Il ministero della Difesa ungherese starebbe congedando in massa militari di alto rango pro-Nato, compresi generali e colonnelli, in base a un nuovo decreto governativo che consentirebbe al dicastero di sospendere unilateralmente i militari di 45 anni e quelli con 25 anni di servizio effettivo. Pare che il ministero, esercitando il diritto concesso dalla nuova normativa, abbia avviato una grande epurazione. Per ora si parla di 170 ufficiali e generali, ma la cifra reale potrebbe essere molto più alta.
“È in corso un congedo degli ufficiali e dei generali 45enni con esperienza internazionale, che parlano più lingue e hanno socializzato nell’ambito della Nato. Non è chiaro quante saranno le persone dello Stato Maggiore allontanate, ma si parla di migliaia” sostiene Agnes Vadai, ex sottosegretaria della Difesa di Budapest ed esponente del partito di opposizione DK.
L’opposizione sostiene che il premier Viktor Orban voglia garantire la massima lealtà militare al suo governo e al tempo stesso crede che sia l’anticamera di una uscita dall’Alleanza atlantica.
Intanto il governo di Budapest ha bloccato 500 milioni di aiuti militari europei destinati all’Ucraina nell’ambito del programma “European Peace Facility”. Dall’inizio del conflitto Orban si è opposto diverse volte all’imposizione delle sanzioni alla Russia e al sostegno militare a Kiev, varando anche un divieto di transito di materiale bellico indirizzato all’Ucraina sul suo territorio.
Il governo di Orban rappresenta ormai secondo gli oppositori pro-occidente un vero e proprio “cavallo di troia di Putin” all’interno dell’Unione Europea e della Nato. I suoi rapporti con il resto dei governi e dell’élite europee pare essersi deteriorato progressivamente, portandolo personalmente all’espulsione dal partito popolare europeo, di cui era un membro importante, e poi anche all’imposizione di sanzioni nei confronti dell’Ungheria da parte dell’Ue. Va anche ricordato che Orban è uno dei principali nemici di George Soros.
Dunque è ormai chiaro che l’Ungheria sia sempre più lontana da Bruxelles e da certi interessi e certe élite occidentali, ma non è ancora chiaro fino a dove vorrà spingersi e come vorrà posizionarsi realmente il governo di Orban.
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