli OGM gestiti già oggi da monopoli anglo-sionisti. Il prossimo passo, già avviato in larga parte, è quello della falsa transizione ecologica, basata alla demonizzazione della CO2, e che nei piani di costoro dovrà dare il colpo di grazia alle economie sovrane.
Le economie dove è più visibile questa operazione sono quelle che prima dell’Operazione Covid erano le più avanzate del Vecchio Continente, come Germania, Olanda e Svezia. Quest’ultima ha registrato a febbraio, come riporta Bloomberg, un’impennata dei fallimenti che va avanti ormai da sette mesi, causata dalla peggior crisi del settore immobiliare dell’ultimo trentennio, dovuta all’impennata dell’aumento dei prezzi e dalla crescita dei tassi d’interesse imposta – guarda caso… – dalla BCE: il numero di fallimenti è aumentato dell’11% a febbraio 2023 rispetto all’anno precedente, che riguarda soprattutto il settore della vendita al dettaglio e del commercio di auto. Nello stesso mese ha dichiarato bancarotta Air Leap, azienda di trasporti aerei, che aveva un fatturato annuo di 27 milioni di dollari. Alla fine dell’anno scorso il governo Kristersson ha annunciato che il paese sarebbe entrato in un periodo di recessione che sarebbe durato almeno fino al 2025.
MDM
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