Angelo Serafini
Avanti.it
Il movimento degli Studenti Contro il Green Pass (SCGP) è nato ad agosto 2021 in seguito alla decisione del governo di introdurre l’obbligo di possedere una certificazione verde per accedere alle strutture universitarie, obbligo che è stato in vigore per nove mesi, dal 1° settembre 2021 fino al 1° Maggio 2022, negando il diritto all’istruzione, all’accesso alle biblioteche e alle aule studio agli studenti universitari non vaccinati o non guariti a patto di sottoporsi al ricatto del tampone, prima ogni settantadue ore e poi ogni quarantotto, a proprie spese. Era il periodo in cui si stavano riempiendo le piazze delle città italiane, e da quel momento in poi milioni di cittadini avrebbero portato avanti la protesta ostinatamente ogni sabato, per esprimere il loro dissenso verso l’insensata apartheid sanitaria del governo Draghi.
È in questo contesto che due giovani studenti, Veronica Duranti e Filippo delle Piane, i quali avevano già esperienza nei movimenti di piazza della galassia sovranista e antiglobalista, si rendono conto della necessità di colmare il vuoto presente nel mondo studentesco universitario. Filippo delle Piane era un membro del movimento giovanile socialista, patriottico e sovranista M48, sostenitore dell’uscita dalla NATO, dall’UE e dall’euro. Nel periodo immediatamente prima della pandemia M48 era confluito in LIT (Liberiamo L’Italia), fondato da Giulietto Chiesa e da un ampio fronte antisistema. Veronica Duranti entrando in LIT conosce M48 e Filippo delle Piane. Nell’agosto 2020, pochi mesi dopo la scomparsa di Giulietto Chiesa, il presidente Moreno Pasquinelli sostiene la collaborazione con Gianluigi Paragone, ex 5-stelle, che aveva annunciato la fondazione di Italexit. Tale collaborazione però produrrà molti malumori che spingeranno M48 alla fuoriuscita da LIT, con l’eccezione di Filippo delle Piane, il quale, trovandosi più vicino alle posizioni di Pasquinelli, fuoriesce da M48. Intanto Veronica Duranti propone al movimento giovanile di fondare un nuovo comitato nazionale studentesco in opposizione alla dittatura sanitaria, ma la sua proposta viene ignorata; decide dunque di abbandonare M48 e chiedere supporto a Filippo delle Piane. I due fondano così il movimento nazionale “Studenti Contro il Green Pass”, il gruppo telegram e poi tutti i gruppi telegram locali di ogni sezione affidandoli agli studenti presenti localmente nelle piazze No Green Pass, tra cui un gruppo di studenti della Sapienza di Roma che si stava già coordinando in contemporanea sulle stesse idee.
Inizialmente il movimento nasce su posizioni troppo timide, fortissimo è infatti lo stigma all’interno del mondo accademico, per cui si ha terrore di essere additati come ignoranti, complottisti, antiscientifici e antiaccademici. I numeri dei partecipanti sono sin da subito irrisori se paragonati all’intera platea studentesca, ma in realtà molto più elevati di quanto il vuoto apparente nel mondo movimentista universitario facesse presagire, e nei primi comunicati si mettono già le mani avanti: “non siamo complottisti” si legge tra una riga e l’altra, non facendo altro che un favore alla narrazione dominante avendo paura di prendere una posizione troppo netta; ciò creerà poi problemi strutturali che comprometteranno la tenuta del del movimento.
Da quel momento ogni sezione locale inizia a muoversi in autonomia, mentre ogni settimana due referenti per territorio si riuniscono nel Coordinamento Nazionale (CN), per confrontarsi e concordare strategie comuni. Tra molti attivisti serpeggia l’idea di organizzare delle occupazioni universitarie, azione che sarebbe stata incisiva, ma a causa dei numeri troppo risicati, delle posizioni inizialmente troppo timide e dell’incompetenza, dovuta al fatto che molti non avevano mai fatto parte di collettivi studenteschi, quasi nessuna sezione locale riesce ad attuare un’azione del genere, con pochissime eccezioni senza successo come i casi di Torino e di Milano, che più che vere e proprie occupazioni furono piuttosto delle irruzioni di protesta all’interno degli atenei. A Torino, per esempio, emerge la figura di Ugo Mattei, docente universitario e giurista di fama nazionale, il quale guida gli studenti in un’azione dimostrativa di irruzione nel rettorato. Supportano e si aggregano a SCGP anche moltissimi altri docenti universitari, ricercatori, dottorandi, personaggi della cultura e del mondo accademico, così come anche giovani non più studenti, ex-iscritti, laureati e studenti liceali.
