Da tempo ormai negli USA lo scontro fra abortisti e pro-life ha raggiunto un livello abbastanza alto di attenzione. La popolazione è praticamente spaccata a metà fra i conservatori, pro-life, e i progressisti convintamente abortisti. Il dibattito si è infiammato nuovamente quando la Corte Suprema, con la sentenza sul caso Dobbs contro Jackson Women’s Health Organization, ha ribaltato la sentenza Roe contro Wade (una pietra miliare della giurisprudenza statunitense che nel 1973 aveva riconosciuto l’aborto come diritto fondamentale), stabilendo che l’aborto non è un diritto tutelato dalla costituzione degli Stati Uniti. Dopo questa sentenza, si sono moltiplicate le proteste degli abortisti – da un lato – mentre si diffondeva l’entusiasmo dei pro-life cristiani politicamente sostenuti dai conservatori.
Dopo quella sentenza, l’FBI ha puntato la lente di ingrandimento contro i pro-life. A sostenerlo è una fonte anonima all’interno dell’agenzia federale e riportata da Fox News lo scorso giovedì. Secondo la fonte, l’agente speciale dell’FBI Garret O’Boyle che, in audizione presso la sottocommissione della Camera che si occupa della sicurezza e delle armi negli USA, l’FBI ha messo sotto tiro i pro-life ultra-cristiani, considerati ormai una minaccia alla sicurezza nazionale. Secondo Gateawaypundit, il sito conservatore americano che ha ripreso la notizia, questa decisione dell’FBI rientra nel tentativo dell’agenzia di spingere il Congresso ed il governo ad aumentare il bilancio federale relativo al fabbisogno dell’FBI, in maniera tale da rendere ancora più efficiente ed invasivo il controllo dell’agenzia federale sulla popolazione.
Dopo la notizia, molti conservatori hanno fatto notare che la vera minaccia sarebbero gli abortisti i quali, subito dopo la sentenza della Corte Suprema sul diritto all’aborto, hanno preso d’assalto le abitazioni di decine di giudici conservatori in tutti gli States. Ma non solo. Molti fanno notare che con l’etichetta “pro-life” si includono gruppi di persone che non sono contrarie all’aborto ma pro-choice, cioè per la libertà di scelta.
Tutto questo – sia il dare etichette generalizzanti e polarizzanti che definiscono pro-life pure quelli che, da favorevoli all’aborto, chiedono che l’interruzione di gravidanza sia il frutto della libertà di scelta, sia sostenere che gli antiabortisti cristiani siano una minaccia alla sicurezza nazionale – conferma che il Federal Bureau of Intelligence è un apparato nelle mani del deep state americano, fortemente legato ai democratici e a Soros, che vede come nemici da spazzare via tutti coloro che lottano contro l’ideologia dominante del Pensiero Unico.
EQ
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