Giuseppe Russo
Avanti.it
Alle imminenti elezioni comunali del 12 giugno prenderanno parte in ordine sparso anche i diversi movimenti che hanno preso forma in questi ultimi due anni e mezzo di opposizione alle misure emergenziali di Conte prima e di Draghi poi, alle coercizioni vaccinali, alle tessere verdi. Trovare un minimo comune denominatore si è rivelato un’impresa improba, nonostante i tanti inviti all’unità, fra i quali l’Appello dei 100 patrocinato da Moreno Pasquinelli del Fronte del dissenso. Alla resa dei conti, di “fronti” se ne son formati ben tre, l’un contro l’altro armati. Anche a Genova, dove intorno alla candidatura del senatore Mattia Crucioli ed alla sua lista “Uniti per la Costituzione” hanno fatto causa comune ItalExit, Ancora Italia, Alternativa e persino il Partito Comunista di Marco Rizzo, l’unità si è rivelata un miraggio a causa dell’intransigenza del Movimento 3V, che presenta ovunque candidature autonome. Altrove, le sorti di Gianluigi Paragone con la sua ItalExit e delle altre forze che si richiamano alla “resistenza costituzionale” si sono divise, fatto che determinerà, con ogni probabilità, il fallimento di gran parte delle liste presentate. Va detto che già nella tornata elettorale dello scorso anno s’era inverata la massima “Piazze piene, urne vuote” relativamente al movimento No Green Pass ed alle sue propaggini con ambizioni di politique politicienne. In ogni caso, quest’anno l’impegno è stato maggiore, sotto tutti i punti di vista. La premessa dalla quale tutti partono è che ci sarebbe un ampio bacino di “scontenti” in attesa di trovare una nuova rappresentanza nelle istituzioni. Sinora, i numeri hanno dato loro torto.
Il senatore Gianluigi Paragone, già leghista e pentastellato, è stato molto esposto mediaticamente negli ultimi tempi. Da fine maggio circolano sondaggi che danno la sua ItalExit fra il 2 ed il 4% a livello nazionale. Nello scorso autunno, candidandosi egli stesso a sindaco di Milano, aveva sfiorato l’elezione in consiglio comunale. In occasione delle amministrative del 2022, ItalExit è la più presente fra le liste che rivendicano l’opposizione al draghismo: si presenta in solitaria ad Alessandria. Asti, Como, Lodi, Monza e Viterbo. A Cuneo, Lucca e Palermo prende parte a coalizioni con schegge del centrodestra: in Piemonte appoggia il consigliere comunale uscente Giuseppe Lauria assieme alle liste del Popolo della Famiglia e di Io Apro – Rinascimento (promossa da Vittorio Sgarbi), in Toscana l’altro consigliere uscente (eletto con Casa Pound) Fabio Barsanti, in Sicilia l’architetto indipendentista (nonché numerario dell’Opus Dei) Ciro Lomonte. Solo a Pistoia, oltre al già citato caso genovese, prende corpo una convergenza con i “rivali” di Ancora Italia nel supporto alla candidata Carla Breschi. Di fatto, Paragone presenta il suo simbolo solo nel Centro-Nord: nella stessa Palermo (oltre che a Gorizia, Verona e Catanzaro). si “nasconde” dietro una lista civica. Per ora, ItalExit è solo una bolla mediatica. Le ombre che accompagnano le iniziative di Paragone sin dai primi passi della sua creatura, dopo l’inchiesta realizzata da Luca Donadel sui suoi ambigui legami con il milieu politico che a parole dice di avversare, hanno fatto sì che, nonostante il frenetico attivismo (era pure a Trieste nei “giorni di Puzzer”), egli suscitasse diffidenza nelle piazze del dissenso, andando parallelamente incontro ad una sovraesposizione televisiva di cui spera di raccogliere i frutti il 12 giugno.
“Alternativa”, il movimento tirato su da Pino Cabras e dagli altri fuoriusciti del Movimento 5 Stelle in occasione del voto di fiducia al governo Draghi, è sinora esistito solo nei palazzi. Alle prossime elezioni presenterà liste autonome solo a Padova e Gaeta, ma le sue carte se le gioca nei tentativi “frontisti” di Genova (dov’è candidato il suo esponente Crucioli), Parma e Palermo. Nel capoluogo siciliano si candida a primo cittadino l’europarlamentare ex leghista Francesca Donato, la cui lista civica ha ottenuto anche l’appoggio del Partito Comunista di Rizzo, nella città emiliana il candidato è il “mazziniano” Marco Adorni, che gode anche dell’appoggio di Ancora Italia e degli stessi comunisti rizziani. Altro candidato di punta dell’area e con qualche chance di entrare in consiglio comunale è il direttore d’orchestra Andrea Colombini, aspirante sindaco della sua Lucca con due liste, Ancora Italia (che si presenta col suo simbolo anche ad Asti) e l’esplicita No Green Pass. Il fronte che sta prendendo corpo (con l’aggregazione, per ora informale, anche del PC di Rizzo) ha l’ambizione di fungere da punto di riferimento per tutta l’opposizione “costituzionale” in vista della costruzione di una lista che possa affrontare nelle migliori condizioni le prossime elezioni politiche. In tal senso, le consultazioni del 12 giugno fungeranno da prova generale: un risultato molto al di sotto delle aspettative (com’era stato ad esempio quello di Ugo Mattei, candidato a Torino lo scorso anno) potrebbe stroncare sul nascere questo tentativo.
Oltre allo schieramento “destro” di Paragone e a quello “sinistro” di Cabras e soci, a contendersi lo stesso elettorato c’è anche il Movimento 3V – Vaccini Vogliamo Verità, il quale, pur presentandosi da solo a queste comunali, capeggia quello che potrebbe essere definito il “fronte degli intransigenti”, al quale potrebbero aggregarsi anche l’onorevole intransigente per eccellenza, Sara Cunial, col suo movimento R2020, ed Enrico Montesano, che è stato fra i promotori (assieme alla stessa Cunial ed a Davide Barillari) della nuova formazione “Unione Popolare”, che ha visto la luce il 20 maggio scorso. Il Movimento 3V non è nuovo alle competizioni elettorali: nato sull’onda delle battaglie contro la legge Lorenzin, è gia riuscito lo scorso autunno a far eleggere suoi rappresentanti nelle istituzioni comunali; è accaduto a Rimini con Matteo Angelini ed a Trieste con il combattivo Ugo Rossi. Il segretario del movimento, il già consigliere provinciale della Lega a Ferrara Luca Teodori, è stato in queste ultime settimane al centro di furibonde polemiche, essendosi dichiarato indisponibile a qualunque alleanza con gli ex 5 Stelle di Alternativa, rei di aver appoggiato le norme segregazioniste e liberticide all’epoca del Conte II. Il Movimento 3V rivendica il valore della coerenza, gli altri si appellano al realismo politico. Le strade sono già divise adesso, difficile che tornino ad incrociarsi nel prossimo futuro. Su tutto aleggia poi il fantasma del “Movimento 5 Stelle 2.0”, di una oppofinzione messa in piedi dal regime stesso per canalizzare scientificamente il dissenso e sterilizzare qualunque velleità di opposizione: gli ex pentastellati, chiaramente, sono i principali obiettivi di questi strali polemici. Ad ogni modo, le prossime elezioni comunali rischiano di essere delegittimate da un’astensione che, in molti casi, supererà la metà degli aventi diritto. È questo il dato su cui meditare per costruire un’opposizione la cui esistenza prescinda dal feticismo elettorale, una febbre (essa sì, contagiosa) che periodicamente fa perdere il senno ai più.
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