Il colosso BigTech Meta è stato multato per la cifra di 1,2 miliardi di euro per traffico dei dati degli utenti dall’Unione Europea agli Stati Uniti. La multa inflitta dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati, che regola Meta in tutta l’UE, è un record per una violazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (in particolare quelli di Facebook).
La sospensione dei trasferimenti di dati di Facebook non è immediata, a Meta sono stati concessi cinque mesi per attuarla. La punizione del DPC si riferisce a una sfida legale intentata da un attivista austriaco per la privacy, Max Schrems, per le preoccupazioni derivanti dalle rivelazioni di Edward Snowden secondo cui i dati degli utenti europei non sono sufficientemente protetti dalle agenzie di intelligence statunitensi quando vengono trasferiti attraverso l’Atlantico.
A Meta sono stati inoltre concessi sei mesi per fermare “l’elaborazione illegale, inclusa la memorizzazione, negli Usa” dei dati personali dell’Ue già trasferiti attraverso l’Atlantico, il che significa che i dati degli utenti dovranno essere rimossi dai server di Facebook. La sentenza, in ogni caso, non influisce sui trasferimenti di dati sulle altre piattaforme principali di Meta, Instagram e WhatsApp. Meta ha dichiarato che presenterà ricorso contro la decisione e chiederà una sospensione dell’ordine di trasferimento dei dati.
Non è il primo caso. Già a inizio gennaio Meta aveva ricevuto una multa di 390 milioni di euro per la violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati, GDPR, entrata in vigore nel 2018, secondo cui i siti internet devono chiedere esplicitamente il consenso all’utilizzo dei dati personali degli utenti.
Si allarga ancora la crepa contro la protervia e l’atteggiamento predatorio dei colossi Big Tech (Meta non è l’unico) che sovrasta regole, leggi ed economie nazionali e locali. Veniamo, infatti, da mesi di polemiche per quanto riguarda i licenziamenti, la tutela dei dati personali e altre multe e accuse ricevute in Europa. Ultimo in ordine di tempo è il tentativo di ricucire la spaccatura con Siae che in Italia aveva svuotato Meta di tutti i contenuti musicali. Nei prossimi mesi potremo dire in che direzione si svilupperà questo scontro.
Lascia un commento