Con le odierne dimissioni del neo-presidente Mattia Crucioli, sostanzialmente, si scioglie Alternativa, partito nato, nel novembre 2021, da una costola del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle e che aveva visto la partecipazione di ben 14 deputati e 3 senatori, quasi tutti ritiratisi dalla scena politica una volta terminata, nell’ottobre 2022, la legislatura. Partito che avrebbe voluto incarnare un primigenio “programma” del Movimento Cinque Stelle; “programma” che non è mai esistito essendo stato il Cinque Stelle non un “movimento”, ma la claque di un Beppe Grillo impegnato ad intercettare a trecentosessanta gradi tutti i malumori del Paese.
Ciò, tra l’altro, ha fatto sì che i parlamentari finiti in Alternativa rappresentassero le più svariate istanze; situazione questa che ha impedito di rapportarsi con un territorio che vedeva l’emergere di un movimento contro la dittatoriale gestione dell’emergenza Covid e ad Alternativa di avere, fino alla metà del 2021, una posizione chiara su questa emergenza.
Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 indette con un ridottissimo preavviso, quasi per impedire alle forze antagoniste al governo Draghi di organizzarsi e sviluppare una credibile campagna elettorale, hanno poi determinato la dissoluzione di Alternativa anche per una serie di contraddittorie scelte politiche: prima accettare sostanzialmente il cartello elettorale di Italia Sovrana e Popolare, poi passare con Italexit di Paragone, poi abbandonare Paragone per la presenza di “fascisti” nelle sue liste, poi informare i propri attivisti che non era possibile presentarsi da soli alle elezioni, poi indire un sondaggio tra gli attivisti che contemplava la possibilità di presentarsi da soli alle elezioni…
A suggellare la fine di Alternativa, il 16 ottobre 2022, l’elezione di una ‘vicepresidente’ che, sui social, arrivava a condannare le decisioni del presidente e, infine, la proposta di Ancora Italia Sovrana e Popolare di aderire ad un coordinamento delle forze antisistema e al relativo comitato scientifico rifiutata dalla maggioranza di una assemblea on-line di ‘iscritti’ ad Alternativa che si direbbe abbiano la stessa valenza dei famigerati “Attivisti certificati” sui quali si reggeva il potere dei capibastone di Grillo.
Peccato per questa fine. Alternativa, per la sua provenienza e per la storia del suo fondatore, se non si fosse limitata a collezionare parlamentari ma avesse scelto, già ai suoi esordi, di fare scelte chiare e di forgiare una propria base, avrebbe potuto oggi costituire un fattore di coesione per i tanti che si sono battuti contro il governo Conte 2 e il governo Draghi e, quindi, dar vita ad un grande movimento, soprattutto contro la guerra.
Così non è stato. Sic transit gloria mundi.
FS
Mauro Calabrese dice
Buon giorno,
Vorrei far notare che Pino Cabras è uscito dal partito, ma Alternativa non si è affatto sciolta.
E più viva e vegeta di quanto lo fosse prima.
Mauro Calabrese
Membro della direzione nazionale
Coordinatore Regionale Toscana
Francesco Santoianni dice
Veramente, da quello che ho visto con i miei occhi, i pochi attivisti VERI (e cioè che si erano impegnati in banchetti per strada e altre iniziative pubbliche, non limitandosi, cioè, ad affollare qualche chat) già se ne sono andati per la loro strada.
Forse, sono restati i, pur pochi, “iscritti”; e cioè gente che – come i fantomatici “Attivisti certificati” di grillina memoria – vengono considerati di Alternativa solo perché, avendo compilato un modulo e spedita una copia della carta di identità, “votano” in qualche assemblea on-line.
Se lei crede che questo significhi un partito “vivo e vegeto” è padronissimo di farlo.
Bernardo dice
Come diceva Sua Tzu-“la tattica senza strategia e’ il rumore prima della sconfitta” E’ chiaro ?senza Cabras e senza Crocioli Alternativa ha finito di esistere
Francesco Santoianni dice
Sono assolutamente d’accordo con lei.