Francesco Santoianni
Avanti.it
Dopo quello che avrebbe dovuto mostrare la vigliaccheria dei soldati russi inchiodati dalla paura (in realtà, con i polsi legati prima di essere uccisi) ecco un altro video-fake prodotto dal regime di Zelensky e sbandierato in Italia da Repubblica.
Dovrebbe attestare il buon cuore degli ucraini che da un loro drone si accorgono di un soldato russo che «a gesti fa capire di volersi arrendere: non ha armi, sta cercando un modo di attraversare le linee. Gli ucraini gli scrivono un biglietto con l’indicazione: “Segui il drone”. Il russo raccoglie il messaggio ma non pare soddisfatto: sembra che abbia paura di venire ammazzato dai suoi compagni mentre percorre la terra di nessuno che separa i due eserciti. Ma segue comunque il piccolo aereo telecomandato lungo le trincee. Secondo le truppe di Kiev, sarebbe riuscito a consegnarsi sano e salvo.»
Una storia commovente come un racconto di natale. Ma a rovinare la festa, un’inquadratura del “soldato russo” che guarda verso il Drone Angelo Custode.
Chi ha ripreso questa inquadratura? Un altro drone? Cioè: gli ucraini sprecano due droni (di cui uno avrebbe condotto il “russo” verso le postazioni di Kiev rivelando la posizione di queste) per recuperare un “soldato russo”? Il quale, a quello che si vede, non si direbbe affatto “cercare un modo di attraversare le linee […] percorrendo la terra di nessuno” (aggirandosi, invece, in una trincea piena di soldati morti) e che, non conoscendo ancora il buon cuore degli ucraini, aveva cercato di proteggersi da un attacco del drone tentando di rifugiarsi in un buco.
Ma continuiamo a leggere la didascalia della video-sceneggiata a firma Gianluca Di Feo di Repubblica: «Il russo raccoglie il messaggio ma non pare soddisfatto: sembra che abbia paura di venire ammazzato dai suoi compagni mentre percorre la terra di nessuno che separa i due eserciti. Ma segue comunque il piccolo aereo telecomandato lungo le trincee.»
Il video-fake finisce qui ma, certamente, avrà un seguito con il “soldato russo salvato dagli Ucraini” raccontare ai giornalisti la sua commovente storia. Prepariamo i fazzoletti.
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