Il 9 maggio, giornata della vittoria contro il nazismo per mano delle truppe sovietiche, per il governo neonazista di Zelensky è un brutto presagio, uno spauracchio da esorcizzare. Mentre in Russia sono in corso i preparativi per la marcia di celebrazione di quella data, infatti, gli ucraini prima hanno messo in campo una serie di tentativi di sabotaggio dei treni, poi l’invio di due droni che, a quanto dichiara il Cremlino, avevano l’obiettivo di uccidere il presente russo Vladimir Putin.
Quei due droni sono stati abbattuti, così come i sabotaggi dei treni sventati, ma le autorità russe hanno deciso di mettere in campo una serie di misure volte a mettere in sicurezza la popolazione e gli esponenti istituzionali in modo da poter tenere nelle migliori condizioni possibili la parata del 9 maggio. Tra queste misure anche il divieto di usare droni se non con precisi permessi concessi dal governo.
I servizi speciali russi (Fsb) hanno inoltre comunicato che è stata sventata una serie di attacchi terroristici in Crimea, pianificati dalla direzione dell’intelligence militare ucraina. Tra gli obiettivi quello di ammazzare alcuni leader della Crimea, per cui sette agenti speciali ucraini sono stati arrestati. I target erano il capo politico della Crimea Sergey Aksyonov, il presidente del Consiglio Vladimir Konstantinov e il sindaco di Yalta Yanina Pavlenko.
Tutto questo accade alla vigilia dell’incontro di venerdì tra i vice ministri della Difesa di Turchia, Russia e Ucraina dell’accordo per l’esportazione del grano attraverso il Mar Nero. La cosa genera più di una tensione tra i paesi. A marzo Mosca aveva acconsentito ad una proroga di 60 giorni del patto che, a partire dall’intesa trovata la scorsa estate, ha permesso l’esportazione di oltre 27,5 milioni di tonnellate di grano e prodotti alimentari dai porti ucraini.
La posizione russa è chiara da mesi ed è stata esposta dal ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, secondo cui Mosca potrebbe sfilarsi dall’intesa per via di alcuni ostacoli al finanziamento, alla registrazione logistica e all’assicurazione delle esportazioni dei prodotti agricoli russi, di fatto non sottoposti a sanzioni da parte dell’Occidente. I recenti attacchi di Kiev, secondo fonti russe, sono opere di pressione perché la Russia non lasci quel tavolo, stesso avviso dei corpi diplomatici turchi. Tra droni, sabotaggi e scontri di natura economica la guerra in corso in Ucraina non si combatte più solo sul piano militare.
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