L’ex premier pachistano Imran Khan è stato oggi arrestato durante un’udienza in tribunale dopo che da circa un anno il parlamento aveva votato la sfiducia al suo esecutivo. Il motivo ufficiale dell’arresto di Imran Khan è il caso di Trust Qadir. L’accusa è di corruzione rispetto alla gestione di terreni e fondi dell’Università di Al-Qadir, fondata dallo stesso Khan una nuova classe dirigente per il Pakistan per superare gli annosi problemi di corruzione e dipendenza politica dagli Stati Uniti.
Da subito Khan si è detto innocente rispetto alle accuse rivoltegli e ha affermato più volte l’importanza che ha avuto nel suo mandato il rinnovamento politico del Pakistan fatto di lotta alla corruzione e maggiore autonomia nelle relazioni internazionali. È proprio per questi due aspetti che i potentati locali e i loro manovratori Usa prima hanno manovrato per far cadere il governo di Khan, poi puntano a distruggere politicamente lui e la sua agenda politica.
Posto che le accuse risultano a più osservatori internazionali piuttosto fumose (specie se consideriamo che il Pakistan attualmente è 124° nella classifica mondiale 2012-2020 della corruzione nel mondo) cos’è che cercano di far pagare a Imran Khan?
Dal punto di vista internazionale gli Usa dopo un iniziale appoggio al leader pakistano hanno cambiato approccio a causa dei pericolosi accordi che il suo esecutivo stava stabilendo con Russia e Cina. Un approccio che non è costato solo il governo ma che ha minato la stabilità interna del paese.
Dal punto di vista interno,infatti, il governo Khan nel 2019 aveva lanciato una campagna anticorruzione che ha assestato duri colpi alla classe politica pakistana che sguazzava nella corruzione e nel servilismo agli Usa da decenni. Una campagna che ha toccato anche esponenti dello stesso partito del presidente. Sotto la presidenza di Khan, infatti, le prestazioni dell’agenzia anti-corruzione del Pakistan, il National Accountability Bureau, sono migliorate in modo significativo se misurate in termini di recupero di denaro in casi che comportano patteggiamento e/o condanne.
È per questo che gli Usa e le centrali di potere locali prima hanno deciso di toglierlo il governo e poi di demolirlo dal punto di vista politico proprio per corruzione, una delle bandiere del suo governo. Per questi signori il Pakistan deve restare un protettorato Usa, diretto da una classe politica arraffona e sottomessa. Al popolo del Pakistan e alla sua fame di riscossa, il compito di liberare il paese da questi oppressori e decidere il proprio futuro.
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