“In autunno la nostra fase di indagine si concluderà. Solo a quel punto il Consiglio direttivo della Bce deciderà se passare alla fase di realizzazione” ha dichiarato Fabio Panetta, componente del board della Bce, in un intervento sull’euro digitale alla commissione affari economici e monetari al Parlamento europeo. “Passare alla fase di realizzazione non significa emettere l’euro digitale, ma iniziare una nuova fase in cui verranno sviluppate e testate le soluzioni tecniche e gli accordi commerciali necessari per fornire e distribuire un euro digitale, se e quando verrà deciso. L’eventuale decisione del Consiglio direttivo di emettere un euro digitale sarà presa in una fase successiva e solo dopo che il Parlamento e il Consiglio dell’Ue avranno adottato l’atto legislativo. Il progetto dell’euro digitale è un’iniziativa veramente europea. E non è solo un progetto tecnico: ha una chiara dimensione politica, viste le sue ampie implicazioni sociali. Tutti i responsabili politici europei devono quindi fare la loro parte, tenendo conto dei rispettivi ruoli e mandati. E dobbiamo sempre cercare un ampio sostegno da parte dei cittadini europei” ha puntualizzato.
Il progetto delle CBDC (Central Bank Digital Currency, ovvero valuta digitale della banca centrale) è in fase di realizzazione in oltre cento paesi del mondo di cui diciannove membri del G20. Si tratta di versioni digitali della valuta fisica di un paese, ad esempio un dollaro digitale, euro, sterlina o yuan. Il progetto è già a buon punto di avviamento in Cina dove sono già state avviate numerose sperimentazioni, ad esempio alle olimpiadi invernali di Pechino del 2022, dove i visitatori hanno dovuto comprare yuan digitale, chiamato anche rembimbi, per effettuare acquisti all’interno del parco olimpico. Chi possiede yuan digitale può disporne comodamente sul cellulare con un wallet (portafoglio) digitale. L’esperienza per i consumatori non è molto diversa dai normali pagamenti elettronici come quelli con carta o con il cellulare, però il funzionamento è diverso infatti la moneta non viene scambiata tra diverse banche, ma tutto è gestito direttamente dalla banca centrale e non ci sono costi di transazione, quasi come se si trattasse di moneta contante. Tuttavia, esse permetterebbero una completa tracciabilità di tutti i movimenti da parte dello stato. Inoltre la grande novità di tale moneta è che essa può anche essere programmabile, ovvero si può decidere come deve essere spesa, bloccando il pagamento per determinati prodotti, oppure in che limite di tempo, cioè come una moneta a scadenza, dando un potere assoluto alle banche centrali e allo stato.
Nell’ultimo anno un gruppo di ricerca interdisciplinare finanziato dalla fondazione Bill & Melinda Gates che comprende anche MIT Digital Currency Initiative, Maiden Labs, Università della Virginia e tredici gruppi di ricerca in India, Indonesia, Nigeria e Messico ha effettuato uno studio per valutare se le CBDC possano migliorare l’inclusione finanziaria delle fasce più povere della popolazione. Infatti l’inclusione finanziaria è una delle principali argomentazioni con la quale si promuovono le valute digitali emesse dalle banche centrali.
Memori delle imposizioni autoritarie promosse da molti stati per la gestione della pandemia, viene spontaneo chiedersi cosa potrebbe accadere in un futuro in cui verranno utilizzate tali valute digitali nel momento in cui dovranno essere gestite altre emergenze. Ad esempio, in una futura pandemia non sarà necessario imporre un green pass per entrare negli esercizi commerciali, ma verrebbe direttamente bloccato il portafoglio digitale di chi non si sottopone ad un trattamento sanitario. Oppure per far fronte all’emergenza climatica potrebbero essere bloccati i pagamenti a coloro che hanno superato la quota di carbonio concessa, calcolata in base agli acquisti già effettuati. La digitalizzazione dà alle autorità un maggiore controllo e una maggiore centralizzazione del potere. Ciò avviene in maniera dichiarata in Cina, dove non ci sono i principi della società liberale, del pluripartitismo, non c’è ampia libertà di associazione, e non ci sono enormi tutele dei diritti della privacy, ad esempio non ci sono grossi limiti all’uso del riconoscimento facciale, e dove è già in uso il concetto del credito sociale. Ma ciò avviene anche nei paesi occidentali fintamente democratici, e dove gradualmente viene normalizzato un maggiore autoritarismo con l’espediente della risoluzione delle emergenze, come avvenuto l’11 settembre e ancora di più con il Covid e come si sta facendo sempre più con il cambiamento climatico.
Emergenza dopo emergenza i governi si arrogano il potere di comprimere ad arbitrio diritti fondamentali e inalienabili dei cittadini di cui non dispongono e parallelamente implementano tecnologie per esercitare un maggiore controllo.
Oscar dice
Piccolo particolare. Non saranno i governi che gestiranno soldi e beni di tutti, ma chi li possiede, ovvero gli azionisti di quei pochissimi gruppi finanziari che lavorano agli obiettivi del WEF.
Scomparendo gli stati lasciando solo simulacri formali col potere di località geografiche, la moneta così immaginata favorirà baratti, scambi con monete parallele e arbitri totali di alcuni su molti. Una sottrazione gigantesca non solo di valore, disponibilità d’uso e della proprietà, ma anche della percezione di sé stessi.
Un mondo di infelici senza libero arbitrio, convinti di essere liberi.
L’economia come scienza umana diretta da questi psicopatici, distrugge il senso dell’esistenza e lo spirito, Usa gli stessi criteri di controllo della religione e si autonomina dogma indiscutibile. Dio.