Martedì un tribunale di Kiev ha bandito su richiesta del governo il partito dell’ex presidente Viktor Yanukovich, un tempo il più grande dell’Ucraina.
L’ufficio investigativo statale ucraino (SBI) ha annunciato il divieto ai media statali, affermando che la decisione ha fatto seguito ad una mozione del ministero della Giustizia basata sulle accuse mosse dallo stesso SBI e dal servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU), contro il partito.
“In particolare, l’SBI ha fornito materiale riguardante le azioni illegali della leadership del Partito delle Regioni durante la firma e la ratifica dei cosiddetti Accordi di Kharkov, nonché sui crimini da loro commessi durante gli eventi della Rivoluzione della dignità” ha detto l’agenzia.
L’accordo del 2010, firmato a Kharkov, ha prorogato le autorizzazioni alle basi navali russe in Crimea fino al 2042, in cambio di uno sconto sulle forniture di gas naturale russo all’Ucraina. Mentre la Rivoluzione della dignità è il nuovo nome che il governo ucraino dà ora al colpo di stato colorato di Maidan del 2014, che ha innescato poi il conflitto in Crimea e in Donbass.
Il governo sta determinando il valore dei beni del partito che saranno sequestrati in base a una legge emanata nel maggio 2022. Tale legge consente a Zelensky di bandire qualsiasi partito che contesti la sua posizione ufficiale, soprattutto sul conflitto con la Russia.
Finora la legge è stata già utilizzata per vietare una dozzina di partiti. Ad esempio, il più grande blocco parlamentare di opposizione Piattaforma di Opposizione- Per la Vita, è stato messo fuori legge lo scorso giugno.
Il Partito delle Regioni è stato fondato nel 1997 ed è stato il più grande partito politico del paese nel 2006, in risposta alla “rivoluzione arancione”, una prima rivoluzione colorata che già nel 2004 aveva insediato un primo governo filoamericano. Ma il Partito aveva già smesso di operare dal 2014, quando il presidente Yanukovich e il primo ministro Nikolai Azarov hanno chiesto asilo politico in Russia
L’Ucraina dunque si dimostra essere una dittatura autoritaria che non tollera l’esistenza di opposizioni politiche. Ma la messa al bando del partito avviene paradossalmente proprio il giorno dopo della visita di Joe Biden a Kiev, durante la quale aveva elogiato con ipocrisia la democrazia del paese: “L’Ucraina sta in piedi. La democrazia sta in piedi. L’America e il mondo, stanno dalla parte dell’Ucraina”.
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