Nelle settimane successive vengono organizzate da diversi professori lezioni universitarie all’aperto come forma di protesta: a Torino dallo stesso Ugo Mattei, ma anche a Pisa, a Firenze, a Roma e a Napoli dove emerge la figura del professore di letteratura italiana Guido Cappelli. Mattei e Cappelli cercheranno poi di stringere una collaborazione attraverso il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) cercando senza successo, in una fase successiva, di portare dentro anche il movimento studentesco.
Tutti i gruppi locali iniziano a redigere delle lettere da inviare ai propri rettori, tuttavia sempre per la paura di prendere una posizione troppo netta e anche per la mancanza di potere contrattuale, quasi nessuna sezione, con rarissime eccezioni, si spingerà a chiedere il ripristino alla piena normalità nelle università e piuttosto si tenderà a chiedere una soluzione di compromesso quale l’utilizzo di tamponi salivari gratuiti o la didattica a distanza per chi la richiede, proposte che comunque sono state pressoché ignorate o considerate non praticabili. Bisogna tener conto anche del fatto che non tutti gli atenei nazionali avevano dato l’alternativa della didattica a distanza, ma molti hanno obbligato gli studenti alla presenza, mettendo in grave difficoltà chi aveva scelto di non sottoporsi alla terapia sperimentale. Addirittura, a Trieste avevano inizialmente annunciato, ma poi smentito, di richiedere l’esibizione del green pass anche per usufruire della didattica a distanza.
Sabato 27 novembre 2021 si è organizzata a Bologna la prima assemblea plenaria di tutti gli studenti, i quali hanno raccontato a turno le proprie esperienze locali per poi unirsi al consueto corteo No Green Pass della città sfilando ognuno con il proprio striscione che richiamava il logo della propria sezione locale.
Dopo qualche settimana, a dicembre, entra poi in vigore prima l’obbligo di possesso del green pass sui trasporti pubblici e poi della certificazione verde rafforzata, detta Super Green Pass, che arrivava ad escludere la possibilità del tampone. Così alcuni attivisti diedero vita all’iniziativa, poi replicata a livello nazionale, “I tuoi diritti sono fuori servizio”, nella quale ogni lunedì si praticava una forma di disobbedienza civile utilizzando i trasporti pubblici sprovvisti di certificazione verde, si affiggevano manifesti alle fermate e nelle stazioni e si distribuivano volantini che mettevano in luce le contraddizioni e l’illegittimità dei provvedimenti. L’iniziativa si è poi gradualmente estesa, al pari dei provvedimenti, anche agli esercizi commerciali, ai cinema, ai teatri e ai musei nei quali ci si recava per consegnare volantini o petizioni, invitando i gestori e gli amministratori alla disobbedienza civile.
Nel mese di marzo il governo annuncia il calendario del ritiro di tutte le restrizioni, parallelamente avviene anche un cambio di scenario con il tema della guerra in Ucraina e la demonizzazione della Russia e di Putin in seguito all’intervento militare del 24 febbraio. Venuto meno il green pass, le piazze si svuotano, e molte cercano di reinventarsi in manifestazioni contro la Nato, le sanzioni alla Russia, l’invio delle armi all’Ucraina e per la neutralità; la guerra, infatti, viene percepita come un altro tassello sulla strada del Grande Reset. Non fa eccezione il movimento studentesco il quale inizia a dedicarsi al nuovo tema, ma il passaggio non è indolore. Infatti, sebbene la maggioranza condivida la medesima opinione su diversi temi poiché si ritrovano in una visione del mondo abbastanza simile, contro il globalismo, l’atlantismo e il Grande Reset, alcune frange minoritarie non condividono le stesse idee. Un caso significativo è la sezione di Venezia, che dopo esserci costituita e registrata come associazione a sé stante, si orienta su posizioni più liberali, liberiste e antiputiniane, arrivando a pubblicare un comunicato in cui si prendono le distanze da tutte le altre sezioni nazionali che sono apparse spesso in manifestazioni accanto alla bandiera della Russia.
