Autoproclamati leader “antisistema” che vanno a bussare alle porte del “Sistema” per piatire un regalino, una legge su misura per poter partecipare alle agognate elezioni europee nonostante il fallimento nella raccolta firme; altri leader “antisistema” che, pur di partecipare al già citato eurospettacolo, si mettono con un uomo del “Sistema” per, a seconda dei casi, “cambiare il Sistema”, “fottere il Sistema” o “abbattere il Sistema”; ulteriori leader vari ed eventuali che, rosicando di brutto perché nessuno li ha coinvolti nel circo europolitico, invitano ad un’astensione rabbiosa (e qualcuno fra i più allucinati vaneggia di referendum che dovrebbero tenersi nel caso l’affluenza scendesse sotto il 50%). Il “dissenso”, in Italia, è questa roba qua, ed emerge in tutto il suo splendore nell’imminenza di una scadenza elettorale, quando i leader sovramenzionati odono l’irresistibile richiamo della foresta.
I leader “antisistema” pìù brillanti e carismatici sono Marco Rizzo e Francesco Toscano. Costoro sono strateghi raffinatissimi in grado di mettere sotto scacco il “Sistema”, il quale, giustamente, ne ha timore e fa di tutto per boicottarne l’ascesa. In vista di queste “decisive” elezioni europee, i due hanno prima condotto trattative con Cateno De Luca per entrare nel suo carrozzone ed aggirare l’ostacolo della raccolta firme, poi si sono ritirati sbandierando una verginità che non avevano mai avuto, indi si sono messi a raccogliere le firme per conto loro, infine, a poche ore dalla consegna e con l’obiettivo ben lungi dall’essere raggiunto, hanno chiesto al governo un “aiutino”: la riduzione delle sottoscrizioni da 75000 a 37500, una norma “ad partitum” che, pur considerando la storia infinita di porcate elettorali che abbiamo alle spalle, non avrebbe avuto eguali nella già melmosa storia della Repubblica. Rizzo e Toscano sono stati ricevuti dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, probabilmente grazie alla mediazione del loro sodale Gianni Alemanno (il quale, pur essendo diventato “antisistema”, continua a coltivare amicizie con i camerati che sono dentro il Palazzo) , ma la proposta è stata respinta dopo ventiquattr’ore di psicodramma in cui altri leader “antisistema” come la tre volte viceministro Laura Castelli (oggi numero due di Cateno De Luca: sic transit gloria mundi) hanno espresso il loro disappunto denunciando la “deriva antidemocratica” e cose del genere. Ad ogni modo, la richiesta di Rizzo può apparire legittima sul piano “tecnico” (si fa riferimento alle leggi arbitrariamente modificate dal governo nell’anno elettorale ed al fatto che alle ultime politiche le firme da raccogliere fossero appena 36000), ma risulta suicida sul piano politico, vieppiù considerando la tempistica, con la supplica inoltrata a poche ore dalle scadenze burocratiche. Alla fine, gli emissari di Democrazia Sovrana Popolare, lo pseudopartito di Rizzo e Toscano (che hanno pure messo i loro nomi nel simbolo), sono riusciti a consegnare le firme necessarie solo in due circoscrizioni, quella centrale e quella meridionale. Nella prima, decisivo è stato il contributo del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, a sua volta leader di Alternativa popolare, altro pseudopartito messo in piedi coi suoi soldoni per promuoverne l’ascesa nella politica nazionale (Bandecchi ha annunciato che diventerà capo del governo dopo le prossime elezioni). Pare che Alternativa popolare non sarà presente nella circoscrizione Centro per la solita storia delle firme e degli apparentamenti. Se ne parla alla prossima, quando il Bandecchi, proprietario dell’università telematica Unicusano e del piccolo impero paraberlusconiano che ci ha costruito intorno, già si immagina alla guida di un Superfronte (Veramente) Antisistema: sarebbe un altro capolavoro della coppia Rizzo-Toscano. Intanto, Democrazia Sovrana Popolare va incontro ad un risultato da prefisso telefonico. Secondo Marco Rizzo, tuttavia, “Prima o poi arriveremo”.
Dall’altra parte della barricata “antisistema”, fra quelli che si sono aggregati a Cateno De Luca ed alla sua “opportunità” (è così che la chiamano), si brinda a champagne: quegli altri si sono rivelati brutti e cattivi e quindi i milioni di italiani “antisistema” che scalpitano per espugnare l’europarlamento non potranno che votare per il Fronte dlla Libertà coi suoi diciannove accattivanti simbolini. Tre le argomentazioni che vanno per la maggiore: la prima è che l’apparentamento con il movimento di De Luca è di natura tecnica e non politica, e quindi è sul voto di preferenza che si giocherà la partita fra “sistema” e “antisistema”, con questi ultimi che dovrebbero spaccare tutto grazie alle loro legioni di follower; la seconda è che è importantissimissimo eleggere un drappello di valorosi negli europalazzi per impedire il reinsediamento della von der Leyen e condizionare la formazione di future maggioranze, e tale obiettivo non sarebbe mai stato così vicino; la terza è che, una volta superato il fatidico 4%, tutti i simbolini raccolti attorno a De Luca acquisiranno il diritto di partecipare alle prossime elezioni politiche. Non avrebbero dunque alcuna importanza il passato né le posizioni attuali di Cateno De Luca, il quale, da qualunque lato lo si esamini, tutto sembra tranne che un uomo del “dissenso”: secondo i leader “antisistema” che hanno accettato la sua “offerta”, saranno loro a fottere lui.
C’è gente che è disposta a tutto per un pugno di voti. Voti virtuali, voti immaginari, voti immaginifici. Voti che non arriveranno. Ma tanto, è tutta colpa del “Sistema”.
GR
Christian Caiumi dice
E’ molto facile, e anche un po’ ingeneroso, prendere a pesci in faccia chiunque cerchi di costruire un’alternativa politica al morente sistema della rappresentanza democratica, e sicuramente una presa in giro del genere non aiuta. Siamo d’accordo sul fatto che la richiesta di dimunuzione del numero di firme sia stata uno scivolone piuttosto serio, ma derubricare ogni iniziativa alternativa come una barzelletta raccontata da quattro mentecatti condanna il paese ad essere perennemente vittima del “sistema”.
Quelli dell'”Avanti” che alternativa propongono?
Ivan dice
Caro Christian,
ti risponde uno che è stato attivamente dentro l’antisistema o come si chiama (Ancora Italia ti dice niente?).
Te lo assicuro, non è lì dentro che si svilupperanno proposte alternative al sistema o come si chiama. Troppo pressapochismo, troppo individualismo, troppa ignoranza.
La questione non è cosa propone l’Avanti o cosa propongo io; le proposte non mancherebbero, manca “a chi” proporre. La gente dell’antisistema o come si chiama è appiattita su contro-slogan sterili e atteggiamenti di protesta standardizzata. La maggior parte di queste persone è stesa su posizioni acritiche circa temi che non riesce a comprendere (globalizzazione, clima, Ucraina, Medio Oriente ecc.) e che nemmeno si sforza di comprendere. La maggior parte di queste persone è stata ammaliata da guru senza arte nè parte, immagini speculari dei guru avversari.
Io penso che i cambiamenti arriveranno dall’este(rn)o, ci piomberanno addosso, nel bene o nel male, e a quel punto saremo costretti ad adattarci, a smuovere le chiappe per davvero, perchè sarà a quel punto che tutte le maschere cadranno e i reucci saranno tutti nudi.
Con rispetto,
Ivan.
PS: per la Redazione, il verbo corretto è “piatire”.
Redazione dice
Corretto, grazie!