Un elicottero si è schiantato in Ucraina, a Brovary, nella periferia orientale di Kiev, tra un edificio residenziale e un asilo. A bordo dell’elicottero c’erano anche il ministro dell’Interno ucraino Denis Monastyrsky e il suo vice Yevgeny Enin, entrambi deceduti. Dopo l’impatto è esploso un incendio, al momento ci sono diciotto morti tra cui i nove passeggeri dell’elicottero e altre vittime tra cui tre bambini, mentre altre ventinove persone sarebbero ricoverate in ospedale. Questo è il bilancio dell’incidente avvenuto questa mattina, mercoledì 18 gennaio.
La dinamica dell’incidente non è ancora del tutto chiara, dati preliminari avrebbero inizialmente sostenuto che si trattasse di un velivolo abbattuto dalla difesa aerea ucraina. Tuttavia, la notizia pare non essere stata confermata dalle autorità che starebbero invece contemplando tra le possibili cause un mal funzionamento dell’elicottero, una violazione delle norme di sicurezza oppure un sabotaggio. L’elicottero precipitato vicino Kiev con a bordo il ministro dell’Interno ucraino, figura politica vicina a Zelensky, si stava dirigendo verso una “zona calda” del conflitto, secondo quanto riportato dal vice capo dell’ufficio di presidenza ucraina, Kyrylo Timoshenko.
Ricordando il simile caso dei missili in Polonia, per cui inizialmente furono incolpati i russi, ma che poi fu chiarito si trattasse di un errore umano dell’esercito ucraino, non è così improbabile che anche stavolta possa essersi trattato di un errore della difesa aerea che avrebbe abbattuto l’elicottero che si stava dirigendo proprio verso una zona calda, e che ora le autorità starebbero provando a nascondere.
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