La guerra fra sinistri e conservatori negli Stati Uniti continua a mietere le sue vittime. Nell’attacco alla scuola di Nashville lo scorso lunedì sono rimaste vittime 7 persone, mentre per sabato è prevista una manifestazione davanti alla corte suprema per rispondere all’ “odio” nei confronti del mondo trans prodotto dal fatto violento di lunedì. L’evento sarà infatti organizzato dall’associazione Trans radical activist network (TRAN) e durerà nel complesso da venerdì 31 marzo fino a domenica 2 aprile, con la marcia fino alla corte suprema prevista per le 11 della mattina di sabato. La cosa assurda è che nel manifesto dell’evento è scritto che la protesta è contro il “genocidio” dei trans, genocidio che naturalmente non è mai esistito. Fino a questo punto si è spinta la propaganda del sistema.
Nel frattempo nessuno è esente dalla campagna di censura “antiodio” che continua a imperversare causando la chiusura di account social per violazione delle norme. E questo anche nel liberalissimo twitter. L’attivista repubblicana Taylor Green ha visto infatti sospeso il suo account Twitter per 7 giorni semplicemente per aver denunciato la preparazione dell’evento di sabato in quanto probabilmente violento.
Continua così la contrapposizione sempre più aspra fra woke e conservatori che si sta trasformando in una guerra fra comunità trans e cristiani. La scuola che ha subito l’attacco lunedì era infatti una scuola di orientamento cristiano ed era perciò prevedibile la strumentalizzazione dell’evento in un paese dove sempre più persone vedono i membri della comunità LGBTQ come dei posseduti chiamando in causa anche demoni e angeli. In un paese dove ciò che non è estremo non è interessante non c’è da stupirsi di una simile radicalizzazione, così come non ci sarebbe da stupirsi se qualcuno sfruttasse questa estrema volubilità americana a suo pro spingendo alla violenza i trans americani: come è stato fatto con la comunità nera a maggio 2020 e come testimoniano i miliardi di dollari spesi per indottrinare alla divisione sociale fin dalle scuole elementari. Sembra infatti che tutto sia lecito pur di rafforzare questi due grandi schieramenti pseudopolitici, come se fossero solo i cristiani a non volere la manipolazione mentale dei propri figli nelle scuole e come se la comunità LGBTQ fosse la paladina dell’antifascismo, quando invece dietro al movimento cosiddetto “antifa” come sappiamo vi sono solo gli interessi dei globalisti. Tutto è quindi utile pur di alimentare la contrapposizione fra i cattivi conservatori, portatori di visioni antiquate e ormai inverosimili e i “liberatori” che esprimono (a loro dire ovviamente) tutto il meglio che si possa desiderare. Quello che dobbiamo chiederci è: a chi giova che i cittadini americani vivano in questa condizione di caos?
Francesca Luchini
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