Nonostante le prevedibili reazioni da parte dei padrini a stelle e strisce, Lula da Silva alla fine ha autorizzato l’attracco al porto di Rio de Janeiro dell’86ª flottiglia della marina militare iraniana, composta dalla IRIS Makran, la più grande nave militare in dotazione a Teheran dal 2021, capace di trasportare fino a cinque elicotteri, e la più piccola IRIS Dena, dotata di siluri e missili da crociera antinave. Le due unità proprio questa mattina hanno attraversato il canale di Panama e sono arrivate nella metropoli sulla costa sudorientale del Brasile, assumendo il primato storico di essere le prime navi della marina iraniana a compiere il giro del mondo in acque internazionali con l’obiettivo, caldeggiato dall’ayatollah Khamenei lo scorso novembre, di esibire al mondo la rinnovata potenza della flotta in dotazione alla repubblica islamica, aumentando significativamente la presenza nelle acque internazionali. Non che fosse stata ferma prima di adesso: a luglio 2022 c’erano state esercitazioni militari nel Mar Caspio, mentre questo gennaio sono stati testati sistemi di difesa avanzatissimi nel Golfo Persico. A settembre scorso, inoltre, navi iraniane avevano intercettato e sequestrato per breve tempo dei droni a vela americani che erano in missione di ricognizione nel Mar Rosso. Ora, l’ingresso dell’86ª flottiglia nel canale di Panama è avvenuto in seguito alle dichiarazioni pubbliche del contrammiraglio Shahram Irani, intervenuto in occasione della Prima conferenza nazionale sulla civiltà marittima l’11 gennaio a nella città portuale sud-orientale di Konarak, che ha dichiarato le intenzioni di dispiegare navi sullo stretto che collega l’Oceano Atlantico al Pacifico dividendo le Americhe. Come Panama, che ha autorizzato senza problemi il passaggio delle navi iraniane nello stretto l’8 febbraio, la presenza iraniana in America Latina è attestata anche in Nicaragua e Venezuela.
Lula da Silva ha ben pensato in un primo momento di autorizzare lo scalo a Rio tra il 23 e il 30 gennaio, per poi differirlo al periodo tra il 26 febbraio e il 3 marzo perché non coincidesse con la sua visita a Washington. Così, la flottiglia è attraccata a Rio, senza che per ora gli Stati Uniti, che prima che le ancore delle navi di Teheran fossero gettate in acque brasiliane si erano espressi attraverso l’ambasciatrice a Brasilia Elizabeth Frawley Bagley asserendo che non avrebbero dovuto attraccare in nessun porto, in quanto la flotta delle IRCG è alleata dei terroristi.
Nonostante l’aperta provocazione avrà molto probabilmente una risposta, è comunque innegabile che la mossa non impensierisce più di tanto gli Stati Uniti che, avendo una flotta enormemente più potente di quella della repubblica islamica, tengono saldamente il controllo militare navale di tutti gli stretti più importanti. Lula intanto, che ha una lunga storia di collaborazione con l’Iran, ha ignorato il veto espresso dagli Stati Uniti; un funzionario del Ministério das Relações Exteriores intervistato da dalla testata Estadão e che ha voluto rimanere anonimo ha dichiarato che «l’Iran ha relazioni diplomatiche con il Brasile e questa questione non ha mai rappresentato un inconveniente tra il Brasile e gli Stati Uniti». Il governo da Silva ha già espresso la disobbedienza al vangelo secondo NATO in un’altra occasione, quando a fine gennaio ha rifiutato una richiesta di Berlino di inviare munizioni all’Ucraina, ricevendo in risposta il divieto tedesco di esportare 28 carri armati Guarani nelle Filippine, in quanto composti di parti e sistemi operativi di origine tedesca. Una mossa che gli americani, dopo aver incensato Lula come il nuovo salvatore della patria e dopo le sue meritorie azioni come agente di Big Pharma (salvo poi ospitare Bolsonaro nel loro paese dopo le proteste di Brasilia), forse non si aspettavano.
MDM
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