Da un po’ di tempo le cronache dei giornali sono sempre più pieni di notizie riguardanti malori e morti “sospette” per infarto di giovani – trattandosi a volte anche di sportivi professionisti affermati – e di bambini al di sotto dei dieci anni di età colpiti da infarti, miocarditi ed altre patologie cardiache assolutamente rare nella popolazione di quella fascia di età. Contestualmente, abbiamo anche potuto assistere all’esplosione della fantasia dei media mainstream che, anche a seguito della campagna vaccinale anti-Covid, hanno dato ampio sfoggio di decine di pretesti – frutto di studi di eminenti università americane, sia chiaro – per giustificare questi fatti a dir poco sospetti: “la pizza margherita causa l’ictus” denunciava allarmato il sito Inran – news e benessere; “i cambiamenti climatici mettono a rischio la salute umana e causano gli ictus”, titolava National Geographic che non ha perso occasione di infilarci dentro pure la bufala climatica, il tutto per nascondere gli eventi avversi causati dai vaccini ampiamente documentati e, chiaramente, censurati dalle istituzioni; senza dimenticare la perla del “pensiero che causa infarti ed ictus, alterando la biochimica dell’organismo” partorita dall’Università di Bologna
E nonostante i tentativi goffi e ridicoli dei media, a nessuno, e non soltanto ai tanto bistrattati complottisti, è sfuggito che l’aumento di questi casi di “malori” è concomitante con l’inizio della campagna vaccinale, quella “se non ti vaccini, muori” di draghiana memoria. E quando infarti ed ictus colpiscono professionisti dello sport famosi e bambini, l’attenzione delle masse si innalza e il dubbio che già da un po’ serpeggia nelle menti di molti, diventa certezza: è tutta colpa dei vaccini.
Che qualcosa non vada come dovrebbe, se ne sono accorte pure le scuole di tutta Italia. Infatti, molti istituti scolastici, soprattutto istituti che comprendono scuola materna, elementare e media, hanno organizzato e stanno organizzando delle campagne di screening cardiologico gratuito per tutti gli studenti. È il caso, ad esempio, della scuola Istituto Comprensivo Statale Monte Rosello Basso di Sassari, che ad aprile scorso ha iniziato un programma/progetto, chiamato “Un minuto per la vita”, in collaborazione con la Unità Operativa di Cardiologia Pediatrica dell’AOU di Sassari; e sempre a Sassari, l’Istituto comprensivo “Brigata Sassari” già a marzo aveva dato vita ad una iniziativa identica. Ma è anche il caso di due scuole di Palermo, la “Maredolce” e la “Emiliano Salgari”, entrambi istituti comprensivi di scuole elementari e medie. E questo per citarne solo alcune, perché sono decine le scuole sul territorio nazionale che stanno operando in tale direzione. Dalle circolari che vi abbiamo allegato, si legge soltanto che si tratta di attività di prevenzione e di sensibilizzazione alla prevenzione, senza alcun riferimento (ovviamente) ai vaccini e ai loro eventi avversi. Ma il punto è che mai ci saremmo sognati di leggere di prevenzione delle patologie cardiologiche in una scuola materna o elementare.
Chissà quando pretenderemo giustizia – colpiti o meno direttamente – per il crimine subito con la vaccinazione avvenuta con intrugli di dubbia efficacia e sicurezza; chissà se riusciremo a pretendere la testa della Von der Leyen e del suo amichetto di Pfizer. In Germania si parla da tempo di “sindrome da post-vaccinazione”. In Italia invece, chi soffre deve farlo in silenzio e col marchio dell’infamia addosso.
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