Angelo Serafini
Avanti.it
Il veterano americano e giornalista investigativo Seymour Hersh ha recentemente pubblicato un nuovo rapporto nel quale sostiene che gli Stati Uniti erano dietro al sabotaggio del Nord Stream. Secondo Hersh i sommozzatori della Marina statunitense in collaborazione con la Norvegia avrebbero piazzato esplosivi sui gasdotti che correvano sotto il Mar Baltico tra la Russia e la Germania lo scorso giugno e li avrebbero fatti esplodere tre mesi dopo a distanza.
Il Nord Stream 1 comprendeva due gasdotti che sul fondale del mar Baltico partivano dalla Russia, attraversavano il golfo di Finlandia, e giungevano fino in Germania fornendo gas russo da decenni, mentre il Nord Stream 2 comprendeva altri due gasdotti con identico percorso di cui era stata da poco conclusa la costruzione. Secondo il rapporto del giornalista la decisione di bombardare i gasdotti, i quali erano già chiusi ma contenevano gas residuo, sarebbe stata presa in segreto dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden per impedire a Mosca di guadagnare miliardi di dollari dalle vendite di gas naturale all’Europa. Inoltre, secondo gli americani il Nord Stream costituiva per la Russia una leva politica sulla Germania e sull’Europa occidentale che poteva essere utilizzata per indebolire il loro impegno nei confronti dell’Ucraina dopo l’invasione della Russia. Gli Stati Uniti erano fortemente preoccupati della dipendenza dei paesi occidentali dal gas russo.
Verso la fine del 2021 stavano crescendo le tensioni tra Kiev e Mosca, con migliaia di soldati russi che si stavano posizionando vicino ai confini, gli Stati Uniti avevano la necessità di portare avanti una politica aggressiva di sanzioni verso il Cremlino, ma il rischio che l’Europa occidentale avrebbe potuto opporsi per salvaguardare i propri interessi economici era concreto, e bisognava assolutamente fare qualcosa.
Hersh ha affermato, citando un’unica fonte anonima, che l’idea di far esplodere il Nord Stream sarebbe emersa per la prima volta nel dicembre 2021, due mesi prima dell’operazione russa, durante le discussioni tra i massimi consiglieri per la sicurezza nazionale di Biden sull’Ucraina. Il presidente avrebbe così autorizzato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan a convocare una riunione di una nuova task force interagenzia, composta da membri della Cia, e dei dipartimenti di Stato e del Tesoro per elaborare un piano per demolire il Nord Stream.
L’operazione doveva rimanere strettamente segreta e condotta senza lasciare prove in modo che nessuno avrebbe potuto risalire al colpevole. In caso contrario sarebbe stata una dichiarazione di guerra alla Russia, in contrasto con l’attuale politica di Washington e della Nato di non entrare in conflitto diretto con Mosca, ma limitarsi a finanziare una guerra per procura utilizzando l’Ucraina.
Due settimane prima dell’invasione del 24 febbraio lo stesso Biden aveva pubblicamente dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero impedito con ogni mezzo l’apertura del nuovo gasdotto Nord Stream 2 se la Russia avesse attaccato Kiev.
La CIA avrebbe dunque sviluppato il piano, coinvolgendo i sommozzatori della Marina degli Stati Uniti provenienti dal Diving and Salvage Center, che si trova a Panama City in Florida. Il centro ha addestrato per decenni subacquei altamente qualificati che, una volta assegnati alle unità militari americane in tutto il mondo, sono in grado di effettuare immersioni e posizionare esplosivi C4 per operazioni di vario tipo, far saltare in aria piattaforme petrolifere straniere, distruggere le chiuse su canali marittimi cruciali ecc…
Affidandosi ai sommozzatori della Marina diplomati nella scuola di immersioni di Panama City anziché alla Special Operations Command americano Biden ha potuto evitare il coinvolgimento del Congresso, limitando il rischio di una qualsiasi fuga di notizie durante tutta la pianificazione.
Così lo scorso giugno i sommozzatori della Marina americana insieme ai norvegesi avrebbero operato sotto la copertura di un’esercitazione NATO nel mar Baltico ampiamente pubblicizzata e nota come BALTOPS 22, e avrebbero piazzato gli esplosivi che poi sarebbero stati fatti esplodere a distanza dopo tre mesi distruggendo tutti e quattro i gasdotti Nord Stream.
Il tutto è avvenuto con l’aiuto della Norvegia, che è stata uno dei primi firmatari del Trattato NATO nel 1949, nei primi giorni della Guerra Fredda. Inoltre, oggi il leader della Nato è Jens Stoltenberg, un convinto anticomunista, che è stato primo ministro norvegese per otto anni prima di passare al suo alto incarico NATO, con il sostegno americano, nel 2014. Egli è sempre stato uno dei più intransigenti su tutto ciò che riguarda la Russia e Putin e ha sempre collaborato con l’intelligence americana sin dalla guerra del Vietnam.
La fonte anonima di Hersh ha definito Stoltenberg “il guanto che si adatta alla mano americana”, inoltre sulla marina norvegese che ha collaborato ha dichiarato che “era piena di superbi marinai e sommozzatori che avevano generazioni di esperienza nell’esplorazione altamente redditizia di petrolio e gas in acque profonde, e inoltre odiavano i russi”. Per di più, va ricordato che i norvegesi potrebbero aver avuto anche altri interessi sulla questione: la distruzione del Nord Stream consente loro di vendere maggiormente il loro gas naturale al resto d’Europa.
In risposta al rapporto di Hersh, la Casa Bianca ha negato completamente la veridicità di quanto riportato. La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, ha descritto il rapporto come “finzione completa”, a cui si è aggiunto un portavoce della Cia secondo cui il rapporto sarebbe “completamente falso”.
Le esplosioni avvenute a settembre sono state attribuite dai paesi occidentali a Mosca, tuttavia le indagini condotte dalle autorità di Svezia, Danimarca e Germania, non hanno individuato alcun colpevole, inoltre la Russia non avrebbe avuto alcuna reale motivazione per distruggere il Nord Stream. Pochi mesi dopo è emerso, come riportato anche dal New York Times che le autorità russe stanno effettuando stime sui costi per riparare i gasdotti, e non riescono a spiegarsi il motivo dell’autosabotaggio russo. Per i giornali occidentali la soluzione dell’enigma resta un mistero. Intanto nessun quotidiano americano ha approfondito le minacce ai gasdotti fatte tempo addietro da Joe Biden.
Ancora una volta la propaganda dell’occidente vuole imporre una versione dei fatti totalmente priva di senso, tanto che ora gli stessi giornali pur di non ammettere l’ovvietà della colpevolezza statunitense preferiscono parlare di mistero irrisolto.
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