Sembra che qualcuno ultimamente si stia divertendo a spedire pacchi. Tutto è iniziato in Spagna tre giorni fa, quando nel giro di una settimana – e poi dicono che le poste non funzionano! – sono stati spediti ben sei pacchi bomba: il primo all’Ambasciata dell’Ucraina di Madrid, il solo a essere davvero esploso, ferendo un impiegato dell’ambasciata – ordigno tanto micidiale che il malcapitato è dovuto persino tornare al lavoro il giorno dopo, l’unico vero danno dopo la beffa; il secondo alla fabbrica di armi Instalaza di Saragozza, dove la bomba, che anche in questo caso era meno pericolosa di una miccetta di capodanno, è stata intercettata e fatta esplodere dagli artificieri, così come quelle inviate al centro satellitare paneuropeo situato nella base aerea NATO di Torrejón de Ardoz, vicino alla capitale, un’altra alla sede del ministero della difesa del Regno di Spagna, una all’ambasciata americana, e infine quella spedita all’ufficio del primo ministro iberico Pedro Sanchez. L’ultima dell’elenco ma non per importanza è in realtà la prima: stranamente, il premier spagnolo quando l’ha ricevuta ha ben pensato di tenere la cosa per sé. E anche il grosso degli altri pacchi era già stato spedito prima che i megafoni di regime diffondessero la notizia a livello mondiale. Tutte le lettere, dicono i professionisti della deformazione, hanno come mittente un indirizzo di posta elettronica scritto con la stessa penna a sfera: un vero mistero, e ancor di più lo è il fatto che alcuni terroristi siano così sprovveduti da usare la stessa penna per tutti i loro pacchi bomba, di rischiare la galera per spedire materiale meno esplosivo di un accendino che cade dal primo piano. Se poi si decide malauguratamente di chiedersi cui prodest? si sconfina inevitabilmente nel ridicolo: l’unico scopo raggiunto dai fantomatici terroristi della penna a sfera è quello di allarmare l’opinione pubblica europea – sempre più sfavorevole a un conflitto russo-americano in Ucraina che giova solo agli interessi geopolitci degli alleati d’oltreoceano mentre affama e impoverisce le casse pubbliche e le tasche private degli europei – giungendo così a piegare i più sprovveduti verso la propaganda anti-russa, apponendo l’etichetta del terrorismo a chi si oppone al conflitto. Ma i pacchi non sono finiti qua, infatti a quanto ha dichiarato Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli esteri ucraino, c’è stata una nuova ondata di spedizioni dal contenuto ben più inquietante: “Dopo l’attacco terroristico in Spagna, le ambasciate [ucraine NdR] in Ungheria, Olanda, Polonia, Croazia, Italia, i consolati generali di Napoli e Cracovia e il consolato di Brno [in Repubblica Ceca NdR] hanno ricevuto pacchi insanguinati, contenenti occhi di animali”. Un pensierino davvero carino e moderno, non come le fruste e ingombranti teste di cavallo, ma ciononostante possiamo soltanto immaginare la puzza che avranno dovuto sopportare i poveri impiegati, a meno che la CIA non abbia utilizzato il servizio Prime di Amazon, con cui peraltro ha ottimi rapporti, ma questa è un’altra storia, più verosimile e decisamente meno ridicola.
MDM
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