L’11 e il 12 Marzo si svolge a Roma una seconda assemblea plenaria per decidere i futuri sviluppi, affrontare la questione del cambio di nome, ridiscutere la struttura vista da molti come inconcludente e porre il problema della mancanza di un manifesto completo ed una visione politica comune. Infatti, venuto meno il green pass in università appaiono chiare le divisioni latenti. Ma non si giunge a nessuna conclusione.
Oltre a dover affrontare la disorganizzazione atavica, l’inconcludenza del CN e le innumerevoli fratture e divergenze interne, i giovani attivisti devono anche difendersi dai continui tentativi di venire cooptati da un movimento o da un altro. Infatti, se da un lato Ugo Mattei, Guido Cappelli ed altri tentano di portare il movimento nel CLN, Filippo delle Piane, seguendo l’esempio di Moreno Pasquinelli, lascia il CLN poco dopo aver aderito nella fase della sua formazione, facendo temere alcuni che voglia portare SCGP all’interno del Fronte del Dissenso. In realtà. nessuno riuscirà a portare il movimento né dall’una né dall’altra parte poiché le sezioni sono tutte caratterizzate da una fortissima autonomia locale. In questo periodo Filippo delle Piane si allontana dal movimento.
Il 13, 14 e 15 maggio si svolge a Bolsena, sul lago omonimo, in provincia di Viterbo un festival culturale organizzato dal movimento, chiamato Primavera Culturale, nel quale diverse centinaia di persone, soprattutto studenti ma non solo, giungono per partecipare a giornate di attività culturali. Oltre a laboratori musicali e teatrali, si svolgono concerti, proiezioni di film, presentazioni di libri, conferenze e lezioni di tantissimi ospiti, tra cui Giorgio Bianchi e Franco Fracassi, ma vanno anche ricordati ospiti come Fabrizio Masucci, direttore della Cappella di San Severo di Napoli dimessosi per protesta contro il green pass oppure gli studenti di Firenze, i quali hanno tenuto una lezione sui lati oscuri della digitalizzazione e dell’Agenda 21, l’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile.
Gli attivisti di Firenze si erano dedicati molto al tema, organizzando spesso conferenze itineranti in diverse piazze italiane. Inoltre, con l’aiuto degli studenti di Bologna organizzano una manifestazione “No Droni” in opposizione al nuovo progetto del sindaco di Firenze di autorizzare la circolazione massiccia dei droni in aree abitate da utilizzare per la logistica automatizzata.
Nel periodo estivo degenera poi ancor di più l’insofferenza nei confronti del CN che non riesce a riorganizzarsi, infatti le decisioni prese al suo interno si concludono spesso con un nulla di fatto, ormai molte sezioni decidono di staccarvisi, e alle riunioni settimanali si collegano sempre meno referenti, mentre per organizzare altre iniziative come la Primavera Culturale gli attivisti si muovono parallelamente. Va tenuto conto anche del fatto che nei singoli gruppi locali spesso avvengono scissioni e diatribe, per cui non sempre tutte le parti locali trovano piena rappresentanza nel CN, e le innumerevoli fratture spingono gli studenti ad organizzarsi in reti parallele e preparare più eventi in maniera autonoma invitando tutti i territori.
Un caso significativo è ad esempio l’evento di “Lumi d’Aquila” tenutosi ad agosto. SCGP Abruzzo stava organizzando da tempo la seconda edizione della primavera culturale all’Aquila, ma per via della mancanza di diverse autorizzazioni e per il timore di non riuscire in tempo, organizzatori di altri territori hanno deciso di non sostenere l’evento, e di non concedere neanche i fondi che erano stati raccolti nella precedente edizione, arrivando persino a discussioni con insulti personali e ad ostracizzare il referente abruzzese. Infine, il gruppo abruzzese decide di organizzare ugualmente l’evento culturale ad agosto, ma per conto proprio chiamandolo “Lumi D’Aquila” e invitando le altre sezioni.
Invece a Ferrara una ventina di giovani attivisti bolognesi, che a causa di divisioni in seguito a scontri interni al loro gruppo locale si sono ritrovati tagliati fuori dal CN, hanno invitato i gruppi di tutta Italia al loro evento (tenutosi in due edizioni a luglio e ad agosto) a Borgovivo, nei pressi di Ferrara, luogo di campagna dove gli attivisti hanno potuto sperimentare per un paio di giorni la vita di comunità dividendosi i compiti come fossero in un eco-villaggio e dibattendo intorno a dei tavoli sul significato della comunità, della società e della resistenza e opposizione al sistema.
