Il fondo d’investimento americano KKR, Kohlberg Kravis Roberts, ha espresso al consiglio di amministrazione di TIM, l’intenzione di acquisire la società. L’azienda Telecom Italia è la principale compagnia di telecomunicazioni italiana nonché settimo gruppo economico per fatturato e proprietaria della maggior parte delle infrastrutture di telecomunicazione del paese.
<<Tim comunica di aver ricevuto da KKR un’offerta non vincolante per l’acquisto di una partecipazione in una costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle>> dichiara l’azienda.
La rete Tim essendo una struttura strategica è protetta dal Golden Power, lo strumento normativo che conferisce al governo la facoltà di porre veti o condizioni in caso di vendita per esempio ad una società straniera, per cui senza il consenso del governo non potrà essere concluso l’affare. Tuttavia, il cda di Tim si è riunito domenica per una prima valutazione dell’offerta, che secondo alcune indiscrezioni ammonterebbe a 20 miliardi di euro, e la banca d’affari JP Morgan svolgerebbe il ruolo di intermediario.
La Tim è comunque già controllata in gran parte dal gruppo francese Vivendi, mentre lo stato tramite Cassa Depositi e Prestiti detiene solo il 9,81% delle azioni.
L’attuale governo a guida Fratelli d’Italia aveva sostenuto più volte anche in campagna elettorale la necessità di riportare la rete di telecomunicazioni sotto il controllo pubblico, anche per preservare i 40mila dipendenti dal rischio di licenziamento. Il dossier è attualmente nelle mani del Ministro delle imprese, Adolfo Urso, il quale a inizio gennaio aveva affermato che l’obiettivo del governo <<è quello non di una rete unica, bensì di una rete nazionale che copra al più presto tutti gli ambiti del nostro territorio, a controllo pubblico>> e aveva inoltre dichiarato che la privatizzazione di Tim sarebbe stata un errore, in quanto la comunicazione è un argomento di interesse nazionale. Secondo alcune indiscrezioni infatti anche Cassa Depositi e Prestiti sarebbe intenzionata a lanciare un’offerta per conto del governo anch’essa intorno ai 20 miliardi per rinazionalizzare la società, ma per ora l’unica proposta concreta resta quella di KKR.
Se il governo manterrà fede alla sua linea, non dovrebbe concedere l’approvazione per l’acquisizione di Tim da parte del colosso americano, tuttavia le pressioni internazionali potrebbero indurlo a fare un passo indietro. Infatti già in passato il giornale americano Bloomberg, espressione dell’alta finanza americana, aveva minacciato in maniera velata l’attuale esecutivo sulle nazionalizzazioni di società strategiche: <<I membri della coalizione di destra hanno promesso di rinazionalizzare completamente la banca Monte dei Paschi di Siena e l’ex monopolio Telecom Italia, fortemente indebitato, responsabile della scarsa copertura della banda larga in Italia, e di bloccare la vendita della compagnia aerea nazionale ITA Airways al gruppo di private equity Certos. Questo processo metterà sotto pressione il debito italiano>>.
Il governo Meloni andrà fino in fondo e si impegnerà a recuperare la sovranità perduta? Oppure rinuncerà alla Golden Power sull’azienda continuando a perdere sovranità in favore dell’alta finanza e continuando la svendita iniziata da Mario Draghi sul Britannia nel ‘92?
Ricciardo dice
Come diceva il Profeta di Quelo: la seconda che hai detto.