Da mercoledì Twitter è diventato inaccessibile ai principali operatori di telefonia mobile della Turchia, dopo l’aumento delle critiche online sulla risposta del governo al terremoto mortale di questa settimana.
La piattaforma risulta oscurata in tutto il paese ed è possibile accedervi solo utilizzando servizi di VPN.
Il monitor di social media netblocks ha mostrato che Twitter è stato limitato e poi completamente oscurato da tutti i principali fornitori di telefoni cellulari turchi. “È probabile che la misura di filtraggio abbia un impatto sugli sforzi di salvataggio della comunità in corso dopo la serie di terremoti mortali di lunedì”, ha avvertito netblocks “la Turchia ha una lunga storia di restrizioni sui social media durante le emergenze nazionali e gli incidenti di sicurezza”.
Dopo che la scossa di magnitudo 7,8 e le sue scosse di assestamento hanno ucciso almeno 11700 persone nel sud-est della Turchia e in parti della Siria, il social network si è riempito di post che denunciavano la mancanza di attività di ricerca e soccorso nelle loro province. Intanto la polizia turca ha già arrestato 18 persone per post provocatori contro il governo. I funzionari non hanno rilasciato dichiarazioni in merito all’oscuramento di Twitter, ma avevano avvertito ripetutamente di non diffondere disinformazione prima delle elezioni cruciali del 14 maggio in cui Erdogan tenterà di estendere il suo governo ventennale.
“Fermiamo immediatamente questa disgrazia” ha dichiarato Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito laico di opposizione CHP “sappiamo tutto ciò che stanno cercando di nascondere”.
Il capo del partito Iyi dell’opposizione nazionalista, Meral Aksener, ha affermato che Twitter è necessario “per trasmettere i bisogni delle vittime del terremoto”.
I due leader guidano un’alleanza a sei partiti che sta cercando di accordarsi su un unico candidato presidenziale da far concorrere contro Erdogan.
L’interruzione di Twitter è arrivata mentre il presidente visitava due delle province turche più colpite. Durante la visita ha riconosciuto direttamente le carenze nella gestione del disastro da parte del governo, ma si è impegnato a raddoppiare gli sforzi per aiutare le vittime dichiarando: “non è possibile essere pronti per un disastro come questo”.
La catastrofe è già diventata la più mortale dei due decenni da quando Erdogan è al potere, un’era tumultuosa, caratterizzata anche da un tentativo di colpo di stato nel 2016 e da proteste violente, nonché da una serie di terremoti e inondazioni. Si tratta del più grande evento sismico che la Turchia abbia mai visto dal 1939, quando morirono 33.000 persone nella provincia orientale di Erzincan.
È evidente il tentativo da parte di Erdogan di silenziare le critiche in vista delle elezioni di maggio, infatti i giudizi negativi sulla gestione del terremoto potrebbero fargli perdere consensi e la coalizione di opposizione rischierebbe per la prima volta di spodestarlo dopo 20 anni di governo.
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