Ad inizio agosto a Padova si era invece tenuto un altro evento, fatto ricadere nel primo anniversario della nascita di SCGP, durante il quale si cerca di far nascere un nuovo collettivo chiamato “Fuori Perimetro” (FP) che alcuni vorrebbero l’evoluzione più completa del movimento, risolvendo anche la questione del cambio del nome e tutti gli altri problemi intrinseci, ma che per ora si propone solo come un contenitore parallelo con un chiaro manifesto unitario su più temi e una struttura più organizzata. Subito emergono numerose proteste, infatti non tutti sono d’accordo nel considerare FP l’evoluzione naturale di SCGP. Inoltre, alcuni dei firmatari scelgono di rimanere in entrambe le organizzazioni attirandosi le accuse di provare a spostare gli attivisti e le forze da una parte all’altra in maniera graduale. Numerose sono anche le accuse ai fondatori di FP, tra cui la stessa Veronica Duranti, in base alle quali essi starebbero sfruttando la situazione per accentrare il loro potere e attuare una ristrutturazione in senso verticistico del movimento, secondo alcuni addirittura in un tentativo di costruirsi un trampolino politico. I sostenitori di FP, invece, si difendono affermando che si tratterebbe di accuse meramente strumentali e di puro ostruzionismo. Come in tutti i movimenti si affrontano dunque innumerevoli frammentazioni e diatribe sia politiche sia personali; numerose potrebbero essere le critiche per quanto avvenuto nelle diverse fasi, per i fallimenti e i difetti, tuttavia va riconosciuto il merito a questa esperienza di aver creato una rete giovanile nazionale di dissidenti che, seppure soffrano la mancanza di un coordinamento generale per l’ampia autonomia dei territori e le enormi divergenze di opinione, hanno dato vita ad un articolato e vivace dibattito, per cui ora le varie anime del movimento sapranno muoversi sulle proprie gambe e seguire la propria strada.
Giuseppe Mansueto dice
I giovani sono il futuro di questa Italia piena di politici opportunisti e imbroglioni che non fanno gli interessi del popolo. Invito i giovani ad fare squadra e non a separarsi in quanto hanno da ricostruire l’Italia come hanno fatto i nostri nonni dopo la guerra. L’italiano ha bisogno di lavoro e non di sostegno, appannaggio del governo. Vanno aiutati coloro che non possono lavorare e non chi sta bene e preferisce stare a casa
Giulia Tommasi dice
Articolo pieno di inesattezze e sprezzante che vuole avere taglio rivelatore per poi chiudere in stile Dodo dell’albero azzurro.
Un testo disseminato di frecciatine passivo aggressive, processi raccontati a metà da parte di una persona che mai nessuno ha visto nè sentito, ma che apparentemente sa tutto di tutti.
La conclusione, che sembra voler dare il contentino a un movimento trattato per tutto il testo con toni da detective che scade nella rivista rosa.
Questi esercizi di mitomania con dossieraggi inconcludenti sono l’emblema della perdita di tempo che ha corroso internamente SCGP: l’ambizione personale di prendere il timone in mano non sta permettendo di vedere che la nave sta per schiantarsi, definitivamente.
Redazione dice
Si tratta in realtà di un semplice articolo informativo rivolto a chi non conosce il movimento o le sue dinamiche interne ed evoluzioni e vuole saperne di più.
La conclusione non è un contentino e l’articolo non è denigratorio ma espone piuttosto in maniera oggettiva tutte le dinamiche interne delle varie anime non prendendo neanche una posizione, ma esponendo i fatti da un punto di vista super partes nei suoi aspetti sia negativi sia positivi.
Non è sprezzante e non è disseminato di reali frecciatine o accuse, se non per chi decide di leggerlo in questo modo perché in evidente stato emotivo alterato durante la lettura, forse dovuto all’insoddisfazione per l’evoluzione delle dinamiche e perché magari ci si sente tirati in causa e quindi si decide di prendersela con chi espone i fatti per quelli che sono, offendendo e denigrando senza motivo.
(L’Autore)
Antonella dice
Siete in cammino per trovare la vostra identità … più che normali tutti gli intoppi e i cambi
di direzione …
A me l’articolo è stato utile per conoscervi e apprezzare quanto impegno e fatica servano per costruire un mondo migliore. Buon viaggio