Si allarga sempre più il Qatargate con nuove rivelazioni del pentito Antonio Panzeri. Stavolta le sue confessioni stanno mettendo nei guai altri personaggi istituzionali come l’ex segretaria della Cgil Susanna Camusso, ora senatrice del PD, e l’eurodeputata di Forza Italia Laura Comi.
I giornali italiani dedicano solo poche righe sulla sindacalista, mentre il quotidiano belga Knack fa un resoconto ben più dettagliato del racconto di Panzeri.
I qatarioti avevano la necessità di ottenere il sostegno dei sindacati per non sollevare critiche sui diritti umani. Il dignitario del Qatar, Ali bin Samikh Al Marri, che all’epoca era presidente della Commissione per i diritti umani, aveva puntato proprio su Camusso nel 2018 come candidato ideale alla guida della segreteria generale della Confederazione internazionale dei sindacati (ITUC). Tuttavia, aveva perso le elezioni in favore della candidata avversaria, la sindacalista australiana Sharan Burrow.
Secondo Panzeri nel 2018 ci sarebbe stato un incontro a Bruxelles tra Al Marri e sarebbero stati consegnati 50mila euro di tangenti all’assistente di Camusso.
Camusso ha replicato sostenendo che nell’incontro avvenuto nel 2018 non si era parlato di soldi, ma solo della necessità di promuovere i sindacati in Qatar. E inoltre sostiene che l’incontro sia avvenuto in un ristorante diverso da quello citato da Panzeri, per cui le due versioni non coincidono.
Intanto l’ITUC è già stato coinvolto nel Qatargate dopo che Luca Visentini, l’attuale segretario, ha ammesso di aver ricevuto 50mila euro di tangenti.
Per quanto concerne Laura Comi, invece, Panzeri dichiara che quando fu arrestata nel 2019 per lo scandalo Mensa dei poveri, gli chiese di ritirare una borsa dal suo appartamento, all’interno trovò tra le altre cose circa 60-70 mila euro in contanti che decise di buttare nella spazzatura per evitare problemi, ma non avrebbe mai capito da dove provenissero.
Inoltre, tre eurodeputati del Pd sarebbero stati eletti nel parlamento europeo nel 2019 grazie ai voti delle comunità marocchine dei rispettivi collegi: Brando Benifei, Andrea Cozzolino e Alessandra Moretti. Panzeri, che aveva registrato a Bruxelles la ONG Fight Impunity per i diritti umani, coltivava rapporti con il Marocco mediante l’ambasciatore marocchino a Varsavia, Abderrahim Atmoun, al quale aveva fatto i nomi dei tre parlamentari che se eletti avrebbero potuto dare sostegno al Qatar nel parlamento europeo. Tutti e tre sono stati eletti con poca differenza rispetto ai loro concorrenti, e secondo le indagini le comunità marocchine potrebbero aver giocato un ruolo cruciale.
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