A ridosso dell’Internazional Kissing Day, la “giornata internazionale del bacio” che si è celebrata lo scorso 13 aprile, un ordigno di nuovo conio è stato lanciato sui consumatori.di tutti i continenti. Si tratta del MUA, apparecchio di produzione cinese che serve per “baciarsi a distanza”. Esso consiste in un supporto di plastica a cui collegare il telefono, con delle labbra in silicone (“unisex”) che sporgono dalla parte inferiore. Gli sbaciucchiatori dovrebbero scaricare l’apposita app, “accoppiare i device” e prestare le labbra alla magia tecnochimica del MUA. Il “realismo” dell’esperienza sarebbe determinato dal fatto che il dispositivo si riscalda e riproduce il suono di un bacio. Inoltre, quando il baciatore entra in contatto col MUA, la macchina trasforma in dati i suoi micromovimenti labiali, trasferendoli all’altra estremità dell’amore distanziato. L’inventore di questo prodigio si chiama Zhao Jianbo, ed ebbe la folgorante idea durante il lockdown, mentre trascorreva le giornate videochiamando la sua fidanzata. Non è dato sapere se egli sia stato ispirato dal cinema di David Cronenberg (in Videodrome, pellicola del 1983, il protagonista scambia effusioni con uno schermo televisivo trasformato in una bocca vogliosa) o, più prosaicamente, da un analogo marchingegno messo a punto in Giappone, senza finalità commerciali, già una decina di anni fa, fatto sta che è diventato ricco: la sua startup Siweifushe è stata travolta da decine di migliaia di ordinazioni. Magnifiche e progressive sorti arridono dunque al MUA, e presto in milioni si ammueranno appassionatamente. Il mercato sembra maturo per accogliere anche l’offerta e la domanda di prodotti per l’intimità a distanza, al contrario di quanto accaduto in epoca precovidica. Non hanno infatti avuto la stessa fortuna di Zhao i taiwanesi che hanno brevettato nel 2012 il LovePalz, un congegno per avere rapporti sessuali a distanza tramite pc o telefono. E dire che il LovePalz, a leggere le schede tecniche, sembra molto più tecnologicamente elaborato del MUA: ci sono due pezzi, “Zeus” ed “Hera”, i quali si animano tramite la solita app e trasmettono voluttà dopo aver convertito in gigabyte il dimenarsi degli amanti. Nel dettaglio, e per usare le parole di quelli che ancora provano a vendere le due divinità alla cifra di 299 euro, “Zeus dispone di una pompa ad aria e simula la sensazione dei genitali femminili, offrendo una rappresentazione realistica del rapporto sessuale”, mentre “Hera rende la pompa ad aria automatizzata e simula la sensazione dei genitali maschili calibrando anche la pressione data da Zeus”. All’epoca del suo speranzoso lancio, il LovePalz venne descritto dai suoi creatori come “l’invenzione più affascinante mai realizzata”: ne fu messa in commercio persino una versione in oro da diecimila dollari al pezzo. Ma la società non era pronta, e chissà quanti Zeus son rimasti inerti nell’eternità di una discarica. Il LovePalz ha subito pure la concorrenza indiretta di altri gingilli tecnologici in grado di regalare orgasmi preservando salute e riservatezza senza stare a perdersi appresso a distanze, preamboli e schermaglie, come gli “AI Sex Robot”, bambole del sesso a grandezza naturale con scheletro in metallo e coscienza elettronica che hanno conquistato la nicchia del mercato tecnosessuale trovando particolare apprezzamento in Giappone. Un modello base di questi che vengono pudicamente definiti “robot accompagnatori” costa quanto tre LovePalz, ma evidentemente molti l’hanno ritenuto un lungimirante investimento. Aggiungendo altri soldoni, è possibile avere degli optional: dotare la bambola di vagina rimovibile (da asporto?), darle il dono della parola, attivare la “funzione lamento” Culla del fenomeno tecnosessuale (e “tecnoaffettivo”) è stato l’Estremo Oriente, area del mondo in cui più pervasivo è il processo di digitalizzazione della vita e in cui, per ragioni storiche, sociali e culturali, la popolazione si mostra più ricettiva verso i “cambiamenti” post e transumanisti. Ma gli oggetti del desiderio sono tali ovunque, e l’orizzonte di alienazione è comune a tutti.
GR
Marina Siccardi dice
Riguardo al Mua….sinceramente troppe parole per illustrare il NULLA….