Nei primi mesi del 2023 i Marines americani della base siciliana di Sigonella, in collaborazione con le forze armate italiane, svolgeranno esercitazioni militari nella riserva naturale di Punta Bianca, in provincia di Agrigento. Le esercitazioni, che si svolgono nei pressi del poligono di tiro della località Drasi, compresa tra Punta Bianca e la riva orientale del fiume Naro, sono al centro di aspre polemiche da parte di cittadini e ambientalisti a causa dei gravi danni ambientali recati alla riserva. Esse coinvolgono l’utilizzo di armi da fuoco portatili, di cannoni e di bombe a mano, e per la loro durata viene imposto un divieto di navigazione, ancoraggio, transito, sosta, pesca, balneazione, sorvolo (a quota inferiore a centocinquanta metri) e ogni altra attività di superficie e subacquea nell’area lungo il tratto della costa incluso nel poligono di tiro Drasi.
Nei mesi scorsi le associazioni impegnate nella tutela del territorio MareAmico e MareVivo avevano presentato un esposto alla Procura della repubblica per l’enorme numero dei crateri e dei danni alla fascia costiera causati dalle esplosioni degli ordigni e per l’inquinamento da metalli pesanti rilasciati nel suolo.
Dopo alcune manifestazioni svoltesi alla fine dell’estate, l’esercito non si era più recato nell’area e si sperava che non tornasse. In seguito, a dicembre, le due associazioni in collaborazione con il comune di Agrigento e con il distretto turistico “Valle dei Templi” avevano anche organizzato una conferenza disertata dal Comando dell’Esercito, nonostante l’invito al confronto. Nel corso dell’incontro è stata espressa una volontà unanime nel mobilitarsi contro questa vera e propria mutilazione del territorio, soprattutto a causa della dispersione dei frammenti delle bombe e degli esplosivi a terra e delle ogive inesplose in mare. Analisi di laboratorio effettuate in luoghi simili hanno rilevato la dispersione in ambiente di metalli pesanti, quali piombo, antimonio, arsenico, manganese, ferro, nichel, boro e nitriti, in concentrazioni superiori ai limiti previsti.
Intanto a fine luglio 2023 scadrà il protocollo di durata quinquennale che ha autorizzato le esercitazioni, così le associazioni MareAmico e MareVivo hanno chiesto un incontro con la Regione Sicilia e con il Comitato paritetico per le servitù militari per poter esporre le problematiche nell’auspicio che non vengano più rinnovate le autorizzazioni per il poligono nell’area Drasi.
Questo caso ci obbliga a riflettere sulla questione della sovranità italiana. Infatti come può l’Italia considerarsi un paese indipendente se il suo suolo è occupato militarmente dall’esercito statunitense e se il governo è obbligato a impegnarsi in esercitazioni congiunte con essi?
Ma il caso è emblematico anche per un altro motivo, e cioè per le devastazioni ambientali, infatti se le esercitazioni militari e la guerra sono più importanti della tutela dell’ambiente, allora appare chiara tutta l’ipocrisia dell’élite relativa all’Agenda 21, la transizione ecologica e tutte le altre questioni pseudo ambientali cui i politici italiani di tutti gli schieramenti hanno scelto di aderire.
Tutto ciò avviene anche mentre l’invio delle armi e dello scudo missilistico all’Ucraina viene rinviato a febbraio. Si tratta del sistema di difesa missilistico Samp-T che permette di intercettare aerei e missili, oltre che di alcuni missili Aspide. L’Italia possiede cinque batterie di Samp-T, più una sesta per le esercitazioni, tuttavia due sono già impegnate all’estero, precisamente una in Kuwait, mentre una seconda è stata promessa alla Slovacchia proprio per conto degli americani, dopo che a sua volta la Slovacchia ha trasferito la sua batteria proprio all’Ucraina. Per cui adesso si teme anche di lasciare sguarniti i cieli italiani, e questo potrebbe essere proprio uno dei motivi del ritardo, oltre che i costi esorbitanti, vicini al miliardo di euro secondo alcune stime.
Insomma, ancora una volta notiamo come l’Italia non sia neanche sovrana dei propri stessi sistemi di difesa, i quali vengono offerti ad altre nazioni per meri scopi geopolitici e interessi imperialistici occidentali, e non esclusivamente per la difesa della sovranità italiana.
Lascia un commento