Ad appena qualche settimana dallo scandaletto che aveva visto protagonista una dottoressa vicentina che somministrava finte vaccinazioni ai suoi pazienti borghesi, fra i quali una cantante e una tennista (poi, va da sé, entrambe “pentite”), emerge una nuova “truffa” vaccinale, stavolta di ambientazione sottoproletaria, in quel di Catania. Un’indagine della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo etneo su una banda di rapinatori, infatti, ha fatto venire alla luce un articolato sistema “per dare il green pass ai no vax”, come titola la Repubblica: attingendo alla platea dei tossicodipendenti locali, si reperivano “volontari” disposti a sorbirsi le dosi del magico siero al posto dei “no vax” imbroglioni. A queste povere cavie all’ultimo stadio venivano forniti i documenti dei beneficiari (ma agli hub non si accorgevano di nulla?), e del denaro pagato da questi ultimi ai capi della banda arrivavano loro solo pochi spiccioli. Con una involontaria verve comica, viene citato il caso di una “vittima” alla quale sono state somministrate tre dosi di vaccino in meno di un mese, mettendo così “a grave rischio” la sua salute. È a questo punto che vengono fuori i dubbi amletici: ma questi tossicodipendenti, di loro, ce l’avevano il green pass? Le dosi “regolari” se le erano fatte? E gli astuti capibanda, invece, hanno fatto a loro volta ricorso a questo metodo per avere un lasciapassare taroccato o hanno coscienziosamente preservato la loro salute sottoponendosi a tutto il ciclo vaccinale? E in tutta questa storia, ce n’è almeno uno che si sia preso il coviddi e sia finito intubato in terapia intensiva? Domande destinate a galleggiare per sempre nel limbo dell’indeterminatezza. A Catania, comunque, l’industria vaccinale pare godere di ottima salute: è di pochi giorni fa la notizia che in dodici ambulatori sparsi nella provincia “sono stati attivati nuovi slot di prenotazione al fine di incrementare le coperture vaccinali della popolazione”, e non solo per il sempre temibile coviddi, ma anche “per il recupero della vaccinazione anti-Hpv” per tutti i nati nel 2009, 2010 e 2011 i cui sciagurati genitori non vi hanno ancora provveduto. Pure i vaccini, a quanto pare, creano una (virtuosa) dipendenza: si comincia da neonati e non si smette più.
GR
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