Continuano le proteste e gli scioperi in Francia dopo l’approvazione senza voto parlamentare della riforma delle pensioni che ha scatenato la reazione violenta del popolo francese. Il 6 aprile è prevista una nuova giornata di scioperi e cortei in tutta la Francia, nel tentativo di piegare la mano al governo ed ottenere il ritiro della riforma.
Nel frattempo, gli scioperi e le occupazioni delle fabbriche hanno portato a dei risultati economici notevoli. Secondo Energy Aspects, le raffinerie francesi lavorano al di sotto della loro capacità, con la produzione di gasolio e benzina ridotta dell’80% rispetto agli standard di produzione. Questa riduzione è effetto sia degli scioperi, sia anche della decisione da parte di Exxon Mobil di chiudere alcune raffinerie per dei lavori di manutenzione che, ovviamente al momento, sono rallentati dagli scioperi. Per far fronte alla riduzione della capacità di raffinazione, il governo e l’autorità francese dell’energia hanno dovuto mettere mano alle riserve di gasolio per consentire il normale svolgimento delle attività economiche del paese, oltre a provvedere tramite un aumento delle importazioni di gasolio tramite petroliere provenienti dall’estero. Ma in quest’ultimo caso, il tentativo di sopperire con importazioni di gasolio importato è stato vanificato dagli scioperi che hanno bloccato il funzionamento degli hub portuali in tutto il paese. Insomma in Francia si sta replicando la stessa situazione dell’autunno scorso quando gli scioperi nelle raffinerie crearono una grande penuria di carburanti, con lunghe code di auto ferme alle stazioni di servizio in attesa di poter effettuare rifornimento
Intanto, Macron è atteso domani in Cina per un incontro con Xi Jinping. Una decisione che appare alquanto avventata visti i grossi problemi interni di tenuta sociale. Il viaggio del presidente francese rientra, secondo quanto affermato da diversi diplomatici francesi sentiti da Reuters, nel disegno macroniano di fare della Francia leader dello scacchiere europeo sulla questione ucraina. In Cina ovviamente hanno notato i problemi che affliggono l’amministrazione Macron; “Le proteste comportano una grande quantità di rischi” secondo Wang Yiwei, direttore del Centre for European Studies at Renmin University in Cina “e la Francia ha bisogno di un successo diplomatico, soprattutto perché vuole svolgere il ruolo di leader dell’Europa”. La linea che Macron seguirà nel suo incontro col presidente cinese è chiara: avvertire ancora una volta la Cina di non fornire armi a Mosca, mentre l’occidente continua ad inviare armi all’Ucraina; è il solito doppiopesismo atlantista.
Tra rivolte sociali e tentativo di salvare la grandeur francese, dopo la figuraccia rimediata con Carlo III di Inghilterra che ha annullato la visita di stato in Francia, Macron è ormai sull’orlo del fallimento politico interno e diplomatico. Un nano che finirà divorato dalla sua stessa arroganza.
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