Negli Stati Uniti il conflitto che vede scontrarsi da un lato i cosiddetti woke ossia coloro che supportano l'”emancipazione” delle minoranze razziali e LGBTQ, e dall’altro i cosiddetti conservatori si sta sempre più esasperando, con azioni dall’una e dall’altra parte che ricordano i roghi di libri di Farenheit 451. Mentre infatti i primi diffondono l’ideologia gender nelle scuole con il famoso “ma non dirlo ai tuoi genitori”, i conservatori rispondono chiedendo ai responsabili di molte biblioteche di eliminare dai cataloghi libri, utilizzati anche dalle scuole, che promuovono in forma più o meno esplicita l’ideologia gender o scritti da autori che la supportano.
Se quindi da un lato i genitori, che non accettano che i propri figli siano sessualizzati già dall’infanzia, chiedono che alcuni libri vengano ritirati dalle scuole, dall’altro lato ciò viene strumentalizzato dal sistema che li fa passare per oscurantisti. Questo in un momento in cui però tutti i personaggi delle più note fiabe per bambini e dei più famosi film e cartoni animati vengono rielaborati e sfornati ex novo con caratteristiche di qualsiasi razza purché non sia quella bianca, oppure con gusti sessuali o identità di genere “diversi”. Non è un mistero del resto che i poteri economici internazionali abbiano tutto l’interesse a spersonalizzare i bambini fin dalla prima infanzia per renderli delle marionette edonistiche facilmente manipolabili, oltre che eccellenti consumatori. E sono riusciti ad incistarsi così a fondo nelle istituzioni specialmente americane che stanno procedendo ad una sistematica rilettura e censura dei grandi autori del passato, fra cui Shakespeare. È infatti notizia recente che i woke attraverso un nuovo libro intitolato White people in Shakespeare stanno attribuendo al celebre autore inglese la qualifica di “inventore della supremazia bianca” e lo stanno tacciando di razzismo per aver elogiato nelle sue opere giovani ragazze bianche.
Ecco che i primi censori accusano di censura coloro che vogliono proteggere i propri figli da questa spersonalizzazione e dalla sessualizzazione in corso nelle scuole, strumentalizzando richieste come quella della rimozione di libri dalle biblioteche. Forse tutto finirà in una grottesca operazione di marketing, come già accaduto al noto autore di libri per ragazzi, Roald Dahl che sta subendo il rimaneggiamento politically correct dei suoi libri, mentre la casa editrice che ha promosso la cosa sta facendo marcia indietro: verrà pubblicata la versione originale e una versione con i rimaneggiamenti woke. Intanto negli Stati Uniti la camera dei rappresentanti ha votato a favore di una proposta di legge del GOP che richiede alle scuole di ottenere l’approvazione dei genitori prima di consentire all’alunno di utilizzare pronomi diversi dal proprio genere per identificarsi. C’è da aspettarsi la reazione dei democratici che con ogni probabilità strumentalizzeranno la cosa accusando la camera di mettere in pericolo i bambini transgender. D’altronde anche in Italia non ce la passiamo meglio.
Francesca Luchini
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