Nelle prime ore di ieri, sabato 7 gennaio, Kevin McCarthy ha finalmente potuto sollevare il martello ligneo dello Speaker della Camera dei Rappresentanti, al quindicesimo turno di votazioni, dopo una storica enpasse di quattro giorni – era dal 1859 che non si verificava una situazione simile – dovuta allo stretto margine di maggioranza, dieci seggi, conferito al Grand Old Party dalle ultime elezioni di medio termine, tanto che erano bastati in un primo momento quattro voti contrari a creare lo stallo, poi aumentati a sei nel corso dei giorni.
Le motivazioni dei rappresentanti repubblicani dissidenti, definiti “di estrema destra” dai media generalisti, erano principalmente due: McCarthy avrebbe dovuto garantire di non collaborare col governo Biden sulla legge di bilancio e soprattutto sui finanziamenti alla guerra d’Ucraina – e siamo certi che è quest’ultimo punto la causa dell’etichetta apposta da Reuters &Co ai dissidenti. Dopo estenuanti sessioni di dibattito parlamentare, nelle fila repubblicane si è arrivati all’esasperazione, tanto che quando venerdì alle soglie della mezzanotte il dissidente Matt Gaetz nega il suo voto a McCarthy rendendo vana la quattordicesima votazione in aula si genera una colluttazione, a causa della quale il repubblicano Mike Rogers è stato allontanato fisicamente dalla Camera. Così, McCarthy è venuto a compromessi pesanti, garantendo come condizione per essere eletto la possibilità che anche un solo rappresentante, se si trovasse in disaccordo con il suo operato, possa chiedere alla Camera di votare la rimozione di McCarthy dall’incarico. Inoltre, è obbligato a non approvare alcuna legge di bilancio che abbia un tetto di spesa superiore all’anno scorso – una condizione che rispecchia la volontà dei dissidenti, ma lo metterà contro la maggioranza del partito, favorevole tanto ai finanziamenti astronomici alla guerra contro la Russia, tanto alla copertura dell’inflazione generata dalla crisi degli idrocarburi e dalla svolta green, entrambi punti fondamentali dell’agenda dei plutocrati Rothschild-Rockefeller.
Così, i sei ammutinati si sono astenuti, portando a McCarthy la tanto sospirata vittoria con 216 voti favorevoli e 212 contrari – una vittoria risicatissima, che non gli darà certamente il potere del suo predecessore Nancy Pelosi – mettendo la parola fine a un altro tristo capitolo dello svilimento plateale del sistema democratico statunitense, iniziato per una curiosa coincidenza proprio due anni prima, con il brancaleonesco assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
MDM
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