L’amministrazione comunale di Pavia, guidata dal leghista Fabrizio Fracassi, ha sancito che esprimere dubbi sull’efficacia dei vaccini è “dannoso per la tutela della salute pubblica”. È accaduto tre settimane fa, quando l’associazione Arbitrium ha lanciato una campagna di comunicazione che si sarebbe dovuta sviluppare attraverso l’affissione di manifesti con messaggi come “Hai fatto tre dosi, ti sei ammalato e hai contagiato. Sicuro di non essere stato ingannato?”. L’apposita commissione comunale (poveracci…saranno stati ore a scervellarsi) ha bandito i manifesti sostenendo che fossero denigratori “nei confronti delle scelte assunte dal Legislatore sovranazionale e nazionale adottate in periodo pandemico”, oltre che dannosi per la tutela della salute pubblica. Insomma, non sapendo a cosa appellarsi, i burocrati pavesi si sono appellati direttamente a Dio (cioè al “Legislatore sovranazionale”, le cui scelte sono imperscrutabili e insindacabili). Per tutta risposta, il manifesto censurato è stato affisso su un “camion vela” noleggiato per l’occasione, uno di quelli usati per le campagne pubblicitarie itineranti, e nella giornata di sabato scorso è stato parcheggiato di fronte al municipio della città lombarda, facendo poi lunghi giri nelle vie del centro. A quel punto, quindici medici pavesi indignati hanno redatto un contromanifesto che ha trovato ospitalità sulle pagine de La Provincia Pavese, foglio locale gravitante nel gruppo GEDI. In esso, i dottori esprimono il loro “sconcerto” per l’iniziativa, scrivendo: “…ci ha colpito molto l’arroganza di questo gesto, quasi a voler significare che un permesso negato con motivazioni ineccepibili non abbia alcun significato per chi persegue il discredito del lavoro altrui…”, e chiudendo con “non sappiamo se tale gesto possa essere perseguibile..” (gli piacerebbe molto, in effetti). Lo sconcerto dei medici pavesi è comprensibile: i loro sforzi per siringare le masse negli ultimi mesi si sono rivelati vani. A fine ottobre 2022 avevano lanciato la campagna “Non aspettate!” relativa alla somministrazione del vaccino contro l’influenza dopo aver riconvertito a questo fine gli hub della provincia in precedenza usati per i sieri anticovid: nonostante la siringhella fosse “gratuita per i fragili”, “i risultati non sono stati entusiasmanti”, salvo che nelle case di riposo, dove “i vaccini sono ampiamente richiesti” (leggi: glieli fanno a forza). La regione, poi, ha acquistato quasi tre milioni di fiale di questo nettare: davvero vogliamo lasciare tutto questo ben di Dio a marcire in qualche deposito? E quindi un mese dopo è stato lanciato il “Vax Day” in tre hub della provincia pieni di solerti siringatori. Due settimane fa, il capolavoro: la regione Lombardia ha organizzato l’evento “Semplicemente GRAZIE”, un incontro tenuto presso il collegio Ghislieri per “riconoscere l’impegno e la dedizione di tutti gli operatori pavesi che si sono distinti per il loro servizio durante l’emergenza Covid-19”. Fra i protagonisti della giornata, il medico che per primo ha avuto fra le mani un referto Covid, l’infermiera che per prima ha assistito un paziente Covid e pure un certo Mattia Morelli, uno che “ha seguito in prima persona lo sviluppo vaccinale sul territorio pavese” e che, per ragioni ignote, è soprannominato “il diavolo volante”. Eh, i bei tempi andati!
GR
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