Oggi, venerdì 17 febbraio, è stata indetta una giornata nazionale di scioperi dei trasporti dall’Unione Sindacale di Base, USB, che ha annunciato anche un presidio davanti al Ministero dei Trasporti per il 3 marzo.
Lo sciopero coinvolge l’intero paese da nord a sud e riguarderà autobus, metro, tram e treni locali. Lo slogan è “rivendichiamo salario, sicurezza e dignità agli autoferrotranvieri”.
“L’obiettivo è rivendicare la centralità dei trasporti pubblici e del ruolo degli addetti al settore, principali vittime delle privatizzazioni selvagge, dei continui ricorsi ad appalti, subappalti e subaffidamenti che alimentano sfruttamento e precarizzazione” dichiarano i vertici dell’USB. Altre richieste riguardano la parificazione contrattuale tra aziende pubbliche e private, una nuova scala parametrale che garantisca aumenti salariali e che annienti le penalizzazioni economiche ai nuovi assunti, la diminuzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali a parità di salario, l’avvio di un Piano Nazionale dei Trasporti e una maggiore tutela sulla sicurezza e salute sul lavoro.
Un po’ in ritardo rispetto alla Francia e al Regno Unito, dunque anche in Italia vengono indetti scioperi nei quali si rivendica un adeguamento salariale in seguito all’aumento del costo della vita, oltre ad altri diritti. Tuttavia, pare che in Italia, come già visto a dicembre, le proteste siano deboli e non paragonabili a quelle degli altri due stati europei, nei quali sono state coinvolte invece numerose categorie diverse e dove i lavoratori hanno paralizzato il paese intero